NUNZIA VOBIS MAGNA MAGNA - I PM BUSSANO ALLA PORTA DEL MINISTERO E DELLE SOCIETÀ CONTROLLATE DEL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA

NUNZIA DE GIROLAMO

Emiliano Fittipaldi per http://espresso.repubblica.it

Il destino di Nunzia De Girolamo è appeso a un filo. Al di là delle spiegazioni che il ministro dell'Agricoltura ha promesso di dare al Parlamento sulle pressioni fatte ai dirigenti dell'Asl di Benevento, sarà Enrico Letta - nei prossimi giorni - a decidere se Nunzia, ormai chiamata dai giornali Sua Sanità del Sannio - potrà ancora sedere sulla sua poltrona. In caso di rimpasto, infatti, il segretario del Pd Matteo Renzi ha chiesto sia la sua testa sia quella di Annamaria Cancellieri, il titolare della Giustizia finita nello scandalo delle telefonate con i Ligresti.

Nunzia, però, potrebbe essere la prima a saltare: la Cancellieri gode ancora della stima incondizionata del presidente della Repubblica, che non sembra altrettanto legato all'ex berlusconiana che ha deciso di seguire Alfano nel Nuovo Centro Destra.

Oltre la vicenda campana, risulta a "L'Espresso" che la De Girolamo sia preoccupata anche da altre vicende. Legate direttamente alla gestione del suo ministero e di quella di due importanti società controllate: Agea, la società controllata dal dicastero delle Politiche agricole che ogni anno smista i 7 miliardi della Pac, i fondi europei destinati agli agricoltori italiani, e il Sin, l'azienda - controllata dalla stessa Agea - che gestisce il Sian, il sistema informativo usato da Stato e Regioni in materia agricola, forestale e agroalimentare. In pratica il cuore e il polmone del ministero, dove da anni regna il caos più totale.

Negli ultimi lustri l'alternarsi di ministri di destra e di sinistra ha portato a un ricambio di manager, presidenti, direttori generali e commissari straordinari, ma nessuno è riuscito a fermare il moltiplicarsi di sprechi e disfunzioni.

NUNZIA DE GIROLAMO

A "l'Espresso" risulta che i finanzieri del Nucleo speciale Spesa pubblica e frodi comunitarie, dopo aver scandagliato i bilanci di Agea (notizia di cui in passato ha dato conto "La Stampa") hanno bussato qualche mese fa anche alla sede di Sin.

I magistrati della Procura di Roma vogliono vederci chiaro, e ora sono in molti a tremare.

Non solo politici e dirigenti pubblici, ma anche manager di importanti colossi privati. Sin è infatti controllata al 51 per cento da Agea ma il restante 49 per cento fa capo a un gruppo di imprese. Tra cui spiccano i giganti dell'informatica come Almaviva (la società guidata da Alberto Tripi, imprenditore che vanta eccellenti rapporti bipartisan), l'Ibm, Telespazio di Finmeccanica e Cooprogetti.

Proprio Almaviva è la mandataria dell'Rti che nel 2007 vinse il mega appalto da 1,1 miliardi di euro, uno dei più grossi della pubblica amministrazione. Il bando prevedeva la cessione da parte di Agea di quasi metà delle quote di Sin srl e la fornitura, da parte dei nuovi soci, dei servizi informatici per la gestione del sistema agricolo nazionale fino al 2016. Un affare pazzesco: dal 2008 al 2012 i vincitori hanno già ricevuto - in media - oltre 80 milioni di euro l'anno. Eppure, accusano esposti e relazioni tecniche, i servizi forniti sarebbero da anni più che scadenti.

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA BEATRICE LORENZIN NUNZIA DE GIROLAMO FOTO LAPRESSE

SPRECHI MILIONARI
Secondo un esposto spedito alla procura di Roma da Ernesto Carbone, oggi deputato renziano ma per anni membro del cda di Sin di cui è stato pure presidente e ad fino ad aprile 2013, nell'ultimo lustro i privati avrebbero «sfondato gli importi massimi contrattuali» per milioni di euro, avrebbero spinto per trasformare il Sin da srl a società per azioni in modo da diminuire «il controllo sulla società del socio pubblico Agea» e, soprattutto, sarebbero responsabili di «disservizi, inadempienze, ritardi e carenze che avrebbero provocato disagi e proteste» da parte degli utenti istituzionali del Sian.

Nel mirino di Carbone c'è l'intera infrastruttura tecnologica costata centinaia di milioni, il «malfunzionamento dei software per la presentazione delle domande di aiuto per la Pac» (servizio che serve ad oltre un milione di piccoli e grandi imprenditori del settore agricolo), ma anche il comportamento di alcuni dirigenti (il riferimento è al vecchio amministratore delegato Domenico Pecoraro) che avrebbero dato incarico a un'agenzia di investigatori privati (al costo di 1.200 euro, mai pagati) di fare un'indagine patrimoniale sul responsabile di una task force che «aveva consentito di risolvere errori e inefficienze del Rti Almaviva».

Ministero agricoltura

Non sappiamo se Carbone abbia ragione. Di certo nel 2010 il laboratorio Nestor dell'Università di Tor Vergata ha analizzato i servizi forniti da Sin, riscontrando che «il 95 per cento delle operazioni viene eseguito» da soli 7 dei 17 server comprati, e che le due macchine che si ripartiscono il 53 per cento del carico «risultano di essere di tecnologia risalente al 2006». Due mesi fa un'altra relazione tecnica redatta da una commissione esterna nominata da Carbone ha riscontrato gravi «incoerenze e anomalie» tra i vari database, che ancora oggi non parlano tra loro.

Così può capitare che ad agricoltori vengano bonificati centinaia di migliaia di euro che non gli spettano, mentre creditori non vengono pagati quanto dovuto. Anomalie interessano pure il numero dei fabbricati e i sistemi di sicurezza. Le conclusioni dei rapporti sono simili: «Il sistema», chiosa l'Università di Tor Vergata, «è altamente inefficiente, instabile, imprevedibile», e - nonostante gli oltre 400 milioni fatturati dai privati dal 2008 al 2012 - di fatto dovrebbe essere rifatto daccapo.

Ernesto Carbone

Gli sprechi delle mangiatoie Sin e Agea non si contano. Carbone (al quale hanno contestato di aver speso troppi soldi per viaggi e cene) ricorda a "l'Espresso" di essersi tagliato lo stipendio, «passato da 460 mila a 60 mila euro l'anno», e di aver restituito due Audi da 50 mila euro. Poi attacca, prima ricordando che il passaggio di Sin da Srl a Spa ha comportato per un certo periodo il raddoppio secco dei compensi degli amministratori. Poi, denunciando i milioni spesi per il progetto "Telaer", investiti da Agea per comprare due aerei Cesna che decollano quasi tutti i giorni per fotografare campi, colline e boschi, inviando poi le immagini al ministero. «Mi risulta però», afferma il deputato, «che il sistema Telaer al momento non sia utilizzabile, e che gli aeromobili giacciano all'aeroporto di Ciampino».

Le polemiche hanno investito anche Paolo Gulinelli, l'ex direttore generale di Sin considerato molto vicino a Gianni Alemanno. Il manager aveva fatto la guerra ad Rti Almaviva risparmiando (come spiega lui stesso) «circa 26,5 milioni di euro l'anno dal 2011 ad oggi». Attualmente va segnalato che Gulinelli è indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio e, da semplice dirigente, risulta guadagnare ancora 262 mila euro l'anno.

ERNESTO CARBONE

 

GUARDIA DI FINANZA

 

L'imprenditore (oggi sotto processo) ha raccontato pure che il generale si sarebbe pesantemente speso per la candidatura di Gianni Lettieri, imprenditore del Pdl e amico del generale, a presidente della Regione Campania. «Aspirava a dargli una mano, elettoralmente credo, perché lui è un uomo molto stimato, molto conosciuto... Il "maresciallo" si muoveva molto per Lettieri, questo glielo posso assicurare, fino al punto, mi pare di non dire una bugia, alla cena a casa di Lettieri (dove era presente anche Dell'Utri, che comunicò agli astanti che tra Nicola Cosentino e Lettieri Berlusconi aveva scelto il terzo incomodo, cioè l'attuale governatore Stefano Caldoro, ndr.) c'era anche lui».

 

 

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