barack obama tim walz kamala harris

OBAMA È IL VERO BURATTINAIO DI KAMALA - ANCHE LA SCELTA DEL VICE, TIM WALZ, SAREBBE DA ATTRIBUIRE ALL'EX PRESIDENTE, GRAN CONSIGLIORI DELLA HARRIS - BARACK HA RACCONTATO A KAMALA COME ERA GIUNTO A DECIDERE CHE JOE BIDEN ERA LA PERSONA GIUSTA A FARE IL SUO "RUNNING MATE". E IN EFFETTI, CI SONO DELLE SOMIGLIANZE: WALZ OFFRE A HARRIS ESPERIENZA NEL GOVERNARE, MA ALLO STESSO TEMPO POTREBBE RACIMOLARE VOTI NELL'AMERICA BIANCA DEL MIDWEST (CHE BILANCIA LE ORIGINI CALIFORNIANE E MULTIETNICHE DELLA CANDIDATA...)

Estratto dell’articolo di V. Ma. per il “Corriere della Sera”

 

TIM WALZ NEL 2007

[…] Il 71% degli americani non ha idea di chi sia Tim Walz. Ma in due settimane (e a tre mesi dal voto) il «ticket» dei democratici per la Casa Bianca si è trasformato: da Biden-Harris al gigantesco Harris-Walz che sovrastava ieri gli spalti dell’arena della Temple University. Walz ha detto grazie a Harris «per aver riportato la gioia».

 

L’annuncio del vice era arrivato in mattinata dopo una copertura minuto per minuto della Cnn paragonabile a quella per il salvataggio dei ragazzi dalla grotta in Thailandia. Barack Obama è stato una delle persone consultate da Harris: le avrebbe raccontato come era giunto a decidere che Joe Biden era la persona giusta a fare il suo vice. E ci sono delle somiglianze: come Biden con Obama, Walz offre a Harris esperienza nel governare e potenzialmente un appeal per l’America bianca del Mid-West che bilancia le origini californiane, multietniche e urbane della candidata.

 

KAMALA HARRIS - TIM WALZ

Non porta in dote uno Stato in bilico: la Pennsylvania oppure l’Arizona, come avrebbero (forse) potuto fare Josh Shapiro o Mark Kelly, gli altri due «finalisti». Il Minnesota è comunque definito il più rosso tra gli Stati blu; e Walz riuscì a conservare il seggio in un distretto rurale dove Trump nel 2016 batté Hillary Clinton con un vantaggio del 15%.

 

Con Walz, Harris ha fatto in un certo senso qualcosa di simile a Trump con il suo vice J.D.

Vance: scegliere il preferito dalla «base» per mantenere l’entusiasmo.

 

La sinistra del partito aveva osteggiato Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania, per le sue dichiarazioni dure sull’antisemitismo nei campus durante le proteste pro-Gaza, e il senatore dell’Arizona Mark Kelly perché percepito come anti-sindacati. «È meglio che non sia Shapiro», diceva ieri una signora afroamericana. «Penso che prenderanno meno voti in Pennsylvania senza di lui», sosteneva invece Stanley Vilsak, pompiere, che comunque vota per Trump.

 

barack obama foto creata con l'intelligenza artificiale 2

Anche la «chimica» ha contato: l’incontro di Harris con Shapiro non era andato benissimo a detta dei suoi consiglieri, comunque ieri era sul palco ad appoggiare gli «amici» Kamala e Tim. Walz piace all’ala progressista, da Bernie Sanders ad Alexandria Ocasio-Cortez, ma anche a moderati come Joe Manchin. Nancy Pelosi, la potente ex speaker della Camera, sostiene che «dire che è di sinistra è assurdo, è di centro». C’è anche chi suggerisce che Harris, ora che ha accontentato la base, ha il capitale per riorientarsi verso scelte moderate (come ha già fatto sul fracking).

 

tim walz e kamala harris ridono sguaiatamente

Trump definisce Walz un «radicale» come Harris. Vance […] ha detto che il ripudio di Shapiro dimostra «l’antisemitismo dei democratici». Poi ha accusato Walz di aver lasciato Minneapolis bruciare durante le proteste del 2020, di voler «dare i vostri bambini in adozione se vi opporrete al cambio di sesso», mentre «gli impieghi nelle fabbriche finiranno in Cina per via delle sue politiche sull’energia verde».

 

kamala harris e tim walz

barack obama foto creata con l'intelligenza artificiale 1

E siccome Walz ha chiamato i trumpiani «strambi», Vance si è presentato come paladino della normalità: ecco due persone «normali», ha detto, passando il microfono a una coppia che ha perso il figlio a causa del Fentanyl. […]

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO