OBAMA È IL VERO BURATTINAIO DI KAMALA - ANCHE LA SCELTA DEL VICE, TIM WALZ, SAREBBE DA ATTRIBUIRE ALL'EX PRESIDENTE, GRAN CONSIGLIORI DELLA HARRIS - BARACK HA RACCONTATO A KAMALA COME ERA GIUNTO A DECIDERE CHE JOE BIDEN ERA LA PERSONA GIUSTA A FARE IL SUO "RUNNING MATE". E IN EFFETTI, CI SONO DELLE SOMIGLIANZE: WALZ OFFRE A HARRIS ESPERIENZA NEL GOVERNARE, MA ALLO STESSO TEMPO POTREBBE RACIMOLARE VOTI NELL'AMERICA BIANCA DEL MIDWEST (CHE BILANCIA LE ORIGINI CALIFORNIANE E MULTIETNICHE DELLA CANDIDATA...)
Estratto dell’articolo di V. Ma. per il “Corriere della Sera”
[…] Il 71% degli americani non ha idea di chi sia Tim Walz. Ma in due settimane (e a tre mesi dal voto) il «ticket» dei democratici per la Casa Bianca si è trasformato: da Biden-Harris al gigantesco Harris-Walz che sovrastava ieri gli spalti dell’arena della Temple University. Walz ha detto grazie a Harris «per aver riportato la gioia».
L’annuncio del vice era arrivato in mattinata dopo una copertura minuto per minuto della Cnn paragonabile a quella per il salvataggio dei ragazzi dalla grotta in Thailandia. Barack Obama è stato una delle persone consultate da Harris: le avrebbe raccontato come era giunto a decidere che Joe Biden era la persona giusta a fare il suo vice. E ci sono delle somiglianze: come Biden con Obama, Walz offre a Harris esperienza nel governare e potenzialmente un appeal per l’America bianca del Mid-West che bilancia le origini californiane, multietniche e urbane della candidata.
Non porta in dote uno Stato in bilico: la Pennsylvania oppure l’Arizona, come avrebbero (forse) potuto fare Josh Shapiro o Mark Kelly, gli altri due «finalisti». Il Minnesota è comunque definito il più rosso tra gli Stati blu; e Walz riuscì a conservare il seggio in un distretto rurale dove Trump nel 2016 batté Hillary Clinton con un vantaggio del 15%.
Con Walz, Harris ha fatto in un certo senso qualcosa di simile a Trump con il suo vice J.D.
Vance: scegliere il preferito dalla «base» per mantenere l’entusiasmo.
La sinistra del partito aveva osteggiato Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania, per le sue dichiarazioni dure sull’antisemitismo nei campus durante le proteste pro-Gaza, e il senatore dell’Arizona Mark Kelly perché percepito come anti-sindacati. «È meglio che non sia Shapiro», diceva ieri una signora afroamericana. «Penso che prenderanno meno voti in Pennsylvania senza di lui», sosteneva invece Stanley Vilsak, pompiere, che comunque vota per Trump.
barack obama foto creata con l'intelligenza artificiale 2
Anche la «chimica» ha contato: l’incontro di Harris con Shapiro non era andato benissimo a detta dei suoi consiglieri, comunque ieri era sul palco ad appoggiare gli «amici» Kamala e Tim. Walz piace all’ala progressista, da Bernie Sanders ad Alexandria Ocasio-Cortez, ma anche a moderati come Joe Manchin. Nancy Pelosi, la potente ex speaker della Camera, sostiene che «dire che è di sinistra è assurdo, è di centro». C’è anche chi suggerisce che Harris, ora che ha accontentato la base, ha il capitale per riorientarsi verso scelte moderate (come ha già fatto sul fracking).
tim walz e kamala harris ridono sguaiatamente
Trump definisce Walz un «radicale» come Harris. Vance […] ha detto che il ripudio di Shapiro dimostra «l’antisemitismo dei democratici». Poi ha accusato Walz di aver lasciato Minneapolis bruciare durante le proteste del 2020, di voler «dare i vostri bambini in adozione se vi opporrete al cambio di sesso», mentre «gli impieghi nelle fabbriche finiranno in Cina per via delle sue politiche sull’energia verde».
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E siccome Walz ha chiamato i trumpiani «strambi», Vance si è presentato come paladino della normalità: ecco due persone «normali», ha detto, passando il microfono a una coppia che ha perso il figlio a causa del Fentanyl. […]