OBAMA “UNCHAINED”, MA I REPUBBLICANI AZZANNANO - LA NOMINA DI CHUCK HAGEL AL PENTAGONO E’ A RISCHIO: L’EX SENATORE DEL GOP HA CONTRO IL SUO PARTITO - LE ACCUSE: “TRADIMENTO” POLITICO, POSIZIONI ANTI-ISRAELE, UNA VECCHIA POLEMICA SUI GAY - LA RATIFICA DEL SENATO PER L’EROE DEL VIETNAM NON E’ SCONTATA - MENO CONTESTATA LA NOMINA DI BRENNAN ALLA CIA, SULLA GRATICOLA “SOLO” PER LE SUE IDEE PRO-TORTURA…
Marco Valsania per il "Sole 24 Ore"
Barack Obama ha scelto i suoi candidati per due poltrone che scottano, la Cia e il Pentagono. Alla guida dei servizi segreti per eccellenza, colpiti dalla tragedia di Bengasi in Libia e dalle dimissioni del direttore David Petraeus per una relazione extraconiugale, è stato promosso John Brennan, l'influente consigliere antiterrorismo della Casa Bianca.
Al Dipartimento della Difesa l'ex senatore repubblicano Chuck Hagel del Nebraska, da tempo vicino a Obama e che aveva rotto con il proprio partito nel sostegno alla guerra in Iraq. Brennan «ha un'esperienza impareggiabile», ha detto il presidente. E Hagel «ha dimostrato di saper lavorare con entrambi i partiti». Entrambi sono considerati molto vicini a Obama, parte della sua ristretta cerchia di confidenti.
Entrambe, però, sono anche nomine controverse per il Congresso che le deve approvare. E quella di Hagel presenta il rischio maggiore: è inviso a più di un esponente repubblicano. Lo accusano, a cominciare dal senatore della South Carolina Lindsey Graham, di aver tradito il partito con prese di posizioni contro la guerra in Iraq e di aver sostenuto Obama alle presidenziali del 2008. Non solo: è stato definito duro con Israele per aver reagito con stizza a pressioni delle associazioni ebraiche.
E troppo morbido con l'Iran, ha criticato alcune sanzioni. Accuse che ha respinto, citando i suoi voti per aiuti a Gerusalemme e per sanzioni multilaterali a Teheran. Nel suo passato c'è anche una polemica sui diritti dei gay: nel 1998 attaccò la nomina di James Hormel ad ambasciatore in Lussemburgo perché omosessuale. Attacco di cui si è in seguito scusato.
Ma la Casa Bianca ha fiducia di poter vincere la battaglia sulla sua nomination: crede che un numero sufficiente di democratici e repubblicani alla fine confermerà la nomina in Senato. Obama ha già dovuto ammettere una sconfitta quando ha accettato il ritiro del suo candidato preferito a segretario di Stato, l'ambasciatore all'Onu Susan Rice, sotto una pioggia di assalti repubblicani.
Un'esperienza che cercherà di non ripetere: Hagel, 66 anni, ha dalla sua un passato di eroe della guerra del Vietnam e una lunga frequentazione della politica estera e militare, come membro delle Commissioni del Congresso sugli affari esteri e l'intelligence, cruciale per la riorganizzazione in corso nelle forze armate per aumentarne l'efficienza avviate dal predecessore, Leon Panetta.
Meno controverso appare il 57enne Brennan, che però avrà la missione più ardua: restituire credibilità agli 007 americani. In passato è stato a sua volta al centro di polemiche: ex alto dirigente della Cia già sotto Bush, fu sospettato di condonare le torture. Quattro anni or sono Obama, che già allora lo voleva alla Cia, decise di evitare scontri pubblici e lo insediò quale super-consigliere. In questi anni la reputazione di Brennan è cresciuta: ha lavorato su tutte le questioni calde della sicurezza nazionale, dal programma dei droni per eliminare terroristi fino al disastro dall'uragano Sandy.
Si è rilanciato anche fra le correnti liberal, che più lo avevano criticato: ha sostenuto la chiusura di Guantanamo, nonostante l'amministrazione abbia mancato l'obiettivo. Brennan vanta inoltre una lunga carriera dentro i servizi segreti: è stato a capo della sezione della Cia in Arabia. E questo dovrebbe aiutarlo a restituire morale a un'organizzazione ferita dalle polemiche sull'uccisione dell'ambasciatore americano a Bengasi e dallo scandalo di Petraeus. Sia Hagel che Brennan hanno inoltre un tratto in comune: gli stretti rapporti con Obama, che nel secondo mandato appare intenzionato a costruire una squadra soprattutto fidata.
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