SBARACKATE IL COLOSSEO – L’INUTILE FATICA DELL’ARCHITETTO-CICERONE DI OBAMA: DURANTE LA VISITA ALL’ANFITEATRO PIU’ FAMOSO DEL MONDO IL PRESIDENTE USA SVELA UN LIVELLO CULTURALE DA PIANTO: ‘E’ PIÙ GRANDE DI UNO STADIO DI BASEBALL’

Carlo Alberto Bucci per ‘La Repubblica'

«Quando gli ho raccontato di Commodo e dello struzzo decapitato sbattuto in faccia ai senatori, beh, lì Obama ha strabuzzato gli occhi. E ha ripetuto, sorridendo, quel brano di storia agli uomini del suo staff, come se lo dovessero mandare a memoria». Così Barbara Nazzaro, per un'ora il cicerone del presidente Usa in visita ieri al Colosseo.

Architetto, cosa gli aveva detto?
«Eravamo nei sotterranei e io gli ho consigliato per scherzo di risolvere le questioni con i senatori Usa come fece Commodo con i suoi un giorno nell'arena: minacciandoli con una testa sanguinante».

Commodo è anche l'imperatore del Gladiatore di Ridley Scott, l'antagonista di Russell Crowe.
«Obama conosce quel film - sottolinea l'esperta del monumento, 49 anni, da otto in forza al Colosseo - e si è fatto una risata alla mia proposta: con quel suo modo gentile però, sempre estremamente cortese, affabile e diretto, davvero un gentleman».

Durante la visita guidata avete usato un interprete?
«No, io parlo inglese bene: ho vissuto e studiato molti anni in Sudafrica. Poi però mi sono laureata a Roma e specializzata in restauro architettonico».

Che cosa lo affascinava dell'anfiteatro Flavio?
«L'aspetto politico. Da lì abbiamo cominciato. Dalla decisione dei Flavi di spianare il lago di Nerone per restituire quello spazio al popolo, regalando all'Urbe la più grande arena per i giochi».

Oddio, ma così ha rischiato di stenderlo. Era lì per distrarsi il leader della superpotenza americana. Cosa gli ha detto d'altro?
«Eravamo al piano terra, al cancello 5. Ci ha presentati il mio ministro (Dario Franceschini, ndr). Obama ha rivelato che non era mai stato al Colosseo, ma che gliene avevano parlato le figlie, entusiaste dopo la visita dell'anno scorso. Gli ho quindi raccontato del gesto politico di Vespasiano ma anche dei quattro ordini architettonici dell'esterno. Avevo le foto e gliel'ho mostrate ».

Le foto? Ma non poteva portarcelo davanti?
«La sicurezza non ce lo ha consentito. Con le immagini gli ho potuto mostrare il passaggio degli ordini classici, dorico, ionico, eccetera, al neoclassicismo tramite
la mediazione del Rinascimento e di Andrea Palladio».

Il palladianesimo anglosassone! E lui?
«Al nome di Palladio si è illuminato».

Meno male, sembrava che fosse rimasto impressionato solo dalle dimensioni del Colosseo. "È più grande di un nostro stadio di baseball!", pare che abbia esclamato Obama.
«Sì, e lo ha ripetuto più di una volta mentre salivamo le scalinate. Le dimensioni dell'anfiteatro Flavio sono, effettivamente, straordinarie pure oggi. Però il presidente Usa conosce bene anche i temi e i problemi dell'architettura».

Roma è stata fatta grande dagli antichi ingegneri...
«E nei sotterranei ne abbiamo incontrato uno, Umberto Baruffaldi. Si sono fatti anche una foto assieme».

Chi è Baruffaldi?
«È un mio collega. L'ingegnere ha spiegato allo staff Usa come funzionava il montacarichi che portava le belve sul piano dell'arena. Parlavano, ma qui è intervenuta una traduttrice del seguito di Obama, davanti al modellino del prototipo che sta realizzando la Providence Pictures per un documentario. E Obama era affascinato dal meccanismo perfetto di quell'"ascensore"».

Altre domande?
«Mi ha chiesto quanto durassero i giochi. E lo ha impressionato che occupassero l'intera giornata. Ma anche che fossero gratuiti, regalo della magnanimità dei principi».
L'ultima immagine?
«Obama su in alto, affacciato dal terzo livello. Ha guardato in basso e ha esclamato: "Questo doveva essere il posto migliore per vedere i giochi: la barbarie del sangue nell'arena restava lontana"».

 

OBAMA E BARBARA NAZZARO OBAMA BARBARA NAZZARO COLOSSEO OBAMA BARBARA NAZZARO COLOSSEO OBAMA BARBARA NAZZARO COLOSSEO BARACK OBAMA IN VISITA AL COLOSSEO FOTO LAPRESSE BARACK OBAMA IN VISITA AL COLOSSEO FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...