OLIO D’OLIVI - LA COMUNICAZIONE DI MONTI HA QUALCHE PROBLEMA E SOPRATTUTTO HA ORMAI POCO DI SOBRIO - BETTY OLIVI LUBRIFICA IL SUO SUPERMARIO CON LA MODESTIA (“L’UNICA COSA ANORMALE È IL SUO QUOZIENTE D’INTELLIGENZA”) E QUALCHE SMODERATEZZA, TIPO: L’AMBIZIONE DI MONTI? “DIMOSTRARE DI ESSERE IL MIGLIORE, SEMPRE” MA COLLEZIONA SOLO GAFFE - TRA GLI SPIN DOCTOR “POLITICI” E LA PORTAVOCE “TECNICA” E’ SCESO IL GELO…
1- OLIO D'OLIVI
Filippo Facci per "Libero"
La comunicazione di Monti ha qualche problema e soprattutto ha ormai poco di sobrio. Le ancelle della grande informazione sono stanche e sperticate (su Corriere, Stampa, Repubblica ecc.) e le coloriture ebbre e al limite del brillo sono caricate sulle spalle di Betty Olivi detta Mafalda, la 62enne portavoce che lo segue dal 1994. La citazione di Monti da parte di Obama pare che sia un'invenzione dello staff di Palazzo Chigi (questo sostiene il Fatto quotidiano) e nella rassegna stampa governativa oltretutto è stato omesso l'articolo che lo segnalava.
Doppia gaffe, anzi tripla: perché l'articolo in compenso era in altre rassegne anche d'oltreoceano. Accadeva nel giorno in cui la portavoce rilasciava un'intervista (sì, lei) a un periodico dal titolo giusto: Vanity Fair. Olio d'Olivi ha lubrificato il suo Mario con l'ennesima pippa sul Monti sobrio («è una sua caratteristica che ci consiglia di usare») oltreché modestie varie («l'unica cosa anormale è il suo quoziente d'intelligenza») e qualche smoderatezza, tipo: Quirinale o Palazzo Chigi? «Può fare l'una e l'altra». Insieme? Poi: l'ambizione di Monti? «Dimostrare di essere il migliore, sempre». Molto sobrio. Ancora: «Monti è stato il primo a coniare la categoria cittadino-consumatore ». Sarebbe un merito. Infine: «Non cerchiamo la popolarità ». Non c'è pericolo.
2- I PORTAVOCI "POLITICI" VERSUS LA PORTAVOCE "TECNICA"
Luca Maurelli per "Il Secolo d'Italia"
"Signori, ora basta con questi retroscena sui giornali...». Betty Olivi, nel primo vertice di febbraio con portavoce e addetti stampa dei ministri, per la prima volta aveva fatto la voce grossa, forte della sua autorevolezza di comunicatrice di respiro "europeo". Ne aveva ricevuto in cambio, però, sorrisini e smorfie: quei marpioni della comunicazione politica che da anni si alternano negli uffici stampa dei Palazzi che contano, l'avevano gelata con lo sguardo.
«Betty, qui siamo in Italia, mica i giornalisti li chiedono a noi i retroscena...», le aveva stizzosamente fatto notare uno degli "anziani", riuniti nella Sala Verde di Palazzo Chigi. La portavoce di Monti, però, aveva insistito: «Sì, ma allora perché vengono fuori notizie di quello che succede in Consiglio dei ministri?». E l'altro: «Appunto, chiedilo ai ministri...». Risatine, sorrisini, colpetti di gomito.
La telefonata di Cicchitto svelata, la gaffe asiatica sui partiti, per non parlare dell'intervista "berlusconiana" della moglie di Monti a "Chi", fino a ieri, con la pubblicazione sul sito del governo del discorso integrale di Obama, nel quale non c'è traccia delle annunciate lodi del presidente americano a Monti: sono queste le ultime perle di Elisabetta "Betty" Olivi, mai come oggi messa in discussione nel suo ruolo di portavoce del premier.
Non a caso, fin dalla sua nomina di fine gennaio, tra la "voce" di Monti e il resto della truppa dei comunicatori di governo, s'è creato un solco, alimentato anche dall'atteggiamento quanto mai rigido della Olivi durante le conferenze stampa e dalla freddezza che manifesta con i colleghi.
à evidente che quando una vecchia volpe dell'editoria come sottosegretario Paolo Peluffo - uno che è stato consigliere per la stampa perfino del Quirinale - si ritrova a rinvangare vecchi aneddoti e antichi duelli con i "grandi commis" della comunicazione che lavorano con i ministri, la Olivi si senta un pesce fuor d'acqua.
Il distacco tra la Betty e il resto degli "spin doctor", inevitabilmente, si fa sentire anche con il fronte dei "destrorsi", che vanta in prima linea Filippo "Pippo" Pepe, un passato al "Giornale", poi al servizio di Maurizio Gasparri e di Giulio Tremonti, rimasto in sella alla comunicazione del Ministero dell'Economia con le super-deleghe di Monti.
Pepe, un professionista dell'informazione che ha nella sua capacità di intrattenere cordiali relazioni bipartisan uno dei suoi punti di forza, è considerato un po' l'ufficiale di collegamento con la signora di Palazzo Chigi. Ma non è un compito facile. Con Pepe, tra gli "esperti", c'è anche Fabrizio Ravoni, anch'egli ex "Giornate" ed ex portavoce di Tremonti, fino a qualche mese fa a Palazzo Chigi con Berlusconi premier e ora portavoce del ministro della Difesa.
In questo fronte di portavoce "politici", che soffrono un po' il ruolo debordante della "tecnica" Olivi, un discorso a parte merita Stefano Porro, ex Unità , ex portavoce di Antonio Bassolino alla Regione Campania, ma anche ex capo ufficio stampa del ministro dello Sviluppo del governo Berlusconi, Paolo Romani.
Anch'egli è stato riconfermato dai neoministro Passera proprio grazie al suo passato "politico", ma bipartisan. Inevitabilmente, tra chi guarda con un po' di snobismo alla "straniera" Olivi, fanno gruppo a sé i cattolici Giovanni Grasso, Alberto Bobbio e Gerardo Ferrari: il primo, redattore di "Avvenire" e a lungo capo ufficio stampa dei Senato, è l'attuale portavoce del ministro della Cooperazione Andrea Riccardi; il secondo, Bobbio, è stato caporedattore di "Famiglia Cristiana" fino a quando ha ricevuto la nomina d portavoce del Ministro della Salute, Renato Balduzzi; infine Gerardo Ferrari, che lavora con il ministro cattolico dei Beni Culturali Lorenzo Omaghi grazie alla sua esperienza a capo dell'ufficio stampa della Cattolica di Milano.
I "tecnici" sono quelli che invece con la Olivi parlano e si raccordano di più, capeggiati da Jacopo Giliberto, giornalista del "Sole 24Ore", portavoce del ministro dell'Ambiente Corrado Clini: con lui anche Guido Schwarz, prelevato dal Cnr dal ministro Profumo, poi le due giornaliste in arrivo dalle agenzie di stampa, Laura Sala, dell'Asca (che lavora con ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda) e Silvia Barocci, cronista giudiziaria dell'Ansa, che affianca il Guardasigilli Paola Severino.
E la Fornero ? Lei ha voluto un comunicatore-banchiere, Filippo Vecchio, già Intesa-San Paolo. Un "tecnico"? Non proprio, visto il ruolo di comunicatore a Palazzo Chigi, prima con D'Alema poi con Prodi. Pare che lui vada molto d'accordo con Betty.
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