renzi gentiloni

“CON I GRILLINI FORSE SI POTEVA DISCUTERE” - OSPITE DI FAZIO, GENTILONI CRITICA RENZI E LA SUA CHIUSURA AL M5S: “IL GRAN RIFIUTO NON ERA INDISPENSABILE, INCONTRARLI AVREBBE MESSO A NUDO LE CONTRADDIZIONI” - “L'IDEA CHE IN FONDO GLI ELETTORI, NON AVENDOCI VOTATO, SE LA SONO MERITATA, QUINDI QUASI UNA RIPICCA, A MIO PARERE È FUORI DAL MONDO…”

D.Gor. per il “Corriere della Sera”

 

RENZI E GENTILONI

«Non ho ancora prenotato le vacanze. Ma non per ragioni politiche. Sono attese da molto tempo e speriamo di poterle fare: significa che non si va a votare tra quattro mesi». Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio in carica per il disbrigo degli affari correnti, ha risposto così ieri sera a Fabio Fazio aprendo la trasmissione Che tempo che fa.

 

No al voto, ma lo stallo non è certo un'opzione: «Ci sono urgenze, decisioni da prendere e manca la forza di un governo a pieno titolo. Sarebbe un problema proseguire così». Per questo, spiega Gentiloni, tutte le forze politiche dovrebbero riflettere «senza altolà preventivi» sulle proposte che farà il presidente della Repubblica: «Dire no a Mattarella sarebbe dire no all'Italia: è molto pericoloso».

 

DI MAIO RENZI

Dunque, nel Pd il capo dello Stato «troverà un interlocutore positivo, almeno uno...». E, anche se l'ipotesi di una sua reinvestitura non sembra essere sul tavolo del Quirinale, nel caso «io preferirei di no, ma sarebbe mio dovere accettarla», assicura Gentiloni. E lo fa con uno scivolone letterario, perché usa una citazione attribuendola a Oscar Wilde invece che a Herman Melville.

 

Il discorso poi vira inevitabilmente sul Pd, e sulla linea di Matteo Renzi secondo la quale deve governare chi ha vinto le elezioni. «A loro tocca governare, ma a noi di essere governati. E, per le mie idee e per il bene del Paese, non credo che un esecutivo 5 Stelle-Lega, se pur legittimo, sia il massimo». Non che fosse auspicabile un accordo grillini-Pd, però «forse si poteva discutere, avrebbe messo a nudo le contraddizioni. Forse il gran rifiuto non era indispensabile». Anche perché «l'idea che in fondo gli elettori, non avendoci votato, se la sono meritata, quindi quasi una ripicca, a mio parere è fuori dal mondo».

RENZI MARTINA

 

«Il Pd - insiste Gentiloni - ha preso due sberle. Una il 4 dicembre e l' altra il 4 marzo: ma la cosa secondo me più allarmante è che non ci siamo domandati il perché». Adesso «darei un po' di tempo a Maurizio Martina. Anche Beppe Sala e Carlo Calenda hanno suggerito alcuni organismi per aiutarlo». Per il prossimo futuro, invece, «soprattutto se dovesse nascere un governo incognita come quello M5S-Lega, bisogna costruire una coalizione ampia di centrosinistra, dai moderati alla sinistra più combattiva, che possa in qualche tempo ridiventare competitiva. È possibile».

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…