meme su zelensky al g7 con giorgia meloni volodymyr borgo egnazia

L’ULTRA-ATLANTISTA GIORGIA NON PUO’ NASCONDERE CHE IL GOVERNO È SPACCATO SULL’UCRAINA - PANEBIANCO: “PIÙ SI RIBADISCE IL PROPRIO SINCERO APPOGGIO A KIEV, PIÙ LA CONTRADDIZIONE DIVENTA PALESE. NELLA COALIZIONE CONVIVONO ATLANTICI, MAGGIORITARI, E FILOPUTINIANI (LEGA). LA POSIZIONE ADOTTATA È IL PUNTO DI EQUILIBRIO PER MANTENERSI IN SINTONIA CON LE CORRENTI MAGGIORITARIE (O SUPPOSTE TALI) DELL’OPINIONE PUBBLICA. ITALIA E UNGHERIA SULLE STESSE POSIZIONI SULLA QUESTIONE DELL’USO DELLE ARMI DA PARTE DI KIEV NON È UN BEL VEDERE...”

Estratto dell’articolo di Angelo Panebianco per il “Corriere della Sera”

 

VOLODYMYR ZELENSKY CON GIORGIA MELONI AL G7 - MEME BY OSHO

Tifare sinceramente per l’uomo mingherlino aggredito da un feroce energumeno, e portargli anche ogni genere di assistenza, ma al tempo stesso pretendere che egli si difenda con un braccio legato dietro la schiena. Italia e Ungheria sulle stesse posizioni sulla questione dell’uso delle armi da parte di Kiev non è un bel vedere. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne converrà.

 

Mentre la scelta dell’Ungheria è, a suo modo, limpida, chiarissima (Orbán è un sodale di Putin), quella italiana invece non lo è per niente. Dal momento che l’Italia è su posizioni atlantiche, sostiene militarmente Kiev fin dall’inizio dell’invasione e, bisogna dire, lo fa al meglio possibile per ciò che lo consentono le sue capacità.

 

E allora, come mai questo dissociarsi, questo smarcarsi platealmente da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, nonché dai vertici di Bruxelles? […]

giorgia meloni in ucraina

 

C’è qualcosa di opaco, di non detto, in quelle dichiarazioni. L’impressione è che ci si arrampichi sugli specchi per giustificare una posizione che, quanto al merito, è ben poco difendibile. […]

 

Che cosa c’è di «offensivo» anziché di puramente difensivo, nel colpire i siti missilistici posti in territorio russo da cui partono gli attacchi contro le città ucraine? Che cosa c’è di «offensivo», anziché di puramente difensivo, nell’occupare porzioni di territorio russo allo scopo sia di alleggerire la pressione dell’aggressore in Ucraina sia di disporre di una merce di scambio per ottenere il ritiro di Putin dai territori ucraini occupati? Comunque la si rigiri, la posizione italiana — not in my name — non è sostenibile. E più si ribadisce il proprio sincero appoggio a Kiev più la contraddizione diventa palese.

volodymyr zelensky giorgia meloni kiev

 

Ci sono due possibili spiegazioni (fra loro non incompatibili) della posizione italiana. La prima è la spiegazione che possiamo definire «politicista». Nella coalizione di governo convivono atlantici, maggioritari, e filoputiniani (in minoranza). La posizione adottata — le armi fornite dall’Italia sono soggette a limitazioni nell’uso — è il punto di equilibrio entro la coalizione. Permette ai filoputiniani di non dissociarsi. Sia pure obtorto collo. Serve a garantire la stabilità della maggioranza e dell’esecutivo. La seconda spiegazione ha a che fare con il tentativo del governo di mantenersi in sintonia con le correnti maggioritarie (o supposte tali) dell’opinione pubblica.

 

justin trudeau giorgia meloni volodymyr zelensky ursula von der leyen alexander de croo

Non c’è soltanto una robusta minoranza schierata con Putin. Anche molti di coloro che simpatizzano con Kiev vogliono essere riassicurati sul fatto che l’Italia, sostegno militare a Kiev a parte, non rischierà mai di essere coinvolta in un conflitto con la Russia. A tutti costoro non è stato spiegato, o non è stato spiegato abbastanza, che se la Russia prevarrà in Ucraina (magari aiutata da un Trump alla Casa Bianca) non si fermerà.

 

giorgia meloni volodymyr zelensky 2

Rivolgerà in seguito la sua attenzione ad altri Paesi europei come pretende l’ideologia neo-imperiale da cui traggono legittimità Putin e il gruppo che lo circonda e che controlla il Cremlino. O Putin lo si blocca in Ucraina oppure non lo si ferma più.

 

giorgia meloni volodymyr zelensky

E allora, per chiunque viva in Europa sarà difficile non essere coinvolto. Le opinioni pubbliche inglese e francese lo hanno compreso. Quella italiana no. O, per lo meno, questa sembra essere la valutazione del governo.

 

giorgia meloni e volodymyr zelensky a kiev 24 febbraio 2024

[…]

l abbraccio tra giorgia meloni e volodymyr zelensky al vertice nato di vilnius GIORGIA MELONI PILOTA DI JET - FOTOMONTAGGIO giorgia meloni zelensky

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…