PAPA E MILANESE: STESSE ACCUSE ESITO “ANTROPOLOGICAMENTE” DIVERSO – ESSì, HA GIOCATO BENE LE SUE CARTE, L'EX BRACCIO DESTRO DI GIULIETTO TREMENDINO. PER SFANGARLA GLI È BASTATO FAR CAPIRE CHE, SE MANDANO AL GABBIO LUI, ARRIVERANNO SUBITO ALTRE 4-5 RICHIESTE DI ARRESTO PER DEPUTATI - NON A CASO IL PD NON VUOLE IL VOTO SEGRETO, CHE INVECE SPACCHEREBBE LA MAGGIORANZA E FAREBBE RISCHIARE MILANESE…

Mattia Feltri per "la Stampa"

Per fare un esempio: quelli dell'Udc si chiedono se sia il caso, in tempo di crisi, di indebolire il ministro Giulio Tremonti. Se lo chiedono nei cantucci, naturalmente, e sottovoce e purché i microfoni siano spenti e i taccuini chiusi. Anche i leghisti si fanno delle domande, a proposito del loro amico dell'Economia. Il leader padano, Umberto Bossi, in un momento in cui gli si erano intrecciate le dita, ha detto: «Non mi piace mandare in galera la gente».

Lo ha detto a proposito di Marco Milanese e immemore della galera a cui meno di due mesi fa venne costretto il deputato Alfonso Papa, con il decisivo contributo di una Lega vintage, in versione cappio. I parlamentari in cravatta verde si presero la briga di immortalare il momento della pistola fumante: si fotografarono la mano mentre premeva il tasto giusto, casomai fosse stato necessario esibire la prova in digrignanti feste celtiche.

Marco Milanese è stato il braccio destro di Tremonti, gli ha subaffittato un lussuoso appartamento in via di Campo Marzio a Roma ed è accusato dalla procura di Napoli di associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio. Corre il rischio di essere il secondo deputato nella storia della Repubblica - il primo è proprio Alfonso Papa - a finire in detenzione preventiva per reati né di sangue né connessi all'eversione armata. Ma per lui, visti i dubbi dei casiniani e soprattutto quelli dei leghisti, le cose si stanno mettendo meglio. Ed è studiando il suo caso, e contrapponendolo a quello di Papa, che si colgono le tensioni ideali, diciamo così, che muovono i protagonisti di queste vicende.

La procura di Napoli aveva chiesto la facoltà di arrestare l'onorevole prima delle vacanze estive, ma la Giunta per le autorizzazioni a procedere dovette rinviare tutto a settembre - quaranta giorni dopo - per questioni procedurali. Una settimana in più di lavoro sarebbe stata sufficiente per stabilire la sorte di Milanese. Ma niente, era troppo persino per una categoria che non ha la fama di sudare le sette camicie.

Fu concessa agli inquirenti l'apertura delle cassette di sicurezza di Milanese che erano vuote, e sarebbe stato curioso il contrario. È altrettanto ovvio che in quaranta giorni l'indagato che vuole fuggire, fugge. E quello che vuole inquinare le prove, le inquina. E se intende reiterare il reato, lo reitera. La cosa non tocca il Palazzo e non tocca la procura: quaranta giorni dopo, si avanzano le medesime esigenze cautelari: Milanese può fuggire, inquinare, reiterare. E il Palazzo le discute, ripartendo da zero.

Che poi, quando mancavano un paio di giorni al voto su Papa, i cronisti batterono Montecitorio chiedendo ai deputati quali fossero queste benedette esigenze cautelari, e come si applicassero al caso di Papa, e di che cosa Papa precisamente fosse accusato. Pochi sapevano qualcosa, molti sapevano nulla. Si votò, in ampia libertà di incoscienza, secondo le indicazioni dei gruppi e nella convinzione che offrire un sacrificio umano placasse l'ira anticasta del popolo.

Probabilmente Papa era pure un vitellone ideale, un magistrato borbonico, un terronciello da intrallazzo, uno padanamente e lombrosia namente insalvabile, e dunque la preda ideale per il rito pagano della purificazione leghista. Milanese è tale per cognome e per natali, è stato un fedelissimo di Tremonti - il miglior amico della Lega - e secondo una minacciosa mitologia è depositario di terribili segreti, che segreti debbono continuare a essere. E poi, ancora, perché avvilire ulteriormente Tremonti, vista la crisi, la raffica di manovre, le verifiche europee? Sono queste le profonde ragioni sulle quali si fonda il destino di Milanese, per natura non dissimili da quelle che decapitarono Papa. L'eventuale fumus persecutionis e il merito delle accuse sono scocciature davanti alle istanze del consenso, della politica e forse anche a quelle antropologiche.

 

ALFONSO PAPA MARCO MILANESE GIULIO TREMONTI CASSETTE DI SICUREZZABOSSI UMBERTO

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…