parlamento ferie

LA LEGISLATURA VA GIÀ IN FERIE – IL GOVERNO NON ARRIVA? ALLORA ANDIAMO IN VACANZA: MEGA PONTE FESTIVO PER I DEPUTATI, CHE TORNERANNO IN AULA IL 7 MAGGIO PER OCCUPARSI DELLO SPERMA DEI SUINI – ANCHE I GRILLINI SI ASSUEFANNO ALLA PRASSI ISTITUZIONALE: IN DUE MESI LA MACCHINA DI MONTECITORIO È GIÀ COSTATA 252 MILIONI DI EURO, ALTRO CHE TAGLIO DEI VITALIZI

 

Salvatore Dama per “Libero quotidiano

 

laura castelli

Nel cortile di Montecitorio c'è un bel sole. Laura Castelli ne approfitta per portarsi avanti con il lavoro e godersi il tepore primaverile. Telefona e prende appunti sulla sua agendina. La vice capogruppo grillina è l'unica superstite tra i suoi colleghi deputati. Che, puff, sono spariti tutti già mercoledì sera. A passo veloce, coi trolley saltellanti sui sampietrini irregolari del centro storico di Roma. La Camera è convocata per il 7 maggio. Un mega ponte festivo di 18 giorni. Che, poi, ferie da cosa?

 

Roberto Fico - autobus

Dal 4 marzo, giorno di inizio della nuova legislatura, Montecitorio si è riunita 7 volte. Prevalentemente per distribuire poltrone.

L' ultima proprio ieri l'altro, quando è stato eletto un nuovo segretario d'aula. Il nono.

Tutti gli avvii di legislatura sono lenti. Questo è proprio un diesel. I proclami dei nuovi arrivati, che volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno, sono rimasti relegati su Twitter e Facebook. L' onorevole grillino ci ha messo poco ad assuefarsi alla lentezza della prassi istituzionale. Nessuno scalpita, nessuno si scandalizza.

 

Ora è chiaro anche a loro che le regole sono queste.

MONTECITORIO

Se i leader non trovano un accordo tra di loro, la legislatura non decolla. L'assenza di un governo che definisca chi sta in maggioranza e chi va all' opposizione, impedisce al Palazzo di cominciare a lavorare a regime. Senza nessuno che sieda a Palazzo Chigi, non possono insediarsi le Commissioni permanenti, che sono il motore della macchina legislativa. È stata nominata solo la Commissione speciale. I suoi componenti - 40 a Montecitorio e 27 a Palazzo Madama - sono gli unici che nei prossimi giorni avranno un po' da fare. Mentre gli altri novecento e passa incroceranno le braccia.

 

IN ATTESA

Entro fine mese dovrebbe vedere la luce il Documento economico e finanziario. C'è un testo neutro predisposto dal governo uscente, mentre tutti i gruppi parlamentari stanno lavorando a delle risoluzioni da mettere ai voti. Il resto della produzione legislativa è roba di serie B. Nessuno acuto, nessun tema che possa incontrare l'interesse degli elettori. Invece di occuparsi di pensioni, fisco, lavoro, giustizia o emergenza migranti, il Parlamento avrà da fare con la disciplina della riproduzione animale.

 

I parlamentari saranno chiamati a esprimere un parere sull' impiego di asini stalloni abilitati alla fecondazione di cavalle. Ma anche sul divieto fatto ai maiali, per ragioni di purezza genetica, di fecondare scrofe «in forma girovaga». Che, in versione bipede, sarebbe la classica «botta e via».

 

SESSO E SUINI

allevamento di maiali

Deputati e senatori dovranno dire la loro anche sulla pratica dell'inseminazione artificiale dei suini e sui centri di raccolta e di magazzinamento dello sperma. E qui già è facile prevedere «l'obiezione di coscienza» dei parlamentari cattolici. Questo è solo uno dei 19 decreti legislativi che attendono un parere dalla Commissione speciale, retaggio del governo uscente e della passata legislatura.

 

vitalizi proteste

A Palazzo Madama la situazione è ancora più imbarazzante. Dall'inizio della diciottesima legislatura i senatori hanno lavorato in totale 12 ore e 56 minuti. E non è detto che riprendano il 7 maggio perché a differenza della Camera non è ancora stata convocata la prossima seduta. Le indennità no, quelle arrivano precise, il 28 del mese. E non sono commisurate alle giornate di lavoro. Sono piene. Due mesi di fancazzismo costano al contribuente 252 milioni di euro. Altro che i 73 milioni di risparmi promessi con il taglio dei vitalizi. Sono già andati. Bruciati.

 

MANGIASOLDI

VITALIZI M5S

Montecitorio ha una macchina organizzativa enorme. Che ciuccia soldi anche se non si approvano leggi. Due numeri? In sessanta giorni, per esempio, se ne vanno 34 milioni per il personale, 13 milioni per le indennità e 10 per le diarie dei deputati, un milione per le pulizie del Palazzo e 700mila euro in bollette di gas, luce e acqua. Palazzo Madama ha costi inferiori, ma comunque importanti.

 

PROTESTE CONTRO IL VITALIZIO

Marzo e aprile saranno anche stati improduttivi dal punto di vista della legislazione, ma il Senato ha bruciato risorse per 91 milioni, pagando 16 milioni in stipendi dei senatori, 25 milioni per le pensioni dei dipendenti e 3,6 milioni di contributi ai gruppi parlamentari.

PROTESTE CONTRO IL VITALIZIOVITALIZI 5 STELLEPROTESTE CONTRO IL VITALIZIO

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”