copyright ansip salvini di maio google

COPYRIGHT O COPYWRONG? – IL PARLAMENTO EUROPEO RINVIA LA RIFORMA DEL DIRITTO D'AUTORE. 318 EURODEPUTATI HANNO VOTATO CONTRO E LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE TORNA AL MITTENTE - SALVINI E DI MAIO ESULTANO, IL COMMISSARIO AL MERCATO UNICO ANSIP: "FINIAMOLA CON GLI SLOGAN DELLE LOBBY E CERCHIAMO SOLUZIONI" – ECCO COSA C'È IN BALLO...

1 - COPYRIGHT: PARLAMENTO UE RINVIA RIFORMA, NUOVO VOTO A SETTEMBRE NON PASSA IL TESTO SU MISURE DIFESA DIRITTO D'AUTORE

 

WIKIPEDIA COPYRIGHT

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) Il Parlamento europeo ha respinto il testo sulla riforma Ue del diritto d'autore (copyright) votando contro l'avvio di negoziati con il Consiglio sulla proposta di direttiva. 318 eurodeputati hanno votato contro il testo alla base della trattativa, 278 si sono pronunciati a favore, 31 si sono astenuti. A questo punto il testo con gli emendamenti sara' discusso e votato dal Parlamento in seduta plenaria a settembre.

 

2 - COPYRIGHT. SALVINI: BAVAGLIO RESPINTO,NON CI FERMERANNO

riforma ue copyright online

(ANSA) – "Bavaglio alla rete e a Facebook respinto ora a Strasburgo anche grazie al no della Lega: non ci fermeranno". Così il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commenta su twitter il rinvio della riforma sul copyright deciso dall'Europarlamento.

 
3 - COPYRIGHT: DI MAIO, NESSUNO PUÒ METTERE BAVAGLIO RETE 

SALVINI DI MAIO

(ANSA) – "Oggi è un giorno importante, il segno tangibile che finalmente qualcosa sta cambiano anche a livello di Parlamento europeo", per Luigi Di Maio. "La seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l'impianto della direttiva bavaglio. La proposta della Commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta, il segnale è chiaro: nessuno si deve permettere di silenziare la rete e distruggere le incredibili potenzialità che offre in termini di libertà d'espressione e sviluppo economico".
 
4 - COPYRIGHT: ANSIP, STOP SLOGAN LOBBY,TROVARE SOLUZIONI. VICEPRESIDENTE COMMISSIONE UE, TUTELARE LIBERTÀ MA ANCHE I MEDIA

ANDRUS ANSIP

(ANSA) – "Ora finiamola con gli slogan delle lobby e cominciamo a cercare soluzioni". Così il vicepresidente al mercato unico digitale della Commissione Ue Andrus Ansip su Twitter dopo il voto negativo del Parlamento europeo che riapre la sua posizione sulla riforma del copyright. "Non dobbiamo accettare nessun compromesso che metta in pericolo la libertà d'espressione o i link" ma allo stesso tempo, ha sottolineato, "non dobbiamo accettare di lasciare senza protezione artisti e media di qualità".
 

5 – COPYRIGHT, GIORNALI E INTERNET LOTTA ALL' ULTIMO VOTO SULLA RIFORMA

Luigi Grassia per “la Stampa”

 

riforma ue copyright online

Oggi il Parlamento europeo vota a Strasburgo sulla riforma del copyright, cioè il diritto d' autore, a tutela dei giornali: obiettivo del provvedimento è garantire agli editori una remunerazione per gli articoli che finora sono stati prodotti ad alto costo dai giornali e utilizzati gratis dalle piattaforme online per ricavarne contatti e pubblicità; se passa la riforma, i giganti di Internet saranno costretti a pagare i diritti di pubblicazione.

 

I sostenitori della mozione dicono che si tratta semplicemente di applicare ai giornali le regole generali che si applicano (senza contestazioni) alla musica e ai film; gli oppositori ci vedono invece un attacco alla libertà di espressione.

 

riforma ue copyright online

Anche chi propone la riforma vede in gioco la libertà di espressione, ma da una prospettiva diversa: sostiene che i giornali chiuderanno uno dopo l' altro se i loro contenuti continueranno a essere saccheggiati impunemente, e allora tutto il sistema collasserà, perché non ci sarà più nessuno che produce le notizie da riprendere e commentare nei siti e nei blog.

 

I due fronti si dividono anche sulla portata effettiva del provvedimento: i sostenitori affermano che anche con le nuove regole i singoli utenti di Internet potranno continuare a scaricare tutto il materiale che vogliono; non è la libertà individuale a essere messa in gioco, saranno solo gli aggregatori di Internet a dover pagare.

riforma ue copyright online

 

E chi approva la riforma si spinge anche più in là: a suo dire, resteranno liberi di fare quel che hanno sempre fatto anche i siti come Wikipedia - che però non ci crede e ha oscurato le proprie pagine, per una specie di sciopero di protesta in vista del voto.

 

Chi si oppone alle nuove regole sul copyright non prende per buone queste rassicurazioni: teme che una volta intaccate la libertà e gratuità del web, sarà difficile porre limiti ai nuovi obblighi di cui verranno caricati gli utilizzatori delle notizie dei giornali.

GOOGLE FA VENT'ANNI

 

La questione ha un margine d' incertezza anche perché non esiste un testo definitivo su cui ragionare: il voto di oggi all' Europarlamento di Strasburgo non è per approvare o respingere un testo di legge, si tratta solo di una votazione interlocutoria, su un mandato a negoziare con il Consiglio e con la Commissione Ue la revisione delle norme; perciò qualunque rassicurazione risulta aleatoria.

 

Schematizzando (ma è una forzatura) gli schieramenti in vista del voto di oggi, si può dire che a favore della riforma delle norme sul diritto d' autore sono le due grandi famiglie politiche del Parlamento europeo, cioè i popolari (di centro e di centro-destra) e i socialdemocratici (di centro e centro-sinistra) mentre sono tendenzialmente ostili le opposizioni dei Verdi, dell'estrema sinistra, dell' estrema destra e della galassia populista.

parlamento europeo

 

In realtà questo schema pro e contro è forzato, perché in quasi tutte le compagini esistono fazioni che si ribellano apertamente alle indicazioni ufficiali di voto dei rispettivi gruppi. Viene scambiata in toni accesi l' accusa di difendere interessi economici costituiti: i sostenitori della riforma sono accusati di tutelare i grandi gruppi editoriali, gli oppositori di fare gli interessi dei colossi di Internet.

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...