renzi mattarella carrai

PASSO CARRAI, LO STOP DI MATTARELLA - “NON C’ENTRA COI SERVIZI”: IL COLLE SUGGERISCE IL RINVIO DELLA NOMINA DELL’AMICO DI RENZI MARCO CARRAI - L’IMPRENDITORE ENTRERÀ NELLO STAFF DEL PREMIER PER I BIG DATA, MA IL QUIRINALE HA VOLUTO CHE IL SUO INCARICO NON FOSSE CONFUSO CON QUELLO DEI VERTICI DI SICUREZZA DELLO STATO

RENZI MATTARELLA 9RENZI MATTARELLA 9

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

Un’altra pausa di riflessione su Marco Carrai, imprenditore nel ramo della sicurezza. Una scelta concordata nella cena di giovedì sera al Quirinale perché, secondo Sergio Mattarella, la nomina dell’amico fraterno del premier non poteva essere messa allo stesso livello degli incarichi istituzionali al vertice dei servizi e delle forze armate.

 

È un’altra cosa e doveva apparire tale anche nell’individuazione dei tempi. Carrai farà parte dello staff di Renzi, al pari di un portavoce o di un capo segreteria. Dunque, non ha bisogno del passaggio in consiglio dei ministri e non deve in alcun modo essere paragonato ai vertici di sicurezza dello Stato.

 

Anche perché sul Colle è stato deciso che Carrai non avrà a sua volta uno staff, o meglio una struttura a disposizione. Nessun doppione con agenzie e personale già esistenti all’interno di Aisi (servizio interno) e Aise (servizio estero). Sulla cybersecurity abbiamo i nostri mezzi, è stato il “richiamo” giunto nei giorni scorsi dalle reti istituzionali. Carrai può fare il consulente. E basta.

carrai renzi cybersecuritycarrai renzi cybersecurity

 

Renzi dunque porterà Carrai a Palazzo Chigi la prossima settimana. Un’ascesa che non doveva coincidere temporalmente con le decisioni di ieri, non si poteva alimentare una confusione di ruoli e di pesi. Su questo il presidente della Repubblica ha molto insistito. Senza strappi, senza traumi com’è nel suo stile. Ma specificando bene in quale contesto va inquadrato l’arrivo dell’imprenditore di Greve in Chianti nella vita pubblica. Eppoi Renzi, giovedì sera, ha ottenuto comunque un successo capendo da solo che non era il caso di stravincere.

 

Grazie a un criterio spiegato con molta cura, è riuscito infatti a far passare il generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi come sostituto dell’attuale comandante delle Fiamme Gialle Saverio Capolupo. In questa partita, come uomo del premier, Toschi non è mai stato secondo nemmeno a Carrai. Malgrado i dubbi sollevati da più parti, anche dal Quirinale secondo voci accreditate. Del resto, Mattarella ha tra i suoi consiglieri il generale Rolando Mosca Moschin, già comandante generale della Guardia di Finanza dal ‘97 al 2001.

 

RENZI MATTARELLARENZI MATTARELLA

Il criterio è stato quello dei vice che salgono il gradino finale. Così è per Mario Parente, nuovo capo dell’Aisi, così è anche per Alessandro Pansa che da capo della Polizia diventa direttore del Dis (il coordinamento dei servizi) nomina molto sostenuta dal ministro Angelino Alfano. Anche Toschi era il vice comandante, anche lui doveva fare lo scatto di carriera. Per dare il senso di una continuità istituzionale, fuori dalle cordate, Renzi ha usato anche l’esempio di Franco Gabrielli. «Scelgo il miglior amico di Enrico Letta, ma è bravo e per me vale solo questo».

 

Alla fine Toschi ce l’ha fatta, in cambio però Renzi rallenta ancora su Carrai e in questa lunga attesa, almeno sulla carta, il ruolo e i poteri di “Marchino” come lo chiamano gli amici, retrocedono, si sbiadiscono e si capirà solo quando sarà insediato quali competenze riuscirà a strappare. In conferenza stampa il premier ha confermato la sua scelta. «Ho chiesto a Marco Carrai di venire a darmi una mano nel settore dei big data. Spero che non abbia cambiato idea». Troppi attacchi, dice Renzi. «Trovo che il modo in cui è stato raccontato sia una delle cose in cui la stampa ha dato maggior sfoggio di fantasia».

carrai renzi cybersecurity 5carrai renzi cybersecurity 5

 

Indietro comunque non si torna. E non sarebbe nello stile del presidente del Consiglio. Anche se ridimensionato in teoria, Carrai sarà un uomo chiave del potere renziano a Palazzo Chigi. «È un mio amico come tante persone che lavorano con me nel mio staff”. Ecco perché “mi auguro che venga a lavorare con noi, anche se la sua qualità della vita peggiorerebbe, per via del blind trust che dovrebbe fare e per tutti i soldi che perderebbe. Ma quella di palazzo Chigi migliorerebbe». Non c’è dubbio che sia un uomo di fiducia di Renzi.

 

marco carrai agnese landini renzimarco carrai agnese landini renzi

Con l’ex sindaco di Firenze Carrai ha fatto anche la sua unica esperienza politica, che risale a molto prima dell’elezione a presidente della Provincia di Firenze. Renzi divenne segretario del Ppi fiorentino e chiamò l’amico a fargli da capo segreteria. Era un partito ridotto in quell’area ai minimi termini eppure è diventato il trampolino che ha portato Renzi fino alla carica di capo del governo, passando da Palazzo Vecchio, da Firenze a Roma. «Spero — dice ancora Renzi — che Carrai non si sia stancato di leggere il suo nome nel modo in cui l’avete dipinto. Naturalmente la libertà è la bellezza dell’informazione, ma la realtà è la realtà. I fatti separati da opinioni ed in questo periodo ho letto molte opinioni e pochi fatti».

GIORGIO TOSCHIGIORGIO TOSCHI

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...