PASSO CARRAI – RENZI REPLICA A "LIBERO", I MEDIA COSTRETTI A PARLARE DELLA CASA. FRA TAROCCATORI E RUFFIANI, PERÒ, SCATTA LA GARA PER RIDIMENSIONARE LA VICENDA – “CORRIERE”: CDR VS DE BORTOLI – TRA LE VACANZE A SBAFO DI FORMIGONI E LA CASA A SBAFO DI RENZI, QUAL È LA DIFFERENZA?
1. FINALMENTE I GIORNALI SCRIVONO DI RENZI: MA Ã BOOM DI FAVOLE
Giacomo Amadori per Liberoquotidiano.it
Lo scoop di Libero sull'attico di via degli Alfani 8, a Firenze, dove il premier Matteo Renzi ha risieduto per 34 mesi a spese dell'amico e finanziatore Marco Carrai, ieri 21 marzo, dopo nove giorni di quasi silenzio assoluto, ha trovato, finalmente, spazio su tutti i principali giornali.
Ma questo è probabilmente accaduto per due semplici motivi: perché il 20 marzo il Corriere della sera aveva annunciato in prima pagina l'apertura di un fascicolo giudiziario sulla vicenda e perché in serata era stata diramata una «nota dell'ufficio stampa» del premier per rispondere a Libero.
Data l'ora tarda, il dispaccio deve aver gettato nel panico più di una redazione, visto che improvvisamente bisognava dare conto della replica del presidente del Consiglio senza aver mai raccontato la vicenda. Bisognava propinare ai lettori la smentita di una notizia di cui non erano stati informati.
Immaginiamo lo sgomento. Persino l'organo ufficiale del Pd, l'Unità , è stata costretta a titolare: «Renzi su casa in affitto: "Solo ospite di Carrai"». Con conseguenti rischi coronarici per gli iscritti al partito, costretti a leggere che «a pagare l'affitto dell'alloggio» dove il loro segretario «ha avuto la residenza dal marzo 2011 al gennaio 2012» era «l'imprenditore Marco Carrai, molto vicino all'allora sindaco».
Certo sull'Unità i mesi di affitto gratis da 34 diventano 10. Ma che sarà mai. In compenso subito dopo vengono sbrodolate tre colonne di smentita e Libero è citato solo per «la polemica». Non deve essere stato più facile il la-voro al Corriere della sera, dopo che il direttore si era preso la briga di dare per primo la notizia dell'apertura di un fascicolo giudiziario sulla casa in affitto.
Il giorno dopo l'argomento viene trattato in un più succinto e anonimo articolo intitolato: «Il leader Pd e la casa di Carrai: ero suo ospite di tanto in tanto». Dove si legge che «la storia di via degli Alfani, e annessi veleni», è «stata sollevata» da Libero. «Sollevata» come una polemica e non «scoperta» o «rivelata» come una notizia. Il Fatto quotidiano, che nei giorni scorsi era stato l'unico giornale a seguire con qualche attenzione la questione, ieri ha dedicato la prima pagina al tema, ma ha anche scritto che «tutto è nato da un esposto presentato a gennaio da Alessandro Maiorano» e che poi la storia è stata «approfondita da Libero».
In realtà l'unica notizia in possesso di Maiorano sino all'uscita della nostra inchiesta era l'indirizzo di residenza di Renzi, come risultava dalla querela inviatagli dallo stesso premier. Infatti il fascicolo in procura viene aperto solo il 17 marzo (e non a gennaio), quattro giorni dopo che Maiorano aveva depositato un esposto con allegati gli articoli di Libero.
Tra i giornali pompieri spicca La Stampa, che in prima soccorre Renzi con un trafiletto di Massimo Gramellini. Il giornalista-scrittore con la penna più veloce del West (Italia) su Carrai si inceppa e risulta meno pungente del solito: «Di tutte le forme di favoritismo questa mi sembra, se non la migliore, per lo meno la più umana». Ma non si capisce a quale favoritismo faccia riferimento.
Sempre sulla Stampa l'inviato (inutilmente) a Firenze annota che «Libero ha seguito a ruota» Maiorano, «una specie di stalker». In pratica veniamo retrocessi a reggicoda di un importunatore. La Repubblica riesce in un'impresa persino più complicata: imbastire un articolo di quasi una pagina senza mai citare Libero, pur consegnando ai lettori il bignami degli articoli del nostro quotidiano.
Il Messaggero al caso dedica solo un trafiletto, in cui la nota di palazzo Chigi viene modificata e Libero viene tradotto con «organi di stampa». Sul Giornale si premurano di sottolineare che nell'«affaire lanciato da Libero» bisogna evitare «inutili e inappropriati parallelismi finiani». Come dire: la casa di Monte-Carlo non si tocca. Ma nessuno voleva farlo.
Bisognerebbe ora parlare della Nazione, il quotidiano di Firenze. Che, però, in questa vicenda non è pervenuta. Piccola divagazione radiofonica: ieri sera Giuseppe Cruciani, nella sua Zanzara, presentando Maiorano, ha sbagliato curriculum: «à quello che ha portato alla luce la vicenda della famosa casa affittata da Carrai a Renzi, dove Renzi ha preso la residenza» ha detto. Come se Libero e il suo direttore non avessero impegnato nove giorni e quasi altrettante prime pagine per attirare l'attenzione dei media dormienti e silenti.
2. C'à UNA NOTIZIA, PANICO AL «CORRIERE»
Caterina Maniaci per Liberoquotidiano.it
Questa notizia non s'ha da pubblicare. Il famoso motto di manzoniana memoria - che pure conserva un'eco da parlata fiorentina - bene s'attaglia a quanto sembra essere capitato al Corriere della Sera e proprio a causa di quanto Libero ha scoperto sul conto di Matteo Renzi a Firenze.
Il «caso» Renzi, infatti, tra le altre ripercussioni, sembra aver creato un certo scompiglio dentro la redazione del Corriere, da quel che sembra leggendo la lettera (il cui contenuto è stato rilanciato dal sito Franco Abruzzo) che il comitato di redazione ha inviato al direttore Ferruccio De Bortoli.
In sostanza, si ricorda al direttore che torna in ballo la questione delle collaborazioni dei colleghi dei «Corrieri» locali sul Corriere della Sera, collaborazioni interdette - ricorda il Cdr, da un «preciso accordo del febbraio 2011». Si intendeva discutere di un'eventuale nuova regolamentazione - e quindi nel frattempo era stato chiesto a De Bortoli la sospensione di tali collaborazioni.
Ma, sottolineano i rappresentanti sindacali, la risposta di De Bortoli è stata quella della «pubblicazione di un pezzo di due colleghi del Corriere fiorentino con richiamo anche in prima pagina. Un pezzo che contiene un passaggio nuovo su una vicenda che, per il resto, da giorni viene trattata dal quotidiano Libero».
à vero che «per un giornale le notizie vengono prima di tutto», riconosce il Cdr, «ma in questo caso si poteva benissimo continuare a rispettare l'accordo del 2011 così com'è stato fatto negli ultimi tre anni. Per non dire che alla luce dei pezzi già pubblicati su Libero sarebbe stato più opportuno mandare subito un inviato a Firenze».
Insomma, il direttore non avrebbe dovuto pubblicare quella notizia fornita dai colleghi del Corriere fiorentino, o quantomeno avrebbe dovuto aspettare di mandare un inviato dalla redazione nazionale in loco. «A questo punto, ti invitiamo formalmente al pieno rispetto degli accordi sindacali in vigore, che possono sempre essere discussi ed eventualmente modificati, ma che al momento vanno rispettati senza incomprensibili forzature», si legge ancora nella lettera, che finisce con la sottolineatura del comportamento «molto grave» della direzione nei confronti del Cdr «e quindi di tutta la redazione che il Cdr rappresenta e ci riserviamo di trarre ogni relativa conseguenza».
Insomma, una grana di non poco conto scoppiata nei corridoi di via Solferino a Milano, per una notizia da dare o da non dare, e su chi l'avrebbe dovuta dare, che contrappone, da quanto si evince proprio dalla lettera del Cdr, direttore e redazione, e coinvolge i delicati equilibri interni alla redazione stessa.
3. Ã TUTTO A POSTO
Liberoquotidiano.it - Secondo Massimo Gramellini è tutto a posto. Renzi abita a sbafo in una casa, l'affitto lo paga l'amico Marco Carrai, che però a sua volta riveste incarichi prima a Firenze e poi a Roma. Secondo Massimo Gramellini è tutto a posto. Lo ha scritto sulla Stampa. In prima pagina. à tutto a posto.
A Libero ci siamo chiesti che rapporto leghi Renzi e Carrai ma Gramellini è sicuro: niente, è tutto a posto. E fa un esempio: mica è come Formigoni, «che faceva vacanze a sbafo sullo yacht di un finanziere in affari con la Regione da lui presieduta». Renzi e Carrai sono amici da una vita. à tutto a posto. «Di tutte le forme di favoritismo, questa mi sembra, se non la migliore, per lo meno la più umana». Di disumano c'è solo il livello di doppiopesismo di cui è stato capace Gramellini.









