1. NONNA PINA DEVE RESTARE AL SUO POSTO E AL DIAVOLO QUELLO CHE DICE LIGRESTI! 2. PATTO AL TERMINE DELLA CENA AL QUIRINALE IN ONORE DI HOLLANDE, TRA BELLA NAPOLI, ENRICHETTO IL CHIERICHETTO E L'INQUILINA (ABUSIVA) DI VIA ARENULA. COSÌ SI SPERA DI EVITARE UNA CRISI CHE SPEDIREBBE IL GOVERNO DELLE LARGHE OFFESE A CASA 3. DOPO IL VOTO SULLA DECADENZA DI BERLUSKA E SULLA LEGGE DI (IN)STABILITÀ, LA CANCELLIERI SARÀ LIBERA E POTRÀ MOLLARE, GIUSTIFICANDO QUALCHE PROBLEMA DI SALUTE 4. UN PIANO QUELLA MESSO A PUNTO AL COLLE CHE ALLA FINE POTREBBE RISULTARE TROPPO OTTIMISTICO. SAREBBERO IN ARRIVO NUOVI VERBALI DI DON SALVATORE LIGRESTI 5. VERBALI O NO, DAL 9 DICEMBRE LA POLTRONA DELLA MINISTRONA SARÀ A RISCHIO PERCHÉ NASCERÀ UN NUOVO PD E MATTEUCCIO ANNUNCIA UNA NUOVA “AGENDA DI GOVERNO” 6. TRADOTTO: RIMPASTO CON PIÙ PESO ALLA RAPPRESENTANZA PD, CIOÈ PIÙ MINISTRI

1 - DAGOREPORT - PATTO NELLA NOTTE: NONNA PINA DEVE RESTARE AL SUO POSTO (E CHISSENEFREGA DI LIGRESTI)
Nonna Pina deve restare al suo posto e chissenefrega di quello che dice don Salvatore, per cui nonne' stai zitta e mosca (moschin?). Il compromesso, per evitare che la telefonista di Ligresti faccia colpi di testa, sarebbe stato trovato nella notte, al termine della cena al Quirinale in onore (sic!) di Hollande, tra BellaNapoli, Enrichetto il Chierichetto e l'inquilina (abusiva) di via Arenula. Così si spera di evitare una crisi che spedirebbe il governo delle larghe offese a casa.

Nel giro di due settimane ci sono due macigni sulla strada di Palazzo Chigi. Voto sulla decadenza di Berluska, mercoledì prossimo, legge di (instabilità). Dopo il voto (di fiducia) sulla legge di (in)stabilità Nonna Pina sarà libera e potrà mollare molto probabilmente giustificando problemi di salute. Un piano quella messo a punto al Colle che alla fine potrebbe risultare troppo ottimistico.

Sarebbero in arrivo nuovi verbali di don Salvatore sui rapporti con la Ligresti's family che inchioderebbero Nonna Pina e la sua permanenza in via Arenula quindi diverrebbe insostenibile . Comunque, verbali o no, dal 9 dicembre la poltrona della ministrona sarà a rischio perché nascerà un nuovo Pd e Matteuccio da Firenze annuncia una nuova "agenda di governo".

Tradotto: fuori l'ingombrante (non per la stazza) ministrona e rimpasto con più peso alla rappresentanza Pd, cioè più ministri. ‘Sto panettone a Nonnetta lo vogliamo far mangiare o no? E' quello che si chiedono i commessi di via Arenula che lo dovranno ordinare. Se ci sarà ancora Nonna Pina serve quello di 10 kili.

2. IL SINDACO AL PREMIER "DAL 9 CAMBIA TUTTO"
Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

Prima che fragile, la tregua tra Renzi e Letta è stata breve. Sei ore dopo il voto della Camera che respinge la sfiducia alla Cancellieri, il sindaco di Firenze ricarica le sue armi contro il governo e lo sconfessa.

Mentre il premier è a cena al Quirinale con il presidente francese François Hollande, Renzi in televisione mostra i muscoli: «Da leader del Pd avrei dato l'indicazione di votare la sfiducia. È stato un errore consentire al ministro della Giustizia di restare al suo posto». Così Renzi non lascia il tempo di respirare alle larghe intese, neutralizza il voto di ieri e la scissione del Pdl. Si riparte da zero.

Anzi, si riparte dal 9 dicembre, giorno successivo alle primarie democratiche. Il sindaco lascia capire che cambierà la musica dentro il partito, ma soprattuttonel rapporto tra il partito e il governo, tra il Pd e Letta.La vicenda dunque non è affatto chiusa. Il premier ne è perfettamente consapevole. Lo sono meno i suoi fedelissimi che ieri cantavano vittoria registrando il punto a favore del loro leader nella partita contro il Rottamatore.

«Dal 9 dicembre cambia l'agenda del governo - incalza Renzi nella trasmissione La Gabbia su La7 -. Più dimostrazione di serietà di quella che ho fatto negli ultimi mesi penso che non ci possa essere. Decidiamo le cose da fare e il Pd deve dare il calendario delle cose da fare, perchè non può continuare a fare la bella statuina ». Ad esempio, Renzi, una volta eletto alla guida del Pd, tornerà a chiedere le dimissioni del Guardasigilli. «Non credo che cambierà posizione», avverte Paolo Gentiloni.

Aprirà una sfida sul rimpasto e sul programma. «La lealtà che io ho espresso in questo passaggio al Pd è la stessa che chiederò nei miei confronti da dicembre in
poi».Può darsi che questi toni e questi argomenti siano la «cedola di propaganda», come dice un antirenziano, che il sindaco vuole incassare prima del rush finale. Che sia il modo per mobi-litare il popolo del centrosinistra e conquistare gli elettori di Grillo evitando l'affluenza flop ai gazebo.

Se la partecipazione si dovesse fermare intorno al milione e mezzo, per Renzi sarebbe un pessimo inizio, un dimezzamento nei fatti. In questo senso, il caso Cancellieri certamente non stimola il popolo democratico a fare le code nei circoli e ai gazebo tra tre domeniche. Questa è sicuramente una delle paure del sindaco.

Ma la sfida reale appare evidente. Per l'oggi e per il domani. È il duello con Letta: il premier icona della Grande coalizione, lui paladino del cambiamento e di una maggioranza politica chiara. La Cancellieri è solo una traccia del disegno complessivo. Renzi smonta il programma economico che Palazzo Chigi ha immaginato per i prossimi mesi: dismissioni e rigore europeista. Annuncia il "licenziamento" del responsabile Economia del Pd Colaninno. «Verrà sostituito». Con un suo fedelissimo che non farà sconti all'esecutivo.

A questo punto, la Cancellieri è il nome sotto il quale cova la battaglia campale e finale. La violenza del renziano Michele Emiliano allarma Palazzo Chigi. Il sindaco di Bari paragona i leader del Pd ai camorristi che hanno minacciato i giocatori della Nocerina. Gli risponde per le rime il fedelissimo del premier Marco Meloni.

Letta invece butta acqua sul fuoco. «Io cerco solo un po' di tranquillità per il 2014. Il passaggio del voto sul ministro della Giustizia va in questa direzione». Non c'è trionfalismo in queste considerazioni affidate agli amici. C'è invece molta tensione per lo sviluppo della discussione. «Non ero mai intervenuto nelle vicende del Pd. Stavolta ho dovuto farlo. La discussione stava diventato troppo strumentale».

È un accusa a Renzi, l'anticipo di un possibile botta e risposta. Ma il problema è tutto il Pd non soltanto il futuro probabile segretario. Sono in tanti a pensare che la vicenda Cancellieri sia ancora aperta. «Il ministro continua a essere sotto tiro - ragiona Gianni Cuperlo -. E dopo l'impegno diretto di Letta, tutto il governo è sotto tiro. Sono queste le ragioni di opportunità.

Penso ancora che il Guardasigilli farebbe bene a dimettersi» Quindi, i deputati del Pd hanno votato ieri la fiducia a un esecutivo sapendo che si è indebolito, che le larghe intese sempre più invise alla base. I tre candidati alle primarie ne sono consapevoli, il voto dell'8 dicembre dirà anche questo: che bisogna cambiare nel Pd ma anche nell'azione del governo.

C'è chi non ha visto la tregua neanche nell'assemblea dei deputati democratici di martedì sera. «Non c'è stata nessuna tregua - racconta Sandra Zampa, l'ex portavoce di Prodi oggi deputata dalla parte di Civati -. Né fragile né solida. Al contrario ho notato solo venti di guerra e parecchio brutti». Una fotografia molto nitida del futuro.

 

letta napolitano x HOLLANDE-LETTAcecile kyenge tra enrico letta e giorgio napolitano Cancellieri e marito AnnaMaria Cancellieri e il marito Nuccio Peluso NAPOLITANO E CANCELLIERI NAPOLITANO CANCELLIERI QUIRINALE LETTA E RENZI Matteo Colaninno

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