IL PD È DIVISO PURE SULLA MUSICA DA METTERE ALLE FESTE: MORENO DI “AMICI” O INTI ILLIMANI DI BERLINGUER? – ESPOSITO: QUELLE RIVELAZIONI MADE IN ARCORE

Da "L'Espresso"

FESTE PD GLI INTI-RENZIANI
M. La. - Moreno, il rapper affermatosi ad "Amici", o l'usato sicuro (per la sinistra) degli Inti Illimani? Il Partito democratico è diviso anche sulla musica. E mentre alla festa nazionale
la chiusura, il prossimo 7 settembre, è stata affidata, con non pochi mal di pancia, a Moreno, vincitore della 12° edizione di "Amici", nella Firenze di Matteo Renzi si è preferito affidarsi al gruppo cileno.

Che suonerà l'11 settembre, proprio in occasione del quarantesimo anniversario del golpe di Pinochet, alla festa del Pd fiorentino. La scelta degli Inti Illimani è del giovane segretario dei democratici di Firenze Patrizio Mecacci, bersaniano, che porterà in casa del Rottamatore un'icona della sinistra più tradizionale, quella che ha dominato tante feste dell'Unità ai tempi del Pci di Enrico Berlinguer.

PREFETTO CON SMARTPHONE
M. Br. - A fine giugno il governatore Roberto Maroni ha nominato l'ex prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi commissario per l'Azienda Lombarda per l'Edilizia Residenziale, Aler, ente pubblico tra i più ricchi d'immobili d'Europa. Lombardi, passato alla storia per il suo «Al Nord la mafia non esiste», si è subito posto in luce.

Se l'ex presidente Loris Zaffra aveva imposto una riduzione degli acquisti di telefonini, Lombardi ha insistito perché gli venisse concesso un Samsung Galaxy S4 (valore, circa 700 euro). Un costo lontano dagli standard delle forniture Consip per fare risparmiare gli enti pubblici. E non è stato l'unico shopping: Lombardi ha voluto biglietti da visita, carta da lettera, buste in quantitativi ben superiori (circa mille per ordine) ai giorni di incarico che dovrà ricoprire fino allo scadere del mandato, il 31 dicembre prossimo.


LEGA / SFIDA SUI CERVI FINO ALL'ULTIMA CORNATA
M. S. - A colpi di corna lo scontro tra i leghisti veneti. Passa per i cervi dell'altopiano del Cansiglio la battaglia politica tra i big del Carroccio Flavio Tosi e Luca Zaia. Il governatore ha stoppato la caccia ai 1.200 esemplari in sovrannumero nell'antico bosco della Serenissima (tra Treviso e Belluno) con una motivazione chiara: «Non possiamo permetterci quella che sarebbe venduta mediaticamente come una mattanza, mettendo a repentaglio la nostra principale industria, quella turistica».

Immediate le reazioni nel mondo della caccia e in quello leghista, a partire dal sindaco di Verona Tosi: «Come presidente di Federcaccia chiedo di riportare in giunta regionale la proposta di sottoporre a controllo numerico i cervi del Cansiglio», ha annunciato alla vigilia di Ferragosto. Controreplica di Zaia: «Dovranno passare sul mio corpo». Uno scontro per la leadership del Nord-est che non risparmia neppure gli ungulati veneti e promette scintille fino alle elezioni regionali del 2015.

POVERI CALCIATORI
M. S. - In Lombardia la giunta Maroni non si è fermata neppure in piena estate. Il più attivo nel comunicare le meraviglie del Pirellone a trazione leghista è stato l'assessore allo Sport Antonio Rossi. L'ex canoista olimpico a Ferragosto ha affrontato di petto «quello che ormai è diventato un problema serio: i calciatori che rimangono senza contratto sono sempre più numerosi.

Per questo voglio impegnarmi per capire se c'è la possibilità di aiutarli in qualche modo. Alcuni ex giocatori diventano allenatori ma ci sono anche altri ruoli e incarichi che si possono ricoprire rimanendo nel mondo del calcio». Ma il buon cuore di sportivo di ferma ai confini regionali: l'aiuto vale solo per i giocatori lombardi disoccupati.

ESPOSITO SOTTO ATTACCO - QUELLE RIVELAZIONI MADE IN ARCORE
Cl. Pap. - È stata l'agosto delle rivelazioni sul conto del giudice Antonio Esposito, dopo la sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi. Una corsa a raccontare particolari su amicizie, simpatie e antipatie del magistrato.

L'episodio più singolare è quello rivelato a "il Giornale" da Massimo Castiello, settantenne costruttore calabrese: «Se becco Berlusconi gli faccio un mazzo così», avrebbe detto il magistrato durante una cena organizzata due anni fa nella villa dell'imprenditore. Presenti l'attore Franco Nero, che dice «non ricordo il dialogo preciso, ma ricordo che c'era un'antipatia del giudice nei confronti del Cavaliere», e un altro imprenditore, Domenico Fama, che al "Fatto" ha smentito categoricamente quelle parole.

Una cosa è certa: Castiello si definisce un «berlusconiano convinto». E ha parlato faccia a faccia con il Cavaliere: «No, lasciamo stare questa cosa: non posso dire nulla», dichiara ora. A quanto risulta a "l'Espresso", Castiello ha incontrato Berlusconi intorno a Ferragosto nella sua villa di Arcore. È in quella occasione che è nata l'intervista a "il Giornale". Ma l'imprenditore si schermisce: «A Ferragosto? Cos'è Ferragosto? Non so di cosa stia parlando».

LOTTA AI ROGHI? IN TUNISIA
Negli stessi giorni in cui l'Italia bruciava per i roghi e il governo annunciava la vendita di tre aerei di Stato per far volare altri Canadair, il nostro Paese andava in soccorso della Tunisia proprio sul fronte degli incendi. A metà agosto è scaduto infatti un bando di fornitura di mezzi interamente finanziato dall'Italia: 10 camion anti-incendio, 25 mezzi di soccorso, 15 vetture di collegamento radio e 3 per il trasporto di materiale. Il conto lo pagherà il nostro governo con un prestito a tassi minimi nel piano di aiuto alla Tunisia che prevede 95 milioni di crediti agevolati e il "dono" di un milione. V. D.

BARI CAPITALE DELLA CULTURA SMACCO PER EMILIANO
A.Cal. - Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, dopo aver candidato la sua città a capitale della cultura 2019, per solidarietà con tutti i guai che si sono abbattuti sulla città di Taranto ma anche per il calcolo politico di conquistare il cuore dei tarantini nel caso riuscisse a ottenere la candidatura a governatore pugliese, ha rinunciato alla corsa per sostenere la concorrente jonica.

Artefice dell'operazione, è stato un suo uomo nel consiglio comunale di Taranto, il consigliere del Pd, Gianni Liviano, che da tempo si batteva per la candidatura tarantina e aveva ottenuto la guida del comitato oltre alla delega del comune a seguire l'iniziativa.

Ma proprio quando mancano pochi giorni alla chiusura dei dossier, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, con un blitz estivo ha tolto le deleghe a Liviano e ha insediato alla presidenza del comitato il suo fedelissimo Nicola Baldi, già presidente della Fondazione per la cultura di Taranto. E così Emiliano è rimasto scottato due volte, senza la candidatura di Bari e senza troppa peso in quella di Taranto.

BINETTI / APPELLO DA FALCOGNANA: NIENTE DISCARICA, C'È IL PELLEGRINO
I. P. - No alla discarica a Falcognana. Oltre all'altolà "per fatto personale" del capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, che ha eletto A proprio nido d'amore una villa sull'Ardeatina, minaccia battaglia anche la pasionaria ultracattolica, Paola Binetti.

In un'interrogazione al ministro dell'Ambiente presentata il 20 agosto a margine della seduta delle polemiche al vetriolo tra il Movimento 5 Stelle e il presidente Laura Boldrini, la deputata di Scelta Civica ammonisce: la zona prescelta per ospitare la discarica che sostituirà Malagrotta si trova a tre chilometri dal Santuario «ricostruito dai romani subito dopo la seconda guerra mondiale, nella ferma convinzione che la Madonna del Divino Amore avesse contribuito a proteggere Roma dai bombardamenti».

La discarica sarebbe insomma un colpo per i pellegrini, oltre che per i residenti «essendo diventato anche centro di intensa urbanizzazione per molte giovani coppie, che lo hanno scelto come luogo economicamente più accessibile di quanto non sia la città di Roma».

CAMPIDOGLIO - MARINO DIVIDE I CATTOLICI
M. S. - Frecciate e scintille scaldano l'estate dei periodici cattolici. Il magazine ciellino "Tempi" attacca il settimanale "Famiglia Cristiana". Il motivo? La copertina di Ferragosto dedicata al sindaco di Roma Ignazio Marino, elogiato per la chiusura al traffico dei Fori imperiali.

La scelta del direttore don Antonio Sciortino non è andata giù a Gigi De Palo, ex assessore della Giunta Alemanno ma anche presidente delle cattolicissime Acli capitoline, che ha preso carta e penna e ha spedito una lettera di fuoco pubblicata sul sito di "Tempi": «Sono arrabbiato perché il nome del vostro giornale mette al centro la parola Famiglia, ma non si è minimamente occupato dello smantellamento delle politiche familiari messo in atto dal sindaco a cui avete regalato il vostro pulpito».

Furente De Palo si è legato al dito la scelta di non dare alcuna visibilità alla sua iniziativa di un anno fa per il regolamento comunale "Quoziente Roma", sconti per le famiglie numerose sulla tassa della spazzatura. E ora attacca la nuova giunta colpevole della cancellazione dell'esenzione voluta dal centrodestra e la revoca del bando per i corsi matrimoniali per le giovani coppie.

VERTICE IN CINA IL GRILLINO VA A PECHINO, O NO?
P. Fa. - Partecipare a un incontro internazionale che vede riuniti parlamentari di tutto il mondo, capi di Stato, e perfino i top manager delle classifiche di "Fortune" e "Forbes" è una vittoria politica o una pericolosa seduzione della Casta globale? È il quesito che presto dovranno risolvere i parlamentari grillini.

A fine luglio alcuni deputati del M5S hanno ricevuto l'invito ai prestigiosi ed esclusivi vertici Gels (Global economic leader summit) e Icis (Internation culture industry summit), che si terranno a Changchun e Lanzhou dal 4 all'8 settembre coordinati dal governo cinese. Di qui il dilemma: andare o non andare? La tentazione è forte ma alla fine, in nome della democrazia collegiale, si è deciso di rimettere a una consultazione interna l'ultima parola.

Visto anche che a cinque stelle i due meeting avrebbero solo il lusso degli hotel, peraltro pagati dagli organizzatori.

FILIPPO "PADRONE" GRIFFI
V. D. - L'arma segreta di Enrico Letta, in Consiglio dei ministri, è il sottosegretario che gli siede al fianco, Filippo Patroni Griffi, al quale il premier finge di arrendersi ogni qual volta c'è da mettere d'accordo i suoi ministri con un parere tecnico-giuridico su cui non è ammessa replica. Da qui il nomignolo creato dal vicepremier Alfano per il braccio destro di Letta, Filippo "Padrone" Griffi, soprannome che il premier rispolvera per rompere la tensione soprattutto durante le riunioni più problematiche del governo.

TORMENTI - MONTI, IL NOTAIO E UN TESTACODA
G. Fed. - «Mi chiedono di chiederle di dichiarare il falso». Non ha perso l'ironia Mario Monti quando alle due di notte del primo agosto scorso si è rivolto al notaio di Scelta Civica per chiedergli di non tener conto delle dimissioni che lui stesso, appena qualche minuto prima, aveva solennemente presentato davanti al suo partito.

«Signor notaio, la prego di aggiungere che il Presidente rassegna le dimissioni», aveva scandito il Professore dopo cinque, lunghissime ore di psicodramma collettivo scatenato dal "caso Olivero", durante le quali ancora una volta erano emerse divisioni e spaccature all'interno del movimento.

Parole che lasciavano di sasso i presenti e in particolare le deputate - stando al racconto di chi c'era - che pur di farlo tornare sui suoi passi gli impedivano fisicamente di lasciare la sala. Alla fine è stato Alberto Bombassei a dissuaderlo, convincendolo a restare. Il Professore ha così pregato il pubblico ufficiale di prendere atto che le cose erano cambiate. Ma al di là della leadership di Monti, sempre più appesa a un filo, una domanda sorge spontanea: come avrà verbalizzato il notaio quanto successo?

 

 

 

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