pd sinistra referendum giustizia bettini letta gori salvini

IL PD TANTO PER CAMBIARE SI SPACCA SUI REFERENDUM - ANCHE IL SINDACO DI BERGAMO GIORGIO GORI FIRMA LE RICHIESTE DI CONSULTAZIONE POPOLARE SULLA GIUSTIZIA PROPOSTE DA LEGA E RADICALI. A SINISTRA È PARTITO IL LIBERI TUTTI: I LETTIANI ATTACCANO BETTINI PER LA SUA "ANSIA DA PRESTAZIONE", MA DOPO DECENNI DI ADESIONE ACRITICA AL VERBO DELLE PROCURE QUALCOSA SI STA MUOVENDO PURE TRA I DEM...

Stefano Zurlo per "il Giornale"

 

GOFFREDO BETTINI

Anche a sinistra. Dopo Goffredo Bettini, ecco Giorgio Gori. I referendum sulla giustizia, promossi dalla strana coppia Lega - Partito radicale, sparigliano i giochi della politica. «Anch'io - scrive il sindaco del Comune di Bergamo - firmerò quelli su carcerazione preventiva, legge Severino e separazione delle carriere».

 

GIORGIO GORI

Nessuna contraddizione, a quanto pare. Anzi. «Li appoggia anche la Lega? - prosegue Gori - Bene. Dopo la legge Cartabia avanti per una giustizia giusta, che rispetti le persone».

 

Insomma, le idee giuste non hanno colore. È quello che dice Bettini, il grande teorico dell'alleanza fra Pd e 5 Stelle: «Se ci sono ora forti differenze sul tema della giustizia fra me e i 5 Stelle avremo modo di confrontarci. Con lealtà ma senza sconti».

 

simone uggetti 5

Così i consensi crescono in modo trasversale. Si fanno avanti Gianni Pittella, l'europarlamentare Giuseppe Ferrandino, l'ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, la cui assoluzione ha segnato una svolta, spingendo Luigi Di Maio a scrivere una clamorosa lettera di scuse sul tema della gogna facile.

 

MATTEO salvini PRO referendum giustizia

Anche il mondo renziano è in fermento. Il leader di Italia viva si è presentato nelle scorse settimane a un banchetto dei Radicali per mettere il suo nome sotto la richiesta di consultazione popolare su un tema così incandescente.

 

presentazione dei referendum sulla giustizia promossi da lega e partito radicale 1

Ma Renzi va anche oltre, spiegando con episodi e aneddoti come sia maturata questa scelta: «David Ermini - va all'attacco l'ex premier parlando dal Principe di Piemonte di Viareggio - è il vicepresidente del Csm. Ed è stato eletto vicepresidente del Csm attraverso quelle cene di Palamara, Ferri, Lotti & co che oggi contesta. Io non dico certo che è reato. Ma dico che è ipocrita scagliarsi contro un sistema quando quel sistema ti ha eletto. Nessuno può dirmi che non è vero: io c'ero».

 

matteo renzi presenta controcorrente assisi

Renzi punge e assesta una spallata al sistema che scricchiola. Gli scandali. Il disorientamento dell'opinione pubblica e i tentativi di riforma. L'orientamento ortodosso della sinistra è che sia in atto una manovra per strumentalizzare se non far deragliare i progetti varati dal guardasigilli Marta Cartabia.

 

david ermini

È la posizione espressa all'Adnkronos da Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in Commissione giustizia della Camera: «Considero sbagliato l'obiettivo che ha individuato Bettini per soddisfare quella che è una sua ansia da prestazione».

 

MARTA CARTABIA

E ancora: «Se vogliamo parlare di diritti e di garantismo, sono convinto che la riforma Cartabia valga venti volte più dei quesiti referendari ed è molto più utile. La riforma è un enorme passo in avanti sul piano dell'efficienza, della tutela dei diritti e delle garanzie».

 

In realtà molto esperti sottolineano che sì, la legge Cartabia è un passo in avanti, ma i grandi nodi non vengono sciolti e dunque i referendum servono per allargare il cantiere legislativo, non per una rivalsa della politica nei confronti della magistratura. Il segretario del Pd Enrico Letta cerca di disinnescare le polemiche: «Io non firmo i referendum ma il Pd non è una caserma».

 

Enrico Letta

Insomma, avanti senza ordini di scuderia e sempre più in ordine sparso. Si aspetta e si attendono nuovi smarcamenti nel campo del Pd. Dopo decenni di adesione acritica al verbo delle procure, un filo di riflessione in più non guasta. E potrebbe far cambiare uno spartito che è sempre uguale da troppo tempo.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…