SALE MARINE - LE PEN CONQUISTA IL PRIMO ALLEATO VERSO IL BALLOTTAGGIO: E’ IL GOLLISTA DUPONT-AIGNAN, USCITO NEL 2007 DALL'UMP DI SARKOZY PERCHÉ IN DISACCORDO SULLA SCELTA EUROPEISTA DEL SUO PARTITO - AVVISO AI NAVIGATI: MELENCHON SI RIFIUTA DI SPINGERE I SUOI VOTI VERSO MACRON
Stefano Montefiori per il “Corriere della sera”
«Marine Le Pen non è di estrema destra», dice in diretta tv Nicolas Dupont-Aignan annunciando l' alleanza senza precedenti di un gollista con la leader del Front National.
La diga anti-Le Pen si sgretola, anche un partito pieno di nostalgici del maresciallo Pétain può ormai partecipare al gioco politico e stringere accordi di coalizione, oltretutto con un uomo che si proclama erede della tradizione del generale De Gaulle, che proprio dai petenisti salvò la Francia.
Dupont-Aignan è un esponente politico della destra repubblicana uscito nel 2007 dall' Ump di Sarkozy perché in disaccordo sulla scelta europeista del suo partito. È pressoché sconosciuto all' estero, ma al primo turno ha ottenuto - da solo o quasi - uno straordinario 4,7%, non lontano dal 6,3% di Benoît Hamon che aveva con sé tutta la poderosa macchina e la tradizione dei socialisti al governo.
Proprio nel giorno in cui Jean-Luc Mélenchon si rifiuta di invitare i suoi tantissimi elettori (19,5%) a votare per Emmanuel Macron, e in cui Marine Le Pen lancia loro un appello in nome del «popolo contro le élite», la stessa Le Pen ottiene con Nicolas Dupont-Aignan un sostegno di peso, che oltretutto riesce a ridurre la portata della gravissima crisi scoppiata al vertice del Front National.
All' indomani del primo turno, Marine Le Pen aveva deciso di sospendersi dalla presidenza per sottolineare la sua pretesa di rivolgersi a tutti i francesi, allargando un bacino elettorale finora sicuro ma bloccato. Al suo posto Le Pen ha nominato il poco carismatico dirigente Jean-François Jalkh, forse un modo per accontentare l' ala dura del partito. Ma è subito riemerso l' imbarazzante passato di Jalkh, che nel 1991 partecipò alle celebrazioni per il 40° anniversario della morte del maresciallo Pétain, e che nel 2000 rilasciò dichiarazioni negazioniste a una studentessa di scienze politico.
Jalkh espresse stima per il lavoro di uno «storico serio e rigoroso» come Robert Faurisson, benché più volte condannato per contestazione di crimini contro l' umanità. E poi parlò dei suoi dubbi sull' utilizzo del Zyklon B nelle camere a gas dei nazisti: «Per me, da un punto di vista tecnico, è impossibile utilizzare quel gas negli stermini di massa. Servono molti giorni per decontaminare un locale dove sia stato utilizzato del Zyklon B».
La scelta di Jean-François Jalkh come nuovo presidente del FN sembra un infortunio incredibile. Anni di sforzi per normalizzare il partito, un ostentato litigio con il padre fondatore Jean-Marie per prendere le distanze da quel mondo impresentabile, e Marine Le Pen finisce per passare la presidenza a un negazionista. Dopo due giorni di polemiche ieri Jalkh ha rinunciato all' incarico, il suo posto preso da Steeve Briois, sindaco di Hénin-Beaumont.
La seconda guerra mondiale e la memoria sono tornate al centro della campagna, con il favorito Emmanuel Macron che nelle stesse ore visitava Oradour-sur-Glane. Lì, il 10 giugno 1944, i nazisti alleati di Pétain perpetrarono il loro più grave massacro di civili sul suolo francese: 642 uomini, donne e bambini trucidati. «Non ricordare significa rischiare di ripetere la Storia», ha detto Macron. Ma Nicolas Dupont-Aignan ha preferito stringere un accordo di governo con Marine Le Pen.