COSA PENSANO GLI ITALIANI DELLA TAV? - I FAVOREVOLI SONO IL 58%, I CONTRARI SOLTANTO IL 16% - NELLA LEGA I SÌ SONO AL 75%, MA ANCHE TRA I 5 STELLE C'È UN 21% D’ACCORDO - SALVINI: “SE LA GIGA STAZIONE DI SUSA NON SI VUOLE PIÙ, SE NE RIDISCUTE. SE A QUALCUNO NON VA GIÙ IL PASSANTE DI ORBASSANO, BENE: VEDIAMO LE ALTERNATIVE. SE LA COLLINA MORENICA PRESENTA DEI PROBLEMI, RISOLVIAMOLI. LE IPOTESI CHE GIÀ ESISTONO DI REVISIONE FAREBBERO RISPARMIARE OLTRE 1,6 MILIARDI...”
Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
«Molto bene, abbiamo una buona notizia. Da oggi sul tavolo c' è la Nuova Tav». Matteo Salvini non intende rinunciare all' ottimismo. Anche se di certo la lettera del premier Giuseppe Conte alla Telt, la società che dovrebbe realizzare la Tav, non gli ha fatto incominciare il giorno del compleanno nel modo migliore.
Tra l' altro, diversamente da tutte le altre iniziative del presidente del Consiglio, questa non gli era stata anticipata: «Ma se Luigi Di Maio dice che la situazione si sta risolvendo positivamente - aggiunge il leader leghista -, allora andiamo avanti...». Ed è difficile sfuggire a un sospetto di ironia nelle parole di Salvini. Però, qualche irritazione il leader leghista la tradisce quando afferra bruscamente il telefonino: «Guardi qui. Swg ha fatto un sondaggio. I favorevoli alla Tav in Italia sono il 58%, i contrari soltanto il 16%».
Il leader leghista fa scorrere il display del cellulare a colpi di pollice: «Nella Lega i sì sono al 75%, ma anche tra i 5 Stelle, i contrari sono al 55%, e c' è anche un 21% di loro che dice sì. Nel Nord Ovest non parliamone». Parliamone, invece: «I sì sono al 66%. Ah, guardi questa: il 60% degli interpellati dice che la Tav andrebbe fatta anche se non conveniente sulla base dell' analisi costi-benefici». Il segretario leghista mitraglia: «Sull' ipotesi della "mini Tav" anche i 5 Stelle sono favorevoli al 35% e contrari solo al 34%.
La Tav per il 70% degli italiani é utile per collegare l' Italia all' Europa, per il 68% crea posti di lavoro e per il 61% abbatte l' inquinamento. Veda lei...» conclude Salvini appoggiando secco il telefono.
Ma che cosa sarebbe la «Nuova Tav»? «Sarebbe quello che la Lega dice da tempo.
Non ha senso fermare i bandi e perdere un bel trecento milioni di euro. È quello che la Telt anche oggi non si stanca di ricordarci». E dunque l' idea è quella di «ridiscutere l' opera tra di noi nel governo, con i tecnici e con il governo francese. Quella che ne uscirà sarà una nuova Tav».
Ma la «Nuova Tav» non assomiglia un tantino alla «mini Tav» che è il nome corrente della posizione della Lega: «Ma, insomma. Che cosa c' è scritto nel contratto di governo? Revisione dell' alta velocità. E se c'è scritto questo, allora la Tav si rivede». Che cosa significa? «Significa che se la giga stazione di Susa dell' archistar non si vuole più, se ne ridiscute. Se a qualcuno non va giù il Passante di Orbassano, bene: vediamo le alternative. Se la collina morenica presenta dei problemi, risolviamoli. Questa era l' idea alla base del contratto. Tra l'altro, le ipotesi che già esistono di revisione farebbero risparmiare oltre 1,6 miliardi...».
mario virano direttore generale telt 1
Salvini rallenta e poi riprende: «E comunque, non di solo Tav parliamo. I costruttori mi hanno fatto avere un loro dossier. Ci sono la bellezza di trecento opere ferme...».
Resta il fatto che i 5 Stelle cantano vittoria per aver rinviato di sei mesi la decisione.
«Io leggo che lunedì partiranno le manifestazioni di interesse da parte della Telt. E poi che entro marzo le gare devono partire pena la perdita di milioni trecento».
La prima telefonata della giornata di Salvini era stata con il direttore generale di Telt, Mario Virano: «Per fermare i bandi occorre come minimo un atto del Consiglio dei ministri. Ma, come detto, i ministri della Lega un no ai bandi non lo potrebbe votare». Ma il presidente del Consiglio avrebbe le prerogative per fermare da solo i bandi? Con la Telt «credo che abbia fatto la voce grossa. Detto questo, i bandi li può fermare soltanto o il Consiglio dei ministri oppure il Parlamento».
E qui, secondo il leader leghista, i casi sono due: «In Consiglio, la Lega non potrebbe votare alcuno stop ai bandi». Mentre la via parlamentare «già in passato è stata utile a definire le proprie posizioni. Si ricorda del Global compact, il trattato sull' immigrazione?
Noi eravamo contrari e i 5 Stelle favorevoli. In Parlamento si è trovata la soluzione».
Per la cronaca, l' Italia non ha aderito al trattato.