VATICANO-ANO-ANO: SALTA IL PIÙ “IMPRESENTABILE” - PER LA BBC, IL CARDINALE O’BRIEN HA DECISO DI DIMETTERSI RINUNCIANDO AL CONCLAVE - L’ARCIVESCOVO DI EDIMBURGO ERA ACCUSATO DI “COMPORTAMENTI INAPPROPRIATI” DA QUATTRO SACERDOTI - RESTANO ANCORA “ELETTORI” LO STATUNITENSE MAHONY, L’IRLANDESE BRADY E IL BELGA DANNEELS, ACCUSATI DI AVER INSABBIATO ABUSI…

1 - SI È DIMESSO IL CARDINALE O'BRIEN
Giacomo Galeazzi per "la Stampa"

Si ritira il conclavista accusato di aver abusato di quattro preti. Il primate della Chiesa cattolica britannica, il cardinale scozzese Keith O'Brien, si è dimesso da arcivescovo, dopo le accuse di "comportamento inappropriato" mosse contro di lui da tre sacerdoti e da un ex sacerdote. O'Brien non parteciperà al conclave.

«Il Papa è informato sul problema, la questione è ora nelle sue mani», aveva dichiarato ieri il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, riferendosi proprio alla scabrosa vicenda di Keith O'Brien al quale vengono attribuite gravi vicende avvenute negli Anni Ottanta. O'Brien è uno strenuo conservatore soprattutto in materia di omosessualità, che ha condannato come immorale e contro i matrimoni gay definiti «dannosi per il benessere fisico, mentale e spirituale».Avere interessato il Pontefice della situazione era già il segno di quanto fosse delicata la situazione. Il porporato aveva già annunciato la sua partenza per Roma per partecipare al Conclave. Ieri aveva preferito non celebrare la messa della domenica, come invece era previsto, nella cattedrale di St. Mary a Edimburgo.

«Non possiamo non essere addolorati per gli avvenimenti delle ultime 24 ore», ha commentato il vescovo Stephen Robson che ieri ha celebrato la funzione religiosa al suo posto. Un ulteriore problema per il Vaticano in uno dei momenti più delicati della sua storia recente. Il cardinale scozzese Keith O'Brien, il più alto porporato britannico e tra quelli che avevano diritto di voto nell'elezione del prossimo papa, era finito nel mirino delle polemiche. Il dossier, si era appreso ieri, era già sul tavolo del Papa.

«Il Pontefice è informato sul problema e la questione è ora nelle sue mani», aveva detto padre Lombardi. Se provate le accuse, rivelate in prima pagina sul domenicale Observer, sono pesantissime. Vanno a ritroso di oltre trent'anni e sono state fatte pervenire al nunzio apostolico in Gran Bretagna, l'arcivescovo Antonio Mennini. Un episodio risale al 1980. All'epoca, la persona che oggi punta il dito contro il comportamento di O'Brien, aveva 18 anni ed era un seminarista al St.Andrew's College (a Drygrange, in Scozia) dove l'attuale cardinale era il suo "direttore spirituale".

A quanto si apprende, ha parlato di un «approccio inappropriato» dopo le preghiere della sera. L'allora seminarista sarebbe stato in quel momento troppo spaventato per riportare l'accaduto, ma da allora la sua personalità sarebbe cambiata, e anche i suoi insegnanti avrebbero notato che appariva spesso depresso. L'uomo avrebbe riferito al nunzio che abbandonò il sacerdozio nel momento in cui O'Brien fu nominato cardinale (da Giovanni Paolo II nel 2003). Si è poi sposato.

«Sapevo che avrebbe sempre esercitato un certo potere su di me. Si pensava che io avessi lasciato il sacerdozio per sposarmi. Non fu così. Lo feci per preservare la mia integrita».Quello che viene poi indicato dal giornale come "prete B" riferisce di un episodio, sempre negli anni '80: un «comportamento", da parte del cardinale nei suoi confronti, «non cercato» e avvenuto a tarda serata, dopo una «sessione di bevute».

C'e'e poi "Prete C", che accusa O'Brien di aver usato il momento della preghiera serale come una scusa per «contatti inappropriati». Il cardinale avrebbe poi mantenuto i contatti con "Prete C" per un certo periodo e anche questo dettaglio sarebbe stato fatto pervenire all'ufficio del Nunzio - almeno in un'altra occasione O'Brien, descritto da "prete C" come «molto carismatico», avrebbe fatto in modo di trovarsi in una situazione definita come intima.«Bisogna comprendere qual è il rapporto tra un vescovo e un prete. Gli si deve obbedienza - spiega l'ex sacerdote - è più di un capo, di un amministratore delegato di un'azienda. Esercita su di te un potere immenso».

Le accuse sarebbero state riportate prima dell'annuncio delle dimissioni da parte di Benedetto XVI. Negli ultimi giorno O'Brien aveva suscitato un certo clamore per un'ntervista in cui affermava che a suo avviso i preti dovrebbero potersi sposare, se lo desiderano. Un'apertura inedita e sorprendente anche perché il porporato è considerato un ferreo tradizionalista. Uno strenuo conservatore soprattutto in materia di omosessualità, che aveva condannato come immorale, e contro i matrimoni gay che aveva definito «dannosi per il benessere fisico, mentale e spirituale».

2 - O'BRIEN, UN'ALTRA OMBRA SUL CONCLAVE
Giacomo Galeazzi per "la Stampa"

Nel 2005 nessuno impedì a Bernard Law di votare malgrado avesse coperto preti pedofili a Boston. Stavolta invece il «sexgate» estende sempre più minacciosamente i suoi rami velenosi sull'imminente Conclave. E ormai il dossier è arrivato sulla scrivania di Benedetto XVI, che oggi incontra Herranz, De Giorgi e Tomko, i tre inquirenti di Vatileaks che riferiranno le conclusioni della loro inchiesta alle congregazioni generali.

Lo statunitense Mahony, l'irlandese Brady, il belga Danneels (per aver insabbiato abusi) e lo scozzese O'Brien (per averli commessi): l'ingresso nella Cappella Sistina dei quattro elettori più discussi imbarazza la Santa Sede e provoca petizioni di fedeli, mobilitazione dei mass media e proteste planetarie delle associazioni di vittime del clero. Accuse pesanti come macigni per chi deve eleggere il successore di Ratzinger, il Papa della «purificazione».

È una bomba con la miccia innescata lo scandalo multiplo dei conclavisti «indegni», ultimo in ordine di tempo ma gravemente coinvolto in prima persona il primate di Scozia che respinge le accuse. «Il Papa è informato sul problema, la questione è ora nelle sue mani», dichiara il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, riferendosi proprio alla scabrosa vicenda di Keith O'Brien accusato di comportamenti «inappropriati» da quattro sacerdoti e seminaristi per fatti avvenuti negli Anni Ottanta.

O'Brien è uno strenuo conservatore soprattutto in materia di omosessualità, che ha condannato come immorale e contro i matrimoni gay definiti «dannosi per il benessere fisico, mentale e spirituale». Avere interessato il Pontefice della situazione è il segno di quanto sia delicata la situazione. Il porporato aveva già annunciato la sua partenza per Roma per partecipare al Conclave. Ieri ha preferito non celebrare la messa della domenica, come invece era previsto, nella cattedrale di St. Mary a Edimburgo.

«Non possiamo non essere addolorati per gli avvenimenti delle ultime 24 ore», ha commentato il vescovo Stephen Robson che ha celebrato la funzione religiosa al suo posto. Su quale linea tenere nei confronti degli «impresentabili», le gerarchie ecclesiastiche si spaccano.

«La prassi vuole che si ricorra alla persuasione ma non si può mettere in discussione il diritto-dovere di entrare in conclave, poi sta alla coscienza del singolo decidere se partecipare o meno», osserva il cardinale canonista Velasio De Paolis, commissario papale dei Legionari di Cristo e membro della Cassazione vaticana.

«Se la presenza crea difficoltà o imbarazzi, potrebbe essere opportuno rinunciare, la decisione però sta solo alla persona e alla sua coscienza», concorda il vescovo Gianfranco Girotti, ex reggente della Penitenzieria apostolica, il tribunale supremo della Chiesa per quanto riguarda i casi di coscienza. Da un punto di vista giuridico, precisa Girotti, «non c'è nessun impedimento», poi da un punto di vista morale la questione cambia».

Però la «linea dura» trova forti resistenze. Niente veti alla partecipazione al Conclave, protesta l'arcivescovo di Baltimora William Lori che mette in guardia da cedimenti alle pressioni della pubblica opinione: «La Chiesa ha le sue regole su chi ha diritto al voto. Non possiamo imboccare un'altra strada solo perché c'è chi fa obiezione». Frena la spinta «giustizialista» anche il cardinale vicario Angelo Comastri: «I processi non si fanno nelle piazze». E c'è chi fa presente che se si preme tanto su Mahony, allora lo si dovrebbe fare anche per altri elettori.

Per il primate d'Irlanda Sean Brady che ammise ed espresse ai suoi fedeli «vergogna» per aver coperto gli abusi di suoi sacerdoti e a cui recentemente il Papa ha affiancato un coadiutore. L'ex primate del Belgio, Godfried Danneels, interrogato per ore dalla polizia e accusato da registrazioni di aver spinto vittime a non denunciare gli abusi. E i conclavisti come Dziwisz, Re, Sandri che hanno difeso il fondatore dei Legionari di Cristo Maciel, sanzionato da Ratzinger per i suoi plurimi abusi e per la sua doppia e tripla vita con figli da diverse donne?

 

 

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