SENATORI E NUOVI DOLORI - PER LA COMPRAVENDITA DI DE GREGORIO, È PRONTA LA RICHIESTA DI GIUDIZIO IMMEDIATO PER IL BANANA -

Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

La Procura di Napoli stringe i tempi e dopo una sfilata di testimoni eccellenti è pronta a chiedere il processo immediato per Silvio Berlusconi, Valter Lavitola e Sergio De Gregorio. L'inchiesta si allarga dalla corruzione del solo De Gregorio a tutta "l'operazione libertà", cioé il corteggiamento con ogni mezzo di una decina di senatori del centrosinistra perché sfiduciassero Prodi alla fine del 2007.

Il caso De Gregorio diventa così un'inchiesta sulla crisi più sospetta della storia della repubblica. Negli ultimi due giorni sono stati sentiti a Roma nel palazzo della Dna di via Giulia l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, l'ex capogruppo al Senato dell'Ulivo Anna Finocchiaro, l'ex capogruppo dell'Italia dei Valori, Nello Formisano e il senatore Giuseppe Caforio, Idv anche lui.

I pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio, Alessandro Milita e Francesco Curcio, nelle prossime ore potrebbero ultimare le audizioni dei testimoni, in particolare si parla dell'ex senatore del Pd Paolo Rossi, un altro di quelli che avrebbero resistito.

Poi i pm si metteranno a scrivere la richiesta di giudizio immediato. Se il giudice darà il via libera, Berlusconi si ritroverà sotto processo prima della fine del mese. Il codice prevede termini molto stretti: il gip deve decidere entro cinque giorni dalla richiesta. Teoricamente dovrebbe essere sentito prima l'imputato ma i magistrati disperano di riuscire a interrogare Berlusconi. Oggi scade la terza convocazione, l'ultima prevista nell'avviso dei pm.

Sui contenuti delle audizioni dei giorni scorsi i magistrati hanno chiesto ai politici di restare con la bocca cucita. "Confermo solo che è stato un colloquio molto breve", spiega Romano Prodi. L'ex presidente del Consiglio è - da un punto di vista politico - la vittima della corruzione dei senatori. Anche se da un punto di vista penale la persona offesa è l'intera pubblica amministrazione.

L'ex premier al più potrebbe essere considerato una persona danneggiata dal reato ma ieri è stato sentito nella veste di persona informata dei fatti. Il senatore De Gregorio aveva raccontato ai pm di essere stato "comprato" con 3 milioni di euro, dei quali due in nero e di avere avuto mandato da Berlusconi di contattare anche il senatore dell'Idv Giuseppe Caforio .

"Dissi a Berlusconi", ha raccontato De Gregorio ai pm, "che forse il senatore Caforio poteva ascriversi al ruolo degli indecisi (...) lui disse: puoi proporgli fino a cinque milioni di euro di finanziamento. Caforio mi registrò, quindi quella registrazione è presso gli uffici della Procura di Roma, che archiviò l'indagine".

Prodi commenta: "Se fosse vero, sarebbe gravissimo". De Gregorio ha raccontato anche il suo incontro del 2007 con il capo della Cia a Roma, Roberto Gorelick, e Clemente Mastella. Gli americani, a suo dire, volevano convincere l'ex ministro a lasciare il governo di centrosinistra. Al Fatto che gli chiede se si immaginasse una cosa simile, Prodi replica ermetico: "Non mi stupisco mai di nulla".

TRA LE questioni da chiarire prima di chiudere l'inchiesta c'è quella di una cassetta che rappresenta la pistola fumante del tentativo di corruzione nei confronti di Caforio. Il senatore ha sostenuto di avere consegnato nel marzo 2007 la cassetta con la registrazione dell'offerta di De Gregorio ad Antonio Di Pietro, che poi l'avrebbe consegnata ai magistrati. La Procura di Roma ha archiviato l'indagine ma ora ha riaperto il fascicolo.

All'esame di Caforio ieri ha partecipato anche il pm romano Alberto Pioletti. La registrazione, a sentire Caforio, deve essere davvero una bomba: "De Gregorio mi offrì 1,5/2 milioni subito e mi disse di sbrigarmi perché il giorno successivo si votava la fiducia al Senato. Gli dissi che avrei risposto all'indomani. Se avessi detto sì mi disse che avrebbe fatto il bonifico prima del voto. Poi negli anni successivi mi avrebbe versato altri tre milioni".

Caforio rifiutò e raccontò tutto a Di Pietro, consegnando al suo leader come prova di fedeltà la registrazione. Quello stesso giorno, il 2 marzo 2007, Di Pietro pubblicò su internet un intervento video nel quale raccontava di avere denunciato il tentativo di corruzione. Caforio si dice convinto che la registrazione sia stata consegnata in Procura da Di Pietro ma in realtà non è così chiaro che fine abbia fatto la registrazione. A distanza di sei anni non è facile scavare tra le scartoffie di una storia che sembrava sepolta e i magistrati non hanno ancora il nastro sul tavolo.

 

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