TUNNEL SENZA FINE – I COMMERCIANTI LA VEDONO NERA: “CROLLANO ANCORA I CONSUMI E CALA LA FIDUCIA – SCENDE ANCHE IL SOSTEGNO AL GOVERNO, MA LA MANOVRA VA NEL SENSO GIUSTO

Luigi Grassia per “la Stampa

 

Sangalli CarloSangalli Carlo

«I consumi sono fermi e il clima di fiducia si deteriora nel secondo semestre del 2014. C’è un calo di fiducia anche nei confronti del governo, che scende al 58,7%, dal 76,7% del primo semestre». Sono questi alcuni numeri di un’indagine Confcommercio-Censis. Si legge che il 44% delle famiglie ha visto peggiorare la capacità di spesa e il 70% guarda con pessimismo ai prossimi mesi. Il Centro studi di Confcommercio nota una micro-ripresa dei consumi nell’ultimo trimestre, ma fragilissima, e avverte: «Non si può parlare di svolta».

La Confcommercio rivede anche al ribasso le stime del prodotto interno lordo nel 2014 e nel 2015. Per quest’anno l’ipotesi di crescita viene tagliata al -0,2 per cento (dal +0,3 per cento in cui si sperava) mentre per l’anno prossimo c’è una correzione al ribasso da +0,9 a +0,6%.

 

spesa al supermercatospesa al supermercato

Il calo dei consumi e quello del Pil sono legati l’uno all’altro in un circolo vizioso: il prodotto lordo va giù perché con la crisi economica ci sono meno posti di lavoro e meno pagati, e la gente con meno soldi in tasca consuma meno, ma questo deprime ulteriormente l’economia e il Pil. Bisogna trovare il modo di spezzare il cerchio.

L’associazione dei commercianti unisce la sua voce a quella dei tanti che constatano l’inefficacia del bonus di 80 euro se lo scopo era il rilancio dei consumi: «Sembra sia servito a poco - si legge nelle conclusioni dell’indagine - visto che ben il 76% dei percettori non ha mutato in modo sostanziale la propensione al consumo».

 

L’indagine Confcommercio-Censis sottolinea che «per 13 milioni di famiglie le bollette e le tasse si mangiano gran parte del reddito, deprimendo ogni propensione a nuovi consumi». Bollette e tasse sulla casa sono le voci di spesa più difficili da affrontare: il 54,2% degli interpellati mette proprio le bollette in cima alla lista dei problemi mentre il 49,8% riserva questo ruolo a tasse come la Tari e la Tasi.

Sangalli CarloSangalli Carlo

 

Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, boccia l’idea del Tfr in busta paga: «Le piccole imprese non sono in grado di sostenere un ulteriore drenaggio di liquidità, a meno che tutto questo sia a costo zero. Ma non ho mai visto un’operazione a costo zero. Sarebbe bello se questa fosse la prima volta». Sangalli aggiunge che «la liquidità deve essere spostata dal sistema finanziario all’economia reale e non dalle imprese alle famiglie, perché imprese e famiglie sono sulla stessa barca in mezzo alla crisi».

 

Nel fare una sintesi dell’indagine, Sangalli dice che «emergono dati complessi e contraddittori, segnali di ripresa molto fragili per quanto riguarda l’occupazione e i consumi». Il presidente della Confcommercio aggiunge che «è stata bruciata tutta la fiducia accumulata in questi mesi. Finora non c’è stato un vero choc sui consumi per farli ripartire. Questo è un Paese stanco e in convalescenza». Il presidente commenta: «Abbiamo accolto con favore la riduzione fiscale contenuta nella legge di Stabilità. Quello che rientra nel perimetro di riduzione delle tasse va nella direzione giusta».

BOLLETTE BOLLETTE

 

Da Sangalli pollice verso per la Tasi, la cui rata era in scadenza ieri: a chi gli chiedeva un commento sulla nuova tassa sui servizi indivisibili, il presidente di Confcommercio ha risposto che «è l’ennesima stazione di una Via Crucis fiscale alla quale sono sottoposte le nostre imprese e le nostre famiglie. In Italia le tasse si pagano tre volte: la prima con le imposte in sé, la seconda per la burocrazia e la terza per l’incertezza».

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…