PER EVITARE L'INVASIONE DALLA TUNISIA, ROMA CHIEDE AIUTO ALLO ZIO SAM – ANTONIO TAJANI HA TELEFONATO AL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO, ANTONY BLINKEN: SERVE LA BENEDIZIONE DI JOE BIDEN PER SBLOCCARE IL PRESTITO DA 1,9 MILIARDI DI EURO DEL FMI PER IL GOVERNO TUNISINO. SENZA QUEI SOLDI, TRA NOVE MESI AL MASSIMO LO STATO AFRICANO POTREBBE FINIRE IN BANCAROTTA. E L'ITALIA SAREBBE TRAVOLTA DA UN'ONDATA DI SBARCHI – A FINE APRILE È PREVISTA UNA MISSIONE ITALO-FRANCESE A TUNISI. SI PARLERÀ DI CORRIDOI UMANITARI E FLUSSI DI LAVORATORI…
Estratto dell'articolo di Francesco Bechis per “Il Messaggero”
La crisi tunisina «va risolta oggi». Dopo «è troppo tardi». Roma chiama Washington Dc. Serve la benedizione di Joe Biden per sbloccare il prestito da 1,9 miliardi di euro del Fondo monetario internazionale (Fmi) per il governo tunisino di Kais Saied.
Senza quei soldi, il countdown è già avviato: tra sei, nove mesi al massimo la Tunisia potrebbe finire in bancarotta e l'Italia travolta da un'ondata migratoria senza precedenti.
Ieri è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a riecheggiare l'allarme in una telefonata con il Segretario di Stato americano Antony Blinken. Venti minuti di colloquio che consegnano un bilancio di chiari e scuri.
[…] Il messaggio arrivato alla Farnesina da Washington si può riassumere così. I riflettori dell'amministrazione sono accesi sul caos a Tunisi e la valanga migratoria che può riversarsi sulle coste europee se lo Stato tunisino fallisse.
Di più: gli americani sono anche disposti, di sponda con il governo Meloni, a convincere l'Ue a sbloccare i finanziamenti per sostenere le casse tunisine. Tra gli altri, il prestito da 900 milioni di euro, diviso in tre tranche da 300 milioni, che ancora ieri Tajani ha rievocato come soluzione tampone alla crisi. Fin qui le convergenze.
Poi le doglianze: l'amministrazione Biden non si fida di Saied. La spirale autoritaria, le politiche populiste a suon di sussidi cui il presidente tunisino non intende rinunciare, neanche al prezzo di 2 miliardi di dollari. Lo ha detto Blinken pochi giorni fa: o la Tunisia si mette in riga, o rischia di cadere in «un baratro». E la Tunisia di Saied in riga non vuole mettersi, come dimostra il gelo del presidente nei due recenti incontri con il Commissario Ue Paolo Gentiloni e la Sottosegretaria di Stato americana Barbara Leaf.
giorgia meloni antonio tajani alla camera dei deputati
[…] E se di una visita della premier Giorgia Meloni a Tunisi per ora non c'è certezza - sarà dura, finché Saied non aprirà uno spiraglio - fervono già i preparativi per la missione di fine aprile del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi accompagnato dall'omologo francese Gérald Darmanin e la Commissaria Ue agli Interni Ylva Johannson.
Sul tavolo programmi di addestramento e mezzi per la guardia costiera tunisina (in questi mesi la frontiera con il Sahel è un colapasta) e fondi Ue contro i trafficanti. L'Italia ha chiesto l'aumento dei fondi per il programma ad hoc di Bruxelles, Near, da 200 a 300 milioni di euro annui e ci sono aperture in tal senso. Si parlerà anche di corridoi umanitari e flussi di lavoratori tunisini in Ue grazie a una nuova "Talent Partnership" pensata per la Tunisia. Guerra ai trafficanti e canali legali: è la ricetta Meloni per gestire il bollente dossier migratorio, ha ricordato ieri Piantedosi con un'informativa in Cdm.
emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola
Sul secondo fronte potrebbero arrivare novità. Il "click day" del decreto flussi 2023 è stato un successo: su 83mila posti di lavoro stagionali disponibili, sono pervenute 240mila domande, il triplo. [...]
proteste in tunisia contro saied 4proteste in tunisia contro saied 2emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONIgiorgia meloni antonio tajani alla camera