1. PER SENTIRSI RIPETERE DAL KAISER MERKEL CHE SIAMO UNO SCHIAVO IN CATENE E PIENO DI DEBITI SI POTEVA ANCHE RESTARE A CASA. RENZI NON AVEVA BISOGNO DI RECUPERARE IL CAPPOTTONE DOPPIOPETTO DEL NONNO CHE NON SA NEMMENO ABBOTTONARE. BASTAVA UNA SEMPLICE TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI. MA IL VIAGGIO NELLA CAPITALE DELL’IMPERO CON GIORNALISTI AL SEGUITO È MEGLIO. PERCHÉ QUESTE PAROLE SONO STATE PRONUNCIATE IN PUBBLICO. DOVE IL PUBBLICO NON SIAMO NOI, MA I MERCATI 2. PERCHÉ AL DI LÀ DEI TITOLI DI GIORNALI E TELEGIORNALI, CONTANO QUESTE POCHE, DURE, PAROLE DELLA MERKEL: “SIAMO CERTI CHE L’ITALIA RISPETTERÀ IL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA IN ENTRAMBE LE SUE COMPONENTI, CON IL RICONOSCIMENTO DEL FISCAL COMPACT”. OVVERO OBBLIGO DI PERSEGUIRE IL PAREGGIO DI BILANCIO E RIDUZIONE DEL RAPPORTO DEBITO PUBBLICO-PIL ENTRO IL 60% NEI PROSSIMI VENT’ANNI (SIAMO AL 133%)

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - SOTTO IL CAPPOTTO DEL NONNO, LE CATENE
"Quando vai in Germania dalla Merkel portati il cappotto del nonno che sta nell'armadio, che fa freddo". Il miglior commento alla gita di Pittibimbo dalla C.I. Merkel l'ha sparato su Twitter il comico barese Pinuccio. Mancavano le valige di cartone e i cantuccini da casa, sostituiti per l'occasione dalla maglietta di Mario Gomez.

L'estetica della missione berlinese di Renzie è tutta qui, ma è anche tutto quello che c'è. Perché al di là dei titoli di giornali e telegiornali, contano queste poche, dure, parole che la Merkel ha detto al successore di Lettanipote: "Siamo certi che l'Italia rispetterà il patto di stabilità e crescita in entrambe le sue componenti, con il riconoscimento del Fiscal compact". Ovvero obbligo di perseguire il pareggio di bilancio e riduzione del rapporto debito pubblico-Pil entro il 60% nei prossimi vent'anni (siamo al 133%).

Per sentirsi ripetere che siamo uno schiavo in catene e pieno di debiti si poteva anche restare a casa. Bastava una telefonata. Ma il viaggio nella capitale dell'impero con giornalisti al seguito è meglio. Perché queste parole sono state pronunciate in pubblico. Dove il pubblico non siamo noi, ma i mercati.

2 - FUGA PER LA CICORIA
Ci siamo comunque presentati nella capitale con degna rappresentanza di ministri e papaveri confindustriali, con una rivisitazione del concetto di rappresentanza politica che da un lato ci fa tornare indietro ai notabili con tuba e bastone con il pomo argentato, dall'altro ci fa perfino rimpiangere quando eravamo ancora una nazione, seppur di notabili.

Il Sole 24 Ore annuncia: "Appello Confindustria-Bdi: ‘La Ue rilanci l'industria'" (p. 2). Felice anche il Corriere: "I ministri, i manager e Confindustria. In cancelleria l'agenda di Casa Italia" (p. 6). Nuove frontiere per l'acquisto di pennarelli, matite e compassi?
Anche Repubblica si mette in scia: "Il nostro messaggio è passato, patto per la crescita'. Squinzi sigla un accordo con il capo di Confindustria tedesca. Aleotti: "Molti punti di contatto con gli imprenditori, l'Europa stimoli le imprese" (p. 3). Stimolate, stimolate, qualcosa uscirà.

3 - GENTE CHE S'"IMPRESSIONA" FACILMENTE
Con tutta la fatica che ha fatto alla vigilia per spiegare che non siamo scolaretti, e tantomeno "somari", chiamati alla lavagna, oggi Renzie viene tradito proprio dal giornale più caro. Repubblica titola a tutta prima: "Merkel promuove Renzi". Dentro, come su tutti i giornali, grande spazio a queste parole della cancellierona: "Impressionata dalle riforme italiane".

Parole già sentite. Ah ecco, sì: "Fiducia nell'Italia e nelle sue impressionanti riforme", disse a Mario Monti, appena diventato premier al posto dell'odiato Banana.
Il Corriere sceglie il massimo equilibrio: "Merkel, elogio senza sconti". La Stampa no: "Merkel promuove Renzi" (p. 1). Del resto lo aveva già promosso Marpionne pubblicamente. Il Messaggero va al sodo delle autorizzazioni: "Renzi incassa il sì della Merkel", ma dentro sbraca così: "Quel feeling a sorpresa con Angela e la maglia autografata di Gomez" (p. 2). Il confindustriale Sole tira l'acqua al suo mulino: "Renzi-Merkel: positiva la riforma del lavoro" (p. 1).

In concreto, secondo Repubblica "Matteo tira un sospiro di sollievo. ‘Il deficit può salire ma sotto il 3%'. Il segretario del Pd convinto di aver costruito una ‘grande sintonia' con la Cancelliera" (p. 3). Il Corriere mette in un catenaccio un impegno concreto: "E Renzi promette di non sforare" (p. 5). La Stampa riporta un retroscena notevole: "Renzi starebbe trattando la nomina di Enrico Letta a segretario generale Nato" (p. 3).

4 - NO, LE SANZIONI A PUTIN NO! (TENIAMO FAMIGLIA)
Vabbè i diritti civili. Vabbè le elezioni farsa. Vabbè i carri armati russi. Vabbè i boicottaggi olimpici. Ma non era certo il paradiso in terra l'Ucraina pre-Putin, no? E allora, perché farsi del male con questa storia delle sanzioni Usa e Ue? Repubblica ricorda: "Penalizzate anche le aziende italiane'. Il grido di allarme delle piccole imprese: ‘La Russia è il nostro primo cliente, adesso siamo preoccupati'. La Russia è il quinto partner commerciale dell'Italia con 32,6 miliardi di export nel 2013 e 13,4 miliardi di import. La Sace è esposta in Russia per 5 miliardi su 34 di attività totali" (p. 6)

5 - SI', PIRELLI AI RUSSI SI'!
Il colpaccio russo di Tronchetti raccontato dal Sole: "Pirelli, Rosneft al fianco di Tronchetti. I russi investono 500 milioni valutando il gruppo italiano 12 euro per azione. Accordo a sorpresa: nasce un veicolo (50% del gruppo petrolifero) che deterrà il 26% della Bicocca" (p. 1 secondo dorso).

Lo straordinario tempismo dell'accordo con i petrolieri russi viene sottolineato da Repubblica, cha racconta: "Così Tronchetti fa quadrato contro i fondi. I grandi nomi del private equity, a partire da Goldman Sachs, avevano messo nel mirino la società per una possibile Opa. Gran colpo di Sposito che in soli nove mesi realizza un rendimento sul capitale dell'80%". Contente anche le banche, da Unicredit a Intesa Sanpaolo, che erano state al fianco di Tronchetti Dovera nella battaglia contro i Malacalza e ora rientrano con profitto dell'investimento (p. 22).

6 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Nuove ricette mai sentite per i famosi tagli di spesa: "Indennità di accompagnamento e invalidità. Ecco il piano dei risparmi antiabusi. Il rapporto del commissario per la spending review, Carlo Cottarelli" (Corriere, p. 8). E a Repubblica, la ministra Beatrice Lorenzin (che per il Giornale sarebbe incinta) espone i tagli alla sanità: "Ricoveri, ticket, acquisti. La sanità risparmierà più di 3 miliardi. ‘Lotta agli sprechi per investire in strutture e tecnologia. Abbiamo giù individuato 900 milioni da recuperare eliminando le degenze inappropriate o inutili" (p. 11). Assoldato il Dottor Morte?

Sul Foglio, Claudio Cerasa racconta "Tagli, spesa, sangue. L'altro piano del premier per dimostrare a Merkel di saper fare i compiti a casa. Nel mirino gli sprechi delle aziende finanziate dallo Stato" (p. 1). Ovvero un'area assai delicata, che comprende Ferrovie, Rai, Poste, Enav e le aziende di trasporto pubblico.

Il Messaggero rincuora lo zoccolo duro dei suoi lettori: "Statali, 85 mila esuberi in tre anni. La mappa del personale in eccesso nel piano Cottarelli. Mobilità, esoneri dal servizio e incentivi per gestire le uscite" (p. 5). Potremmo metterli all'asta su internet, come le auto blu di Renzie.

7 - NANO DECADENCE
"Anche l'Europa dice no a Berlusconi", titola duramente la Stampa sul Banana che si vuole candidare come capolista in tutte le circoscrizioni. "Gelo della Commissione Ue sulla candidatura. Tremonti forse in lista nel Nord-Est. Al via il sito ‘Silvio-libero' della Santanchè. Oggi la Cassazione deciderà sull'interdizione" (p. 5).

Repubblica riferisce di sempre nuove baruffe in quel che resta dell'antica corte di Hardcore: "il cerchio magico di Silvio nel mirino dei vecchi forzisti. ‘Basta con la Pascale e la Rossi'. I colonnelli: il leader ‘sequestrato' dalla fidanzata. I vecchi dirigenti: non si riesce nemmeno a fissare un appuntamento con il Cavalliere" (p. 13). Ah, quando c'era la mitica Marinella. Più soft il Corriere, che però butta lì un'idea da terremoto: "Berlusconi e l'ipotesi di entrare nel governo dopo le Europee. Il Cavaliere contro i falchi: no alle petizioni per la grazia" (p. 11).

8 - IL DERBY DELLE TOGHE MILANESI
E' solo all'inizio, lo scontro al vertice della Procura milanese. Dopo lo scoop di ieri, il Corriere raddoppia: "Il vice contro il procuratore. ‘Ho altri fatti da rivelare'. Martedì il duello davanti al Consiglio giudiziario. Robledo chiede di parlare al Csm. Bruti Liberati: non ho niente da dire. Il 19 gennaio il Quirinale si complimentò con Bruti Liberati. Ma per Robledo ‘turba l'ufficio'" (p. 16).

Ottima la ricostruzione di Gianni Barbacetto: "Formigoni, Ruby e Nagel. La battaglia è in Procura. Nell'esposto presentato al Csm dall'aggiunto Robledo i fascicoli contesi sui maggiori scandali. Uno è tuttora coperto da segreto. Una scintilla fu l'iscrizione di Podestà nella lista degli indagati per le firme false in Lombardia" (Cetriolo Quotidiano, p. 3).

La Repubblica si conferma la Pravda della Procura e di Magistratura democratica, con un pezzo di Piero Colaprico nel quale si riportano fedelmente tutte le "informali" controdeduzioni di Bruti Liberati, Ilda Boccassini e Francesco Greco. Titolo veramente notevole: "Milano, la procura isola il pm. ‘Nessuna inchiesta insabbiata'" (p. 15).

9 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Si avvicina il processo che non t'aspetti, quello ai giganti del rating internazionale. Lo raccontano Carlo Bonini e Giuliano Foschini: "Quel processo impossibile al rating che sgambettò l'Italia. Anche Monti tra i testimoni. Tesoro e Via Nazionale non sono parte civile a Trani. Sotto accusa i declassamenti che il nostro Paese subì nel 2011-2012. Draghi: erano ingiustificati. Il procuratore Capristo: ‘Lo Stato deciderà che fare. Noi andremo per la nostra strada'" (p. 24). La scelta di Tesoro e Bankitalia dice molto sui loro reali referenti.

10 - ULTIME DA SORGENIA, L'ENERGIA CHE TI FULMINA
Il Corriere delle banche marca stretto il gruppo dell'energia che fa capo alla famiglia De Benedetti: "Sorgenia, la lettera delle banche sui prestiti. Gli istituti chiedono al gruppo Cir un innesto di risorse finanziarie per 300 milioni. Pronte a convertire i bond. Per l'impianto di Vado Ligure (primo socio Gaz de France) l'ipotesi supercomitato" (p. 27). "Supercomitato" è bellissimo. Non si sentiva da trent'anni.

 

RENZI E MERKEL A BERLINORENZI, MERKEL, HOLLANDEDraghi, Merkel e Monti Monti e Merkel a Berlino e f c b d f b d cf fdf giorgio napolitano e vladimir putin MARCO TRONCHETTI PROVERA E MASSIMO MORATTI SERATA CALENDARIO PIRELLI Massimo Moratti Marco Tronchetti Provera Afef ROSNEFT BERLUSCONI PASCALE DUDU IN AEREO ALFREDO ROBLEDO jpegEDMONDO BRUTI LIBERATI RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM

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