LA SVIZZERA DE’ NOANTRI - I SOLDI DI LELE IN-MORA SCUCITI AL CAVALIER PATONZA SAREBBERO FINITI SUL CONTO DEL BODYGUARD FEDELE GENTILE - L’UOMO AVREBBE ANCHE AIUTATO MORA AD APRIRE UN CONTO A LUGANO PER RENDERE CREDIBILE LA VERSIONE SECONDO CUI FEDE AVREBBE PRETESO UNA PERCENTUALE SUI PRESTITI DEL BANANA - FEDE: "IO QUESTI DENARI NON POTEVO PORTARLI IN ITALIA E SICCOME HO UN APPARTAMENTO LASCIATO IN EREDITÀ DA MIO SUOCERO A LUGANO, LI HO USATI LÌ"…

Mauro Spignesi per "Il Caffè" - www.caffe.ch


Di buon mattino bussava alla porta dell'appartamento di Lele Mora in via Nassa, e poi lo traghettava a bordo della Mercedes targata Ticino sino a Milano, negli uffici della Lm Management, fallita con buco milionario. E la sera lo riaccompagnava a Lugano. Fedele Gentile, ombra dell'agente dello spettacolo ricoverato in ospedale dopo un malore in carcere, è finito nei guai.

Perché gratta gratta, i magistrati italiani avrebbero scoperto - ma per ora è soltanto una ipotesi accusatoria - che il conto corrente aperto nel 2008 alla Bsi dove far finire il salario mensile di seimila euro, è servito anche per dirottare una parte dei fondi utilizzati per ristrutturare il grotto di Caprino. Ed ecco perché, sostengono sempre i magistrati, non ci sarebbero tracce di questi fondi, che in gra parte arrivavano dai prestiti ottenuti dal premier Silvio Berlusconi, nei conti di Mora, in carcere da mesi.

Il manager dei vip, in prima battuta, sulla circostanza non sarebbe riuscito a dare una giustificazione capace di reggere le prove dei fatti. Non solo. Secondo i magistrati Gentile, che seguiva Mora in ogni suo spostamento, lo avrebbe anche aiutato a costruire una sorta di prova, una traccia cautelare a futura memoria, nei confronti di Emilio Fede, facendogli aprire un conto a Lugano in modo che ci fosse una prova del passaggio di soldi.

Perché nella seconda versione della vicenda raccontata da Mora, il suo amico di allegre serate Emilio Fede avrebbe - così è emerso - preteso una percentuale sui prestiti di Berlusconi, una sorta di tassa di intermediazione che tuttavia il direttore di Studio Aperto ha sempre negato con rabbia.

L'ipotesi, come ha anticipato il quotidiano La Stampa, è arrivato dalle pieghe dell'interrogatorio del funzionario della Bsi di Lugano, Patrick Albisetti, il quale ha spiegato per filo e per segno l'apertura del conto di Fede e il passaggio di soldi, ma anche le preoccupazioni della banca per la situazione finanziaria dell'agente dei vip.

"Io ho soltanto aperto un conto alla Bsi di Lugano, su insistenza del signor Luca Albisetti, al quale ho spiegato che a me non serviva. Ma lui ha detto che non c'erano alternative. Lele Mora mi doveva restituire dei soldi e sono finiti lì dentro. Nel giro di dieci, quindici giorni ho chiuso tutto", racconta Emilio Fede a Il Caffè: "Io questi denari non potevo portarli in Italia e siccome ho un appartamento lasciato in eredità da mio suocero a Lugano, città che frequento da oltre 30 anni, li ho usati lì". Fede dice di non essere mai stato "nel ristorante sul lago di Mora, ne ho sentito parlare soltanto durante la rogatoria. Non so poi che rapporti abbia Mora con la Bsi o con altre banche".

Ora si scopre tuttavia che sui conti di Gentile in un dato periodo, che corrispondeva a quello in cui il ragioniere di Berlusconi staccò gli assegni a favore di Mora, arrivarono 342 mila euro. Il quale ha in seguito spiegato che erano soldi destinati proprio alla ristrutturazione del grotto di Caprino. E Fedele Gentile, ex guardia del corpo dei figli di Gheddafi, l'uomo che guidava la Mercedes sino a Lugano e anche dentro la villa di Arcore per le notti da "Bunga bunga", sarà sentito a verbale dai magistrati di Milano. Che vogliono conferme.

 

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