SII GENTILE, ANGELINO, SCARICALO - IL FACCIA A FACCIA TRA ALFANO E MATTEUCCIO PER RISOLVERE LA GRANA GENTILE È STATO ALL’INSEGNA DEL CINISMO TOSCO-RENZINO: “SCARICALO, DIREMO CHE APPREZZIAMO LA SCELTA E FACCIAMO FINTA DI NIENTE” – E I MAGNIFICI 4 SOTTOSEGRETARI INDAGATI DEL PD?
Maria Teresa Meli per âIl Corriere della Sera'
«Cu nasci tunnu un po' mori quadratu», traduzione dal siciliano all'italiano: chi nasce tondo non può morire quadrato. Ulteriore traduzione: se uno è fatto in un modo è difficile che cambi. Sono dei passaggi che contano per chi si dimentica come sia fatto il premier, vedendo questo Renzi insolitamente mite. E un motto siciliano, adattato a un toscano, effettivamente, fa impressione.
Ma erano queste le chiacchiere che ieri facevano Davide Faraone, esponente della segreteria del Pd, palermitano, responsabile del Welfare, insieme a un esponente del suo partito e della sua stessa regione. E Faraone aggiungeva: «Angelino è di Agrigento, forse non capisce questo proverbio». Cattiverie da palermitano. Cattiverie con un fondo di verità .
Il leader del Nuovo centrodestra non ha capito che persona ha di fronte. E pensa che a Renzi basti la tranquillità di governo per diventare più mite. Così non è. Il presidente del Consiglio lo ha dimostrato anche ieri sera, quando, con il sorriso in volto, e l'aria da mr. Bean, ha imposto, senza dar mostra di farlo, al ministro dell'Interno, che lo aveva difeso fino a un minuto prima, di disfarsi di Antonio Gentile.
Dopodiché un governo si ha pure da fare e, soprattutto, il presidente del Consiglio vorrebbe raggiungere in pochi mesi alcuni risultati che lui ritiene «imprescindibili» (riforma elettorale, riforma del senato, riforma del fisco e Jobs act), perciò Renzi ha preferito non cantare vittoria una volta eliminato Gentile. Eppure di ministri invisi e sospettati ne ha pure il Partito democratico. Ma basta poco, non è difficile. à sufficiente regalare le loro teste su un piatto d'argento agli alleati che sognano poltrone, nomine e posti d'ogni tipo e costringerli a usare le cinture di sicurezza quando si siederanno su quelle sedie.
Quello che Renzi ha fatto con Alfano, per invitarlo a smettere la difesa a ogni costo di Gentile è stato semplice ed efficace. Di legge elettorale, in realtà , hanno parlato ben poco nel loro primo incontro. Il presidente del Consiglio ha invitato il ministro dell'Interno a dire ai suoi di «non esagerare»: «Massimo understatement». Poi la parola d'ordine: «Noi dobbiamo andare a dire che rispettiamo e apprezziamo la scelta del Nuovo centrodestra». Per il resto «si fa finta di niente».
Se non altro perché le grane sono tante. E il premier avrebbe voluto risparmiarsele. à chiaro che Renzi avrebbe fatto volentieri a meno di questa pantomima con il finale già scritto: Alfano che difende il sottosegretario e poi ne regala la testa. Non era esattamente questo l'iter meditato dal presidente del Consiglio: «Ma va bene anche così, purché non si facciano porcate».
In questa situazione incancrenita, in cui niente sembra cambiare, anche Renzi sembra far fatica ad andare avanti, con tutto che in ogni sondaggio appare sempre come il più votato e l'esponente politico di cui gli italiani hanno più fiducia. Eppure anche questo interessa al premier fino a un certo punto. Quello che gli preme sopra ogni altra cosa è andare avanti. A dispetto degli uomini del Pd «che litigano per una legge elettorale», salvo poi ammazzarsi tra di loro per un posto nella nuova segreteria.
à solo, il cartellino è stato timbrato e non ci sarà modo di sottrarlo, il pallone da rugby (per ricordargli i tempi migliori) sta finalmente nel suo studio. Ora la partita è tutta sua. Quanto sarà duttile Alfano e quanto si imporrà ? Anche da questo capirà se è giusto o meno mandare avanti questa esperienza di governo, o darle un termine per non rovinare se stesso, l'Italia e il Partito democratico.
Chi lo conosce si chiede perché Renzi abbia subito questa metamorfosi, perché abbia continuato a trattare e perché sembri disponibile a farlo ancora. Dire che a lui della composizione del governo poco importa, sarebbe forse un'eccessiva forzatura, ma il premier è fatto così.
Già si immagina il futuro che verrà : «Nonostante gli errori, le lentezze, i sottosegretari sbagliati, vedrete che proveremo a uscire dalla palude e per farlo stiamo lavorando notte e giorno. Vogliamo togliere a tutti la possibilità di metterci i bastoni tra le ruote. Anche se so che sono in tanti. E poi vedrete che tra due settimane arriveranno i provvedimenti veri: da quel momento in poi verremo giudicati, sarà allora che ci troveremo veramente di fronte al nostro banco di prova. E dovremo mettercela tutta».




