russiagate trump obama renzi conte durham barr papadopoulos

PERCHÉ CONTE NON HA PRESO LE DISTANZE DA TRUMP NEMMENO QUESTA VOLTA? – I RENZIANI BOMBARDANO "GIUSEPPI" MA NON C'ENTRA LO SCENARIO INTERNAZIONALE, PIUTTOSTO LA DELEGA AI SERVIZI. MATTEUCCIO INSISTE: "BISOGNA FARE CHIAREZZA SULLA VISITA DI BARR IN ITALIA". QUALI INFORMAZIONI HA DATO IL VOLPINO DI PALAZZO CHIGI PER LA CONTRO-INCHIESTA SUL RUSSIAGATE? IL TWEET PER L'AMICO "GIUSEPPI", IL MISTERO MIFSUD, LE SVIOLINATE DI CONTE PER DONALD: BASTA UNIRE I PUNTINI...

USA: NOBILI(IV),QUANDO ARRIVERÀ CONDANNA DI CONTE PER TRUMP?

matteo renzi barack obama

(ANSA) - ROMA, 07 GEN - "'Merkel, deploro il comportamento di Donald Trump'. C'è qualcuno a Palazzo Chigi? Quando arriva la condanna di Giuseppe Conte? Il suo portavoce è ancora al telefono coi "responsabili" o può occuparsene? Grazie". Lo scrive su Facebook il deputato di Iv Luciano Nobili. (ANSA).

MAT/

 

USA: NOBILI, SALVINI, MELONI E CONTE SOLIDI ALLEATI DI TRUMP

trump conte

 (ANSA) - ROMA, 07 GEN - "Un attacco criminale al cuore della democrazia Usa. Ordito da chi dovrebbe proteggerla. In Italia Donald Trump può contare su tre solidi alleati politici: Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. Perché balbettano? Dove sono le loro inequivocabili parole di condanna?". Lo scrive su Twitter Luciano Nobili, deputato di Italia Viva. (ANSA).

 

VIA CONTE DAI SERVIZI PER FAR LUCE SUI RAPPORTI CON TRUMP

Pietro Salvatori per www.huffingtonpost.it

 

“Bisogna fare chiarezza sulla visita di William Barr in Italia”. Parlando con i suoi collaboratori, Matteo Renzi apre un altro fronte nella crisi politica che ha investito il governo nelle ultime settimane.

conte vecchione

 

Ma che c’entra l’arrivo a Roma dell’Attorney General dell’amministrazione Trump di un anno e mezzo fa con il destino del secondo governo di Giuseppe Conte? C’è un punto di contatto evidente se si ha la pazienza di recuperare le dichiarazioni del leader di Italia viva allorché, lo scorso ottobre, il New York Times ricostruì i due viaggi effettuati da Barr in Italia aggirando i protocolli, nell’ambito di pressioni dell’amministrazione statunitense sull’Italia su un eventuale ruolo di Roma nell’affaire Misfud e nel potenziale coinvolgimento del governo nel Russiagate. Renzi chiese infatti al premier di “riferire al Copasir” sulla vicenda, ma aggiunse: “Conte lasci la delega ai servizi”.

 

WILLIAM BARR JOHN DURHAM

Non è un caso che sia una delle precise richieste indirizzate a Palazzo Chigi già da prima di Natale, che hanno sbattuto costantemente sul muro eretto dall’avvocato, e che vengano reiterate all’indomani dell’irruzione a Capitol Hill di un gruppo di supporter di Trump. “Oggi più che mai - spiega un colonnello di Iv - è necessario che Conte lasci quella delega, come sempre è successo con i governi precedenti”.

 

GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

È il corollario che aggiunge a rendere la faccenda esplosiva: “Serve un uomo diverso a capo dei Servizi anche per fare luce sui fatti di quell’estate”. Una sorta non solo di commissariamento del presidente del Consiglio, ma anche un chiaro segnale di volerlo mettere sotto la lente per capirne il livello di compromissione con l’amministrazione Trump.

 

william barr pornhub

Nel quartier generale di Italia viva è squillato un campanello d’allarme nel leggere ieri sera il tweet di Conte sui fatti di Washington. Nessuna condanna a Trump come mandante delle proteste, un vago riferimento alla solidità delle istituzioni Usa che per i renziani è poco meno che un pannicello caldo, del tutto insufficiente vista la gravità della situazione. Luciano Nobili, luogotenente del leader, twitta le parole di Angela Merkel (“Deploro il comportamento di Trump”) e si chiede provocatoriamente: “C’è qualcuno a Palazzo Chigi? Quando arriva la condanna di Conte?”.

 

CONTE CHEERLEADER DI TRUMP - POLITICO

“Che cos’è successo davvero nell’estate 2019?”, si chiedono dalle parti di Italia viva, c’è un bagaglio di relazioni, contatti, appoggi reciproci tra l’amministrazione americana uscente e il presidente del Consiglio di cui non si è a conoscenza? Nelle chat renziane è iniziato a circolare il video dell’avvocato del popolo alla Casa Bianca, soddisfatto nel poter proclamare che “il mio governo e quello di Trump sono entrambi governo del cambiamento”. E un articolo del quotidiano online Politico nel quale Conte viene definito “cheerleader italiano di Trump”.

 

giuseppe conte e donald trump al vertice nato di londra

È un fronte spinosissimo, che passa anche per il famoso tweet trumpiano di sostegno con “Giuseppi” annesso, sparato nel bel mezzo della crisi del governo gialloverede, e che potrebbe portare a deflagrare definitivamente lo scontro nell’attuale maggioranza.

 

Tutto si lega secondo Renzi, la delega ai Servizi è un punto irrinunciabile ma non il solo a dover essere chiarito relativamente a un quadro internazionale rispetto al quale priorità e rapporti di Palazzo Chigi sono guardati con sospetto se non apertamente contestati. “Lo scenario internazionale che ci si è presentato in queste ore è gravissimo - attacca un dirigente di Iv - Conte che relazioni e che pregressi ha?”. In molti fanno notare che qualche tempo fa, a più di un interlocutore, Conte abbia mostrato una prima pagina del Financial Times con una foto insieme al presidente uscente e l’autografo di Trump: “Good job, Giuseppe”.

RENZI OBAMA

 

Ecco che da Barr passando per Capitol Hill si delinea più chiaramente l’impatto della travagliata transizione negli Stati Uniti sul quadro politico nostrano: “Ieri - continua il dirigente - si è toccato con mano che significa accentrare in una sola mano la sicurezza nazionale”. Potrebbe essere il punto di non ritorno della crisi, il punto di non ritorno per innescare la retromarcia si allontana sempre più.

 

Che oggi, sul fronte Recovery fund, ha visto aggiungersi un ulteriore tassello che certifica quello che ormai sembra essere un dialogo fra sordi. Renzi si aspettava ieri sera la bozza del piano rivisto da Palazzo Chigi, ma mail e smartphone sono rimasti silenti. Per di più in mattinata il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha confermato di aver partecipato ieri a una riunione con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri proprio su questo.

george papadopoulos a un evento trump

 

“Certifica che esiste una maggioranza nella maggioranza”, attaccano fonti del partito, che spiegano che al momento non hanno notizia di convocazioni né del Consiglio dei ministri né di vertici politici per discuterne. E ieri, confermano fonti della maggioranza, si sono effettivamente svolti incontri del ministro anche con i 5 stelle e Leu, con Italia viva che prima di qualunque tipo di discussione pretende di visionare un testo che al momento nessuno ha. O forse no, perché dalla war room renziana sono convinti: “Siamo noi a non averlo, sicuramente alcuni esponenti di governo ne sono già in possesso”.

joseph mifsud vincenzo scottigeorge papadopoulos a un evento trumpconte trumpCAMARA DE LOBOSgiuseppe conte gennaro vecchione

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…