matteo salvini giorgia meloni meme

MEGLIO PERDERE ALLE REGIONALI, ANDANDO DIVISI, CHE ACCONTENTARE SALVINI – IL VERTICE DI MAGGIORANZA A PALAZZO CHIGI FINISCE A MALE PAROLE: GIORGIA MELONI IN MODALITÀ “S-FASCIO TUTTO IO” NON VUOLE CEDERE E TIRA DRITTO SULLA CANDIDATURA DI PAOLO TRUZZU IN SARDEGNA, MENTRE LA LEGA SPONSORIZZA L’USCENTE SOLINAS. A CASCATA, SARÀ UN CASINO TROVARE GLI INCASTRI NELLE ALTRE REGIONI – IL CARROCCIO AL SENATO PRESENTA UNA PROPOSTA DI LEGGE PER INTRODURRE IL TERZO MANDATO…

1. LA DESTRA LITIGA SU EUROPEE E REGIONALI SALVINI A MELONI: “NON PUOI STRAVINCERE”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

andrea crippa

L’unico a fotografare la realtà senza troppi filtri è Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, clava di Matteo Salvini. Seduto nell’area fumatori di Montecitorio, rivendica gli attacchi a Giorgia Meloni. E ammette che a complicare la sfida tra leader del centrodestra sulle Regionali è stato proprio l’annuncio della presidente del Consiglio di volersi candidare alle Europee: «Lei vuole stravincere […]. Questo per noi è un tema. Io mi espongo perché difendo il principio. E soprattutto, difendo il partito». Sono gli stessi concetti che il vicepremier ripeterà poco dopo in privato alla leader di FdI.

 

CHRISTIAN SOLINAS - MATTEO SALVINI

Nel giorno in cui la premier e i suoi due vice si incontrano per litigare sul dossier dei governatori — salvo poi negare in coro di averlo fatto, anzi di averne addirittura parlato — Crippa illustra la strategia di Salvini, che può tradursi così: la Lega non può accettare un pesante ridimensionamento e una probabile mortificazione elettorale da parte di FdI — per mano di Meloni — senza avere un risarcimento politico in cambio.

 

paolo truzzu 3

Di questo possibile scambio dibattono i tre al mattino, a margine di un incontro in realtà convocato sui migranti. Volano parole pesanti, perché nessuno intende retrocedere, pur sapendo che un’intesa appare quasi obbligata e che, alla fine, la Lega in Sardegna sarà costretta a mollare Solinas.

 

A pranzo, poi, si ritrovano solo Meloni e Antonio Tajani. Immaginando possibili soluzioni acrobatiche e certificando uno stallo che può durare al massimo per un’altra settimana, pena una pesante divisione sul candidato presidente nell’isola. E una probabile e clamorosa sconfitta.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1

Per Meloni, esiste un dato indiscutibile: tutti i sondaggi di cui dispone indicano Solinas come perdente, dunque va sostituito. Lo dice a Salvini, con durezza. Ma il problema è anche più complesso di così: visti gli attuali equilibri di maggioranza non è possibile confermare uno schema dei governatori uscenti che lascia a FdI soltanto l’Abruzzo, mentre garantisce alla Lega Sardegna e Umbria, a Forza Italia Basilicata e Piemonte.

 

Né Tajani […] è disposto a tollerare […] che la Basilicata passi al Carroccio per compensare una Sardegna meloniana. E quindi come se ne esce? La premier ipotizza di identificare un candidato tecnico proprio per i lucani, tenendo per sé soltanto Sardegna e Abruzzo.

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

Neanche il 2-1-1-1 (l’ultimo è appunto un civico) piace però ai due vicepremier. E quindi si torna alla guerriglia, alle tensioni, agli sgarbi. Ieri se ne rintracciano almeno due, di cui uno molto pesante: il senatore del Carroccio e leader della Liga veneta Alberto Stefani ha presentato una proposta di legge per introdurre il terzo mandato per i governatori.

 

È la norma a cui è appeso il futuro di Luca Zaia, la proposta che Salvini chiede a Meloni. E che Palazzo Chigi non intende concedere, non adesso almeno: non regalerà questo vantaggio al ministro dei Trasporti prima di molti mesi, in modo da tenere a bada i l suo attivismo. Pure Forza Italia è contraria, d’altra parte.  […]

 

LUCA ZAIA

LA GIORNATA NERVOSA SALVINI POTREBBE CEDERE SULLA SARDEGNA MA VUOLE SBLOCCARE ZAIA

Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

Nessun accordo. E nessun pranzo a tre. Se Palazzo Chigi ha smentito di aver messo a tavola i leader della coalizione di governo, è perché non è bastato un vertice nelle stanze della presidenza del Consiglio per dipanare la matassa delle elezioni Regionali e riportare la quiete tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.

 

paolo truzzu 2

A tre giorni dalla consegna dei simboli e dopo giorni di scontro, con il fantasma di una spaccatura del centrodestra che aleggia, Matteo Salvini sarebbe ormai rassegnato a rinunciare al suo candidato in Sardegna, ma chiede una contropartita adeguata, sulla quale la quadra ancora non si trova.

 

Ed è scontro sul terzo mandato dei presidenti di Regione. La Lega ha provato a forzare la mano, buttando sul tavolo delle trattative una proposta di legge per «valorizzare il lavoro svolto dai governatori» che, se approvata, consentirebbe a Luca Zaia di correre per la presidenza del Veneto anche nel 2025. Una mossa tattica per blindare una regione del Nord molto ambita da Giorgia Meloni, la quale infatti è categoricamente contraria a concedere il terzo mandato prima delle Europee. Anche perché in Veneto vuole insediare il «suo» Luca De Carlo, che è di Belluno.

 

zaia salvini

[…]  Il vertice tanto atteso inizia al mattino e in Parlamento si diffonde la voce che la premier abbia convocato i suoi vice per sbrogliare il groviglio delle Regionali e studiare la strategia per le Europee. Ma no, non è così, assicurano i collaboratori di Meloni, l’incontro c’è e i ministri anche, però al centro della discussione ci sono la questione migranti e la situazione internazionale, con i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina.

 

E le regionali? Anche di quello in realtà hanno discusso i leader a margine del vertice su migranti e politica estera. Per un paio d’ore la notizia del pranzo con la premier rimbalza sui siti dei principali quotidiani, finché Palazzo Chigi su richiesta del capo del governo smentisce il lunch e assicura che una via d’uscita sul caso Sardegna si troverà. A ruota anche la Lega fa la sua parte per assicurare che «non c’è stato alcun pranzo di Salvini con altri leader» e che non ci sono stati «incontri per parlare di amministrative».

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Il tentativo di spostare l’attenzione […] però non riesce. In Parlamento tutti sanno che il faccia a faccia Meloni-Salvini-Tajani sulle Regionali c’è stato e non è andato bene. Confronto a dir poco schietto, il cui esito è stato però interlocutorio. Serviranno altre telefonate e forse un altro vertice la prossima settimana per sbloccare il braccio di ferro, che non riguarda solo le regionali. Salvini (non da oggi) rimprovera alla premier di «avere troppo potere». E Antonio Tajani da giorni deve difendere la casella della Basilicata dalle mire della Lega: «Vito Bardi non si tocca».

 

matteo salvini

Ieri pomeriggio il tam tam parlamentare accreditava la notizia che il governatore sardo Christian Solinas sarebbe stato convinto da Salvini a fare un passo indietro oggi stesso. Ma i dirigenti più vicini a Giorgia Meloni smentiscono: «Siamo in stallo, è ancora tutto fermo». Dove fermi […] vuol dire che il candidato per la guida della Sardegna resta il politico scelto dalla premier. E cioè il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, il quale domani ufficializzerà la discesa in campo.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?