berlusconi salvini

IL PIFFERO DI SALVINI HA INTORTATO BERLUSCONI: “SARAI PRESIDENTE DEL SENATO”. E COSI’ LO HA CONVINTO A MOLLARE DRAGHI – SAREBBE IL “RISARCIMENTO” DOPO L'ESTROMISSIONE DAL PARLAMENTO NEL 2013 E IL ROVINOSO TENTATIVO DI ESSERE ELETTO AL QUIRINALE – IL SENATO È LA POSTAZIONE CHE I FALCHI DI FORZA (E SALVINI) GLI INDICANO COME TAPPA INTERMEDIA PER TENERE VIVO IL SOGNO DEL COLLE, SUSSURRANDOGLI SCENARI INESISTENTI: “TOCCA A TE, SE IL PRESIDENTE DOVESSE DIMETTERSI ANZITEMPO DAL SECONDO MANDATO” (POVERO SILVIO, SVEGLIATELO!)

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Glielo hanno promesso, forse anche per giustificare il fatto di averlo lasciato ai margini durante le ore cruciali che hanno portato alla cacciata di Draghi. Ma adesso Silvio Berlusconi ci crede. «A ottobre sarai Presidente del Senato», gli ha assicurato Matteo Salvini subito dopo il blitz. È la moneta di scambio per l'estromissione dell'ex banchiere. Silvio Berlusconi sullo scranno più alto di Palazzo Madama. «Avremo la maggioranza assoluta, nessuno potrà impedirlo », gli sussurrano i pochi big azzurri - Licia Ronzulli, Marta Fascina, Antonio Tajani, Anna Maria Bernini, Paolo Barelli - che lo circondano.

 

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 5

Il risarcimento dopo l'estromissione dal Parlamento nel 2013. La cura dopo la delusione della fallita elezione al Colle, che lo aveva lasciato nella prostrazione più nera. Stavolta, però, il Cavaliere ci crede. In queste ore l'ha ripetuto a chiunque, «dovevo diventare Presidente della Repubblica, nessuno può vantare la mia storia, quindi adesso». L'ha ribadito anche a Meloni, due giorni fa a Villa Grande: «Alla Presidenza del Senato ci tengo, Giorgia».

berlusconi e salvini allo stadio per milan atalanta 6

 

Un passo indietro. Dopo la sconfitta nella corsa per il Quirinale (mai nata, mai realmente esistita), Berlusconi barcolla tra due sentimenti: lasciare tutto, oppure ottenere riscossa. L'unica possibile, quella ritagliata per lui in questi mesi amari, è la Presidenza del Senato. La seconda carica dello Stato, un gradino sotto Sergio Mattarella. È la postazione che i falchi azzurri (e Salvini) gli indicano come tappa intermedia per tenere vivo il sogno del Colle, sussurrandogli scenari inesistenti: tocca a te, se il Presidente dovesse dimettersi anzitempo dal secondo mandato.

 

SALVINI BERLUSCONI

È anche una posizione che un uomo dell'età del leader azzurro può gestire, avvalendosi dei numerosi vice che di norma presiedono l'Aula. E siamo al pomeriggio in cui è caduto Draghi. L'obiettivo di una clamorosa crisi estiva viene evocato nel vertice di centrodestra di martedì scorso. Berlusconi non pensa che accadrà. Ma mercoledì, quando tutto si consuma, il Cavaliere viene sostanzialmente estromesso dalla conduzione delle operazioni. Draghi lo cerca, senza esito. Il centralino del Quirinale pure, fallendo. Si nega, oppure chi gestisce le comunicazioni non lo avverte?

 

matteo salvini al matrimonio berlusconi fascina 4

Ha chiaro il quadro, le conseguenze? Ed è vero, come circola il giorno dopo ai vertici del Carroccio e tra i centristi, che il cellulare del capo resta per lunghe ore nelle mani di chi lo circonda, a partire ovviamente dalla compagna Fascina? Di certo, quando torna rintracciabile è già tutto consumato. Salvini, il vero artefice dell'operazione assieme ai colonnelli azzurri, brinda con "Silvio": «A ottobre sarai Presidente del Senato». Neanche Meloni, se punta alla premiership, può opporsi.

 

Un inciso: la leader di Fratelli d'Italia è paradossalmente quella che meno ha gestito la congiura contro Draghi. Cauta, fino a pochi giorni prima della caduta, sullo scenario di crisi e, soprattutto, di un voto a settembre. Che improvvisamente si è concretizzato. La sensazione è che in Fratelli d'Italia - più che negli alleati - ci sia maggiore consapevolezza (e forse preoccupazione) della difficoltà di approvare in poche settimane una finanziaria in tempi di guerra e crisi energetica. E si torna a Berlusconi.

 

matteo salvini al matrimonio berlusconi fascina 1

E al resto delle caselle da riempire. Per quanto riguarda Palazzo Chigi, le idee divergono. Salvini ci punta. Tutto ruota attorno a una regola: chi verrà indicato, in caso di vittoria? «Chi prende un voto in più», ha annunciato il leghista. Fino a qualche settimana fa, il suo obiettivo - condiviso con lo stato maggiore berlusconiano, tutto a trazione leghista - era quello di scavalcare Meloni dando vita a una lista unica di Lega e Forza Italia, "Lega Italia".

 

Questo progetto è stato però escluso con nettezza da Berlusconi nelle ultime ore. La ragione? I sondaggi dicono che la coalizione di destra (ormai di centro sono rimaste le briciole) mostra un tratto sovranista che allontana i moderati. Schiacciarli sotto Salvini completerebbe la fuga.

 

salvini e berlusconi in conferenza stampa

Come fare, dunque? Salvini ritiene che all'atto di insediamento delle Camere possa nascere un gruppo unico di parlamentari leghisti e azzurri. E che possa così reclamare la presidenza del Consiglio. L'idea non piacerà di certo a Meloni. L'altro ieri, all'Huffingtonpost, La Russa è stato chiaro: «Quando avevamo il 4% non chiedevamo nuove regole sulla leadership del centrodestra».

 

Consapevole della difficoltà, Salvini ha già pronto il piano B: diventare ministro dell'Interno. Da lì si seguono i dossier di intelligence più delicati. Non è poco, per chi soltanto pochi mesi fa finiva isolato dopo aver pianificato un viaggio in Russia nel bel mezzo dei bombardamenti di Putin.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…