
PITTIBULLO PIGLIATUTTO - ESISTE ANCORA IN PARLAMENTO UN’OPPOSIZIONE? FORZA ITALIA, LEGA, MA ANCHE M5S NON HANNO NULLA DA DIRE SU COME RENZI STA AFFRONTANDO LA CRISI DELLE BANCHE? (MENO MALE CHE C’E’ JUNCKER-MERKEL)
Maurizio Belpietro per Libero Quotidiano”
Esiste ancora in Parlamento un’opposizione? E se esiste, che cosa aspetta a far sentire la propria voce su ciò che sta accadendo nel mondo bancario per mano del governo? Possibile che quanto resta di Forza Italia, la Lega, ma anche il Movimento Cinque Stelle non abbiano nulla da dire su come l’esecutivo sta affrontando la crisi delle banche e non riescano a spiccicare una parola sulla riforma degli istituti di credito cooperativo messa a punto da Palazzo Chigi?
Provate a sfogliare i giornali dei giorni scorsi. Tranne un’intervista di Antonio Tajani, parlamentare di centrodestra ma che sta a Bruxelles, in cui si segnalava che Matteo Renzi con la riforma della Bcc sta sistemando solo gli amici suoi, sui giornali non si è visto nulla, e in tv si è registrato il
vuoto pneumatico di opinioni.
Eppure si tratta dei soldi degli italiani. Nelle banche, come si è visto ci stanno i risparmi, i conti correnti o i titoli con cui le famiglie sognano di garantirsi una relativa tranquillità futura. È da quando è giunto nella stanza dei bottoni che il presidente del Consiglio sta trafficando con le banche e con le grandi aziende pubbliche, cioè con i soldi nostri.
Moretti insieme al premier Matteo Renzi fef c c c d fafe fb c b kYgG U bcC x LaStampa it
Forse non tutti ricordano, ma una delle prime mosse di Renzi una volta diventato premier è stata la nomina di uomini suoi ai vertici delle partecipate. Dall’Eni all’Enel, dalle Fs alle Poste, il capo del governo ha fatto piazza pulita. Poi è passato ad occuparsi della Cassa depositi e prestiti, rimuovendo un Consiglio non ancora scaduto per sostituirlo con persone a lui gradite. E proprio con la Cdp ha deciso di comprare la Saipem, ossia una società dell’Eni: un’operazione che si è rivelata disastrosa, perché in Borsa il titolo dell’azienda impiantistica ha perso gran parte del proprio valore, regalando alla Cdp, ossia a uno strumento che fa cassa con i soldi dei pensionati, una perdita secca di quasi 500milioni.
renzi boschi banca etruria
matteo renzi padoan
Non bastasse questa autentica occupazione del potere economico (che si segnala per assenza di risultati dato che non solo le aziende non hanno aumentato fatturati e utili,ma neppure hanno contribuito a far crescere il Pil), il presidente del Consiglio si è dedicato alle banche con i risultati a tutti noti.Nel gennaio dello scorso anno ha varato la riforma delle Popolari, una misura presa proprio a ridosso del commissariamento di Banca Etruria, tanto da sembrare fatta apposta per salvare la banca di cui era vicepresidente il papà del ministro Boschi. Scelta che non solo non ha risollevato la banca dall’abisso di perdite in cui era sprofondata, ma neppure ha aiutato altre Popolari, come quella di Vicenza.
Passata l’estate, Renzi è passato ad occuparsi delle misure per il salvataggio degli istituti di credito, recependo a modo suo, ossia con un aiutino di troppo per i consiglieri di amministrazione delle banche, le recenti direttive europee. Fra tanti interessi, o meglio: tra tanti conflitti di interessi, il premier non si è fatto mancare neppure un provvedimento per sistemare i crediti incagliati, inventandosi delle mini bad bank che non soltanto non hanno risolto il problema delle sofferenze, ma hanno scontentato il mercato, provocando una fuga in Borsa dai titoli finanziari.
L’ultima perla uscita dal Consiglio dei ministri riguarda infine le Banche di credito cooperativo, piccoli e medi istituti che con la crisi si sono trovati in difficoltà. Renzi ha varato un piano per la trasformazione in società per azioni anche di queste cooperative, lasciando però libertà di manovra alle banche del giglio magico,ovvero a quelle toscane assai vicino a lui e al sottosegretario Luca Lotti.
Un’altra riforma su misura, questa volta non per salvare qualche consigliere di amministrazione caro al governo, ma per consentire agli istituti di credito amici di poter comprare il Monte dei Paschi di Siena. L’operazione, di cui hanno parlato Libero e il Manifesto, sarebbe perfetta, perché in questo modo tutto rimarrebbe in famiglia: la banca di Siena e anche le Bcc toscane. Finalmente il Pd avrebbe una banca, obiettivo inseguito sin dai tempi di Piero Fassino.
La mossa, assai spregiudicata, pare abbia fatto indignare perfino il ministro Graziano DelRio, che con Angelino Alfano avrebbe posto alcune obiezioni al progetto di Renzi, al punto che il decreto sarebbe slittato al prossimo Consiglio dei ministri. E l’opposizione? Dove sta e che cosa ha da dire?
maria elena boschi banca etruria
Vuole darsi una sveglia e battere un colpo o ha intenzione di continuare a lasciare spolpare l’economia di questo Paese senza aprire bocca? Va bene far finta di contrastare Renzi per poi mettersi d’accordo sotto banco, come sta succedendo sulle unioni civili, ma questo è un po’ troppo.