salvini renzi berlusconi di maio

“NON C’E’ IL TEMPO PER TORNARE ALLE URNE A GIUGNO E POI RIVOTARE CON IL ROSATELLUM RISCHIEREBBE SOLTANTO DI AGGRAVARE LA FRATTURA TRA IL NORD E IL SUD DEL PAESE” - IL POLITOLOGO ROBERTO D’ALIMONTE INDICA LA VIA: “PER USCIRE DALL’IMPASSE DI UN SISTEMA TRIPOLARE SERVE UN SISTEMA ALLA FRANCESE O UN DOPPIO TURNO DI COALIZIONE. IL FATTO CHE RENZI SIA STATO SCONFITTO IL 4 DICEMBRE DEL 2016 NON VUOL DIRE CHE..."

Barbara Acquaviti per www.ilmessaggero.it

 

ROBERTO DALIMONTE

Alla possibilità che davvero nasca un governo per le riforme, come ha proposto Matteo Renzi, ci crede poco, anche se «sarebbe una cosa buona per il Paese». Ma il politologo Roberto D' Alimonte, tra i padri dell’Italicum, intravede tutti i rischi di un ritorno alle urne con il Rosatellum, perché ritiene «molto probabile» che ci si ritrovi in una situazione di stallo praticamente identica.

 

Da tempo sponsorizza una soluzione per uscire dall' impasse di un assetto tripolare: sistema alla francese, con doppio turno di collegio o sistema all' italiana con doppio turno di coalizione. Intanto ci tiene a precisare che rivotare a giugno, come ipotizzato da Di Maio, «è impossibile»: «Non ci sono i tempi, per tutta una serie di questioni tecniche, compreso il voto estero. Al massimo, si può parlare di settembre».

MATTEO SALVINI E MATTEO RENZI

 

Qual è la sua proposta per cambiare le regole?

«In questo contesto tripolare abbiamo bisogno di secondi turni. Cioè dobbiamo chiedere agli elettori di esprimere una seconda preferenza e quindi dare a loro la possibilità di scegliere direttamente' il governo del paese».

 

Non è però soltanto una questione di volontà politica, c' è anche una sentenza della Consulta sull' Italicum di cui dover tener conto. Si può superare e come?

«Prima di tutto è una questione di volontà politica perché i partiti si chiedono subito cui prodest. E se giova a qualcuno più che a un altro non se ne fa niente. Le opzioni sono due: o un sistema simile a quello francese, con i collegi, o uno simile all' Italicum, cioè di lista. Si potrebbe partire dall' impianto della legge Mattarella e inserirvi il secondo turno. Oppure riprendere in mano l' Italicum e costituzionalizzarlo introducendo il ballottaggio di coalizione. Poi c' è un profilo istituzionale».

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

 

Cioè?

«Sarebbe meglio avere una Camera sola che dà la fiducia. In un sistema maggioritario è una follia che ce ne siano due, peraltro con due elettorati diversi. Sarebbe preferibile introdurre un sistema a doppio turno avendo modificato la Costituzione per eliminare il bicameralismo paritario».

 

Quindi apprezza la proposta lanciata dall'ex segretario Pd?

«Il fatto che Renzi sia stato sconfitto il 4 dicembre del 2016 non vuol dire che sia stata sconfitta l' idea che questo Paese abbia bisogno di una riforma costituzionale e di una legge elettorale adeguata».

 

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

Perché secondo lei i due vincitori di queste elezioni ipotizzano di tornare al voto con il Rosatellum?

«Secondo me, più Salvini che Di Maio, pensa che questa legge elettorale possa dargli la maggioranza assoluta. Per raggiungerla, però, non basta ottenere il 40% dei voti, è necessario anche vincere il 70% dei collegi uninominali. Il 4 Marzo il centrodestra ne ha vinti il 47,8%. Ma poniamo pure che il centrodestra possa arrivare al 45% dei voti e quindi dei seggi proporzionali, anche in questo caso dovrebbe comunque conquistare il 65% dei seggi maggioritari per arrivare alla maggioranza assoluta».

 

E questo non è possibile? Non si può ipotizzare un effetto trascinamento?

berlusconi salvini

«Il centrodestra non ha raggiunto la maggioranza assoluta il 4 marzo perché ha conquistato pochissimi seggi uninominali nel Sud del Paese, 13 su 101. A sua volta, il M5s su 91 seggi uninominali al Nord ne ha presi 4. Perché Salvini arrivi alla maggioranza assoluta occorrerebbe che i 5stelle perdessero sonoramente al Sud, e viceversa. Uno scenario non impossibile, ma al momento poco probabile. Quindi c'è il rischio non soltanto di ritrovarci in una situazione di stallo ma anche che vi sia una campagna elettorale che accentui la frattura tra Nord e Sud del Paese».

DI MAIO SALVINI

 

Ultimi Dagoreport

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E ALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...

mauro crippa nicola porro bianca berlinguer pier silvio berlusconi paolo del debbio

DAGOREPORT – UN "BISCIONE", TANTE SERPI! GLI AVVERSARI DI BIANCA BERLINGUER A MEDIASET LAVORANO PER DETRONIZZARLA: STAREBBERO RACCOGLIENDO UN “PAPELLO” CON LAGNANZE E MALCONTENTI VERSO LA GIORNALISTA DA SOTTOPORRE A PIER SILVIO BERLUSCONI – GLI ANTI-BIANCHINA SONO STATI "INCORAGGIATI" ANCHE DAI FISCHI RISERVATI ALLA CONDUTTRICE AD "ATREJU" DAL POPOLO DI DI FRATELLI D'ITALIA CHE INVECE HA OSANNATO PAOLO DEL DEBBIO COME LEADER DI FORZA ITALIA IN PECTORE (TE CREDO, DEL DEBBIO E' PIU' ''MORBIDO'' DI TAJANI CON LA MELONI) – TRA I PIU' INSOFFERENTI (EUFEMISMO) VERSO BIANCA IL DUPLEX CONFALONIERI-CRIPPA, CAPO DELL'INFORMAZIONE MEDIASET (PORRO, DEL DEBBIO, GIORDANO, SALLUSTI): TUTTI INSIEME NON HANNO MAI DIGERITO CHE L'EX "ZARINA" DI RAI3 INTERLOQUISCA DIRETTAMENTE CON PIER SILVIO

giovanni caravelli giorgia meloni francesco paolo figliuolo

DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE. PRENDERÀ IL POSTO DI NICOLA BOERI (CHE FU SCELTO DALLA CAPA DEL DIS, ELISABETTA BELLONI, IN CHIAVE ANTI-CARAVELLI) – PARE CHE LA DUCETTA SIA RIMASTA STREGATA DAL PIGLIO MARZIALE DI FIGLIUOLO, AL PUNTO DA PIAZZARLO SULL’IMPORTANTE POLTRONA GIUSTO PRIMA DELLA FINE DEL SUO MANDATO POST-ALLUVIONE IN EMILIA E ROMAGNA (26/12/24) – LA NOMINA, ''VOLATA'' SOPRA CARAVELLI E MANTOVANO, FA STORCERE IL NASO ANCHE A VARIE FORZE MILITARI: NON ERA MAI ACCADUTO CHE AI VERTICI DELL’AISE CI FOSSERO TRE GENERALI DELL’ESERCITO (CARAVELLI, FIGLIUOLO E ZONTILLI)...

giorgia meloni matteo salvini luca zaia vincenzo de luca tribunale

DAGOREPORT - SE DOMANI SALVINI SARÀ CONDANNATO, CHE FARÀ LA DUCETTA DEI DUE MONDI? CHIEDERÀ AL LEADER DELLA LEGA DI DIMETTERSI, RISCHIANDO DI FAR CADERE IL GOVERNO, O ATTACCHERÀ LA MAGISTRATURA ACCUSANDOLA DI AVER SFORNATO UNA “SENTENZA POLITICA”? LA SECONDA CHE HAI DETTO! - A QUEL PUNTO, "TOGHE ROSSE" VARRÀ ANCHE PER SANTANCHÈ, CHE RISCHIA IL RINVIO A GIUDIZIO? – ANNO NUOVO, ROGNE NUOVE: LE REGIONALI AD APRILE 2025 CON LE GRANE CAMPANIA E PUGLIA E IL CASO VENETO DEL DOPO-ZAIA – MELONI PONTE TRA TRUMP E L’UE? UNA FREGNACCIA CHE FA INCAZZARE FRANCIA, GERMANIA E POLONIA: PER PARLARE CON IL NUOVO BOSS DELLA CASA BIANCA, NON ABBIAMO BISOGNO DELLE SMORFIE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA…

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?