conte grillo di maio

POPULISMO UN TANTO AL GRILLO – SEBASTIANO MESSINA: “LA SPENSIERATA ELASTICITÀ DEL LESSICO GRILLINO RIVELA LO SGANCIAMENTO DAI VALORI E LA SVALUTAZIONE DELLE IDENTITÀ. CI SI PUÒ CANDIDAMENTE DICHIARARE RIVOLUZIONARI MA MODERATI. GIUSTIZIALISTI MA LIBERALI. E POPULISTI MA SOCIALISTI. DENTRO UN PANTHEON DOVE I BUSTI DEI PADRI NOBILI SONO FATTI DI CERA PONGO, E ALLA DOMANDA “MA TU CHI SEI?” OGNUNO PUÒ RISPONDERE CITANDO PIRANDELLO: “UNO, NESSUNO E CENTOMILA...”

 

 

Sebastiano Messina per “la Repubblica”

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

Dovrebbe scattare l' applauso, alla richiesta del Movimento 5 Stelle di aderire al gruppo socialista del Parlamento europeo. Perché è davvero una mossa spettacolare, come quella di un trapezista che proprio quando pensi che abbia finito il suo numero ti lascia a bocca aperta con un quadruplo salto mortale alla cieca.

 

Credevamo che la spericolata parabola grillina nel cielo delle ideologie si fosse conclusa con le parole di Luigi Di Maio, per il quale il movimento nato in un Vaffa Day è ormai una forza «moderata» e «liberale», e dunque sarebbe l' erede politico non di Gianroberto Casaleggio ma di Cavour, Croce ed Einaudi (speriamo che Lassù non abbiano Internet). Ci sbagliavamo. I trapezisti pentastellati non avevano finito, e non possiamo nemmeno escludere che il numero continui, con altre fantastiche capriole.

 

BEPPE GRILLO CON IL CASCO DA ASTRONAUTA

Ormai sappiamo di doverci aspettare di tutto, dopo che il solista Giuseppe Conte ha annunciato che il Movimento porterà in dote alla famiglia socialista il «populismo sano». Sarebbe quello che lui ha messo in pratica governando con Salvini, ovvero l' abolizione della povertà, la flat tax, il rimpatrio dei migranti e tutti gli altri mirabolanti annunci rimasti sulla carta.

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI DECRETO SICUREZZA

 

Cosa sia esattamente questo «populismo sano» però è difficile dirlo con precisione. Somiglia al «sovranismo gentile» di Di Maio, che difendeva la sovranità inviolabile del Venezuela di Maduro ma portava con gentilezza la sua solidarietà ai Gilet gialli che bruciavano le macchine sugli Champs-Élysées.

LUIGI DI MAIO E ALESSANDRO DI BATTISTA INCONTRANO I VERTICI DEI GILET GIALLI

 

Quelli che a noi sembrano ossimori, per i cinquestelle sono etichette riscrivibili, ologrammi di ideali offerti, senza nulla a pretendere, a quel pubblico che credeva davvero che si potesse far politica senza schierarsi, come dicevano loro, «né a destra né a sinistra, ma in alto».

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

Nulla dunque impedisce ai grillini di dichiararsi sanamente populisti e gentilmente sovranisti. Nessuno scrupolo assale Giuseppe Conte - già incautamente dichiarato «punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste» - nel passare dalla firma sui "decreti sicurezza" di Salvini alla perentoria richiesta di difendere «i diritti degli ultimi», con la disinvoltura di un avvocato che può difendere con lo stesso impegno professionale oggi il bastonatore e domani il bastonato.

 

L ADDIO DI GIUSEPPE CONTE A PALAZZO CHIGI

E nessun imbarazzo prova Luigi Di Maio a definirsi liberale e moderato, lui che prima di diventarne l' alleato accusava il Pd di essere «il partito che in Emilia-Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l' elettroshock per venderseli».

 

Attenzione: non c' entra nulla il cinismo - che poi è uno degli ingredienti storici della politica - in questo sfacciato passaggio dal governo con Salvini a quello con Zingaretti, dall' alleanza con Nigel Farage alla richiesta di adesione al gruppo socialista (magari allegando alla domanda i libri sudamericani del subcomandante Dibba).

 

No, la spensierata elasticità del lessico grillino rivela qualcosa di più profondo e di più inquietante: lo sganciamento dai valori e la svalutazione delle identità. Così ci si può candidamente dichiarare rivoluzionari ma moderati. Giustizialisti ma liberali. E populisti ma socialisti. Neri ma bianchi, ricchi ma poveri, testa ma croce. Dentro un Pantheon dove i busti dei padri nobili sono fatti di cera pongo, e alla domanda «ma tu chi sei?» ognuno può rispondere citando Pirandello: «Uno, nessuno e centomila».

il discorso di matteo salvini sulla crisi di governosalvini e conte

beppe grillo con casco da astronauta al vertice m5s 1beppe grillo con casco da astronauta al vertice m5sbeppe grillo con casco da astronauta al vertice m5s 2

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE STRATEGIA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E GIORGIA MELONI COL CAZZO CHE CE LO MANDA: HA CONFERMATO PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE GESTITO DA MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE FICHES CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER L’ASSOLUZIONE DI SALVINI: SE NE FREGANO DELLA LEGA E VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD…

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...