sergio mattarella giorgia meloni scontro boxe

PREMIERATO COMPLICATO – LA RIFORMA COSTITUZIONALE BY CASELLATI (MA SCRITTA A PALAZZO CHIGI) È PRONTA E POTREBBE ARRIVARE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI A METÀ OTTOBRE: SULLA CARTA, “NON SARANNO SVUOTATE LE PREROGATIVE DEL CAPO DELLO STATO”, MA DI FATTO, I POTERI DEL COLLE SARANNO LIMITATI. IL NOME DEL PREMIER SAREBBE SCRITTO NELLA SCHEDA ELETTORALE, E IN CASO DI DOPPIA MANCATA FIDUCIA SI TORNA AL VOTO SENZA CONSULTAZIONI – LA MELONI SE NE FREGA DEGLI AMMONIMENTI DI MATTARELLA AL MEETING DI RIMINI E ACCELERA, MA RISCHIA DI PRENDERSI UN BEL VAFFA DALLA “MUMMIA SICULA” (RICORDATE NAPOLITANO CONTRO BERLUSCONI NEL 2011?)

giorgia meloni alfredo mantovano adolfo urso sergio mattarella

1. MELONI-MATTARELLA, È L’ORA DEL VAFFA! - LA DUCETTA SE NE FREGA DEGLI AMMONIMENTI DEL QUIRINALE SPARATI DAL MEETING DI RIMINI E ACCELERA A TESTA BASSA SUL PREMIERATO CHE PREVEDE L’ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E LO SVUOTAMENTO DEI POTERI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – QUANTO DURA LA GIORGIA IN DELIRIO? ORMAI AI MINISTRI, DÀ SOLTANTO ORDINI. PRENDERE O LASCIARE. MA ADESSO DOVRÀ VEDERSELA CON IL QUIRINALE. E SAPPIAMO TUTTI COME ANDÒ A FINIRE QUANDO GIORGIO NAPOLITANO COMINCIÒ A METTERSI DI TRAVERSO NEL 2011 AL GOVERNO BERLUSCONI: CACCIATO A COLPI DI SPREAD DA PALAZZO CHIGI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/meloni-mattarella-rsquo-ora-vaffa-nbsp-nbsp-ducetta-se-365340.htm

 

consultazioni sergio mattarella con maria elisabetta alberti casellati

2. CASELLATI: "RIFORMA AL GIRO DI BOA" I GIURISTI DI MELONI AL LAVORO SUL TESTO

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

«Siamo al giro di boa», annuncia la ministra Elisabetta Casellati dal Forum di Cernobbio. La bozza di riforma costituzionale è pronta e si parla già di un approdo in Consiglio dei ministri a metà ottobre. Sarà un testo agile, di soli tre articoli. Prudente, innanzitutto, perché «non saranno svuotate le prerogative del capo dello Stato», come assicura Casellati, né cresceranno i poteri del premier.

 

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI A CERNOBBIO

Poche modifiche, ma che rivoluzionerebbero il sistema politico. Se approvata, infatti, la riforma unirebbe indissolubilmente i destini del presidente del Consiglio e della legislatura a quelli della maggioranza parlamentare nata al momento delle elezioni e introdurrebbe l'obbligo, di fatto, di una legge elettorale di stampo maggioritario. A scrivere gran parte del testo della riforma non sarebbe stata però Casellati.

 

Diverse fonti di governo confermano a La Stampa che il timone, già da tempo, sia stato affidato al team di giuristi di Giorgia Meloni, guidati dal costituzionalista Francesco Saverio Marini, il consigliere giuridico della premier. Al fianco di Marini avrebbero lavorato al testo anche Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidenza del Consiglio, e Carlo Deodato, segretario generale della presidenza del Consiglio.

 

GAETANO CAPUTI

Insomma, la riforma sarebbe stata partorita soprattutto a palazzo Chigi. Dal ministero delle Riforme viene fatto sapere che c'è stata semplicemente «una grande collaborazione con palazzo Chigi e tutti i partiti di maggioranza nella stesura del testo».

 

La riforma – chiunque l'abbia scritta – prevede che sia sempre il capo dello Stato a incaricare il premier, il cui nome verrebbe però già indicato sulla scheda elettorale […]. Se il premier incaricato non dovesse ottenere per due volte consecutive la fiducia iniziale del Parlamento, si tornerebbe al voto. Nessuno spazio a consultazioni, quindi, e alla possibilità da parte del Colle di incaricare un'altra figura.

 

FRANCESCO SAVERIO MARINI

E questa è quindi, al di là della forma, una prima limitazione dei poteri del Presidente della Repubblica. In caso di apertura di una crisi durante la legislatura, invece, la maggioranza non potrà cambiare: sarà la stessa maggioranza emersa al momento del voto a dover indicare un nuovo presidente del Consiglio. Se dovessero mancare i numeri, si tornerebbe al voto. Da un lato si eviterebbero «cambi di casacca e trame di palazzo», […] dall'altro però si darebbe il potere, anche ai piccoli partiti della coalizione, di sciogliere le Camere.

 

La legge elettorale dovrà quindi assicurare «governabilità», si legge nella bozza. Si introduce così in Costituzione un paletto che, per quanto vago, porterebbe a un sistema maggioritario con un premio di maggioranza del 15% (il massimo consentito dalla Consulta), ottenibile – si suppone – raggiungendo la soglia del 40% dei voti. […]

 

sergio mattarella giorgia meloni alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa

3. ELEZIONE DIRETTA DEL PREMIER E NORMA ANTI-RIBALTONE: PRONTA LA RIFORMA CASELLATI

Estratto dell’articolo di Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

[…] Al momento si prevedono pochi ritocchi: rivedere gli articoli 88, 92 e 94 della Costituzione. Ma non c'è ancora un testo conclusivo del lavoro portato avanti in questi mesi: il pacchetto è al vaglio della presidenza del Consiglio (ci sta lavorando il sottosegretario Mantovano, oltre alla premier Meloni) e prima di approdare in Cdm l'intenzione è far pervenire al Colle la versione definitiva.

 

giorgia meloni alfredo mantovano

Mercoledì nel vertice di maggioranza si capiranno i contorni della "rivoluzione": archiviato il modello del presidenzialismo puro, si punta ormai dritti sull'elezione diretta del premier. Nell'ultimo incontro dei capigruppo prima della pausa estiva è stato condiviso il cambio di passo, ma sui contenuti della riforma ci sarà un confronto tra le forze politiche che sostengono l'esecutivo. Non è detto, per esempio, che resista la linea di apportare […] solo marginali cambiamenti alla Carta.

 

Per ora formalmente si prevede di non modificare le funzioni del Capo dello Stato, al di là delle conseguenze legate al nuovo sistema. Ma Fratelli d'Italia non ha abbandonato l'idea di portare i poteri di nomina e revoca dei ministri in capo al premier. La cosa che appare ormai certa è la norma anti-ribaltone. È un compromesso trovato tra FdI e la Lega.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

Non verrà applicato il principio del "simul stabunt simul cadent": in caso di dimissioni o impedimento permanente del premier, non si tornerà alle urne come accade con i sindaci delle grandi città e con i presidenti di regione. Ci sarà la possibilità di sostituire il premier secondo il meccanismo della "fiducia costruttiva": la sostituzione potrà avvenire soltanto se verrà votata dalla maggioranza "originale".

 

Il ragionamento […] è che così verrà confermato il patto con gli elettori. E si darà centralità al Parlamento, rispondendo alle istanze arrivate dal Carroccio che ha insistito sulla necessità di inserire pesi e contrappesi per salvaguardare il ruolo delle Camere.

 

sergio mattarella giorgia meloni alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa

Per quanto riguarda lo scioglimento delle Camere il tema resta aperto: adesso quel potere […] spetta al Capo dello Stato. Ma il testo potrebbe essere cambiato in questo modo: «Il presidente della Repubblica può, sentito il presidente del Consiglio (o su proposta del premier) sciogliere le Camere». Non dovrebbe esserci più comunque la possibilità di sciogliere solo uno dei due rami del Parlamento. Mentre sull'eventualità di […] garantire la governabilità tramite un premio di maggioranza per la coalizione vincitrice delle elezioni, si sta cercando di capire se è una soluzione praticabile. L'ipotesi è sul tavolo, ma la fumata bianca non è scontata. Non si esclude, infatti, di rinviare più avanti la discussione sulla legge elettorale. […]

riunione del Consiglio Supremo di Difesacasellati mattarella

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