ebrahim raisi iran

IRAN FUNESTO – IL NUOVO PRESIDENTE IRANIANO, EBRAHIM RAISI, PUÒ VANTARE UN RECORD: È IL PRIMO A ENTRARE IN CARICA AVENDO GIÀ SULLE SPALLE SANZIONI AMERICANE PER “CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ” PER LE ESECUZIONI DI MASSA DEL 1998 – HA PRESO IL 62% MA L’AFFLUENZA È STATA UN FLOP. CHI PENSAVA CHE A TEHERAN FOSSE CREDIBILE UNA SVOLTA MODERATA, È STATO SBUGIARDATO ANCORA UNA VOLTA – VIDEO   

     

 

 

Giordano Stabile per “La Stampa”

 

ali khamenei ebrahim raisi

Sarà il primo presidente iraniano a entrare in carica con già sulle spalle sanzioni americane per «crimini contro l' umanità». E un' enorme macchia nera nel passato, le esecuzioni di massa del 1998, ordinate dall' ayatollah Khomeini alla fine della guerra con l' Iraq ed eseguite dal «quartetto della morte».

ebrahim raisi qassem soleimani

 

Ebrahim Raisi era uno dei quattro giudici implacabili che mandarono al patibolo almeno 2500 oppositori. Di lì è cominciata però anche la sua scalata ai massimi vertici, fino alla presidenza della Repubblica, conquistata venerdì con il 61,95 per cento dei voti, quasi 18 milioni di preferenze.

 

ebrahim raisi.

Un successo schiacciante rispetto agli tre candidati, che assieme hanno raccolto poco più di cinque milioni di schede. Raisi, sessant' anni, ce l' ha fatta al secondo tentativo, dopo la bruciante sconfitta contro Hassan Rohani, nel 2017, quando prese soltanto il 38,3 per cento. In quattro anni tutto è cambiato.

 

donne iraniane con la foto di ebrahim raisi

Dopo il fallimento delle riforme economiche e degli accordi sul nucleare nel secondo mandato di Rohani, gli oltranzisti hanno preso le redini del potere, compatti dietro la guida suprema Ali Khamenei. I riformisti, eredi di Hashemi Rafsanjani e Khatami, sono stati emarginati.

 

sostenitori di ebrahim raisi

A 43 anni dalla rivoluzione, e a 33 dalla morte di Khomeini, la Repubblica islamica entra in una nuova fase. La personalità di Khomeini aveva creato un bilanciamento fra oltranzisti e progressisti, ma il lunghissimo regno di Khamenei ha finito per distruggerlo. Si marcia verso il "partito unico dei Pasdaran" e non a caso i manifesti che invitavano ad andare al seggio portavano l' immagine della mano mozzata e sanguinante del generale Qassem Soleimani, ucciso dagli americani il 3 gennaio 2019: «Fatelo per lui». All' interno di una repubblica islamica militante, Raisi si incornicia alla perfezione.

HASSAN ROUHANI

 

Nato a Mashhad, uno dei principali centri religiosi, in una famiglia di chierici, ha frequentato i seminari di Qom da quando aveva quindici anni. Poi ha sposato Jamileh Alamolhoda, figlia di Ahmad, grande imam del santuario Reza di Mashhad. Un matrimonio destinato a far decollare la sua carriera e a rafforzare le sue credenziali, in quanto secondo gli oppositori non ha mai raggiunto il grado di ayatollah.

ebrahim raisi

 

Poco importa, l' appoggio di Khamenei gli ha spianato tutte le strade, non esclusa quella della successione in futuro alla Guida suprema. Una ricompensa anche per il lavoro sporco nell' ultima fase dell' era Khomeini, quando il Paese era esangue dopo otto anni di conflitto con Saddam Hussein e l' imam malato cercava in tutti i modi di salvare la "rivoluzione".

ebrahim raisi 2

 

Nel luglio del 1988 arriva l' infausto ordine di giustiziare i prigionieri politici, in gran parte Mujaheddin del popolo. Raisi è allora viceprocuratore di Teheran e opera assieme al procuratore Morteza Eshraqi e il capo dell' Intelligence nella famigerata prigione di Evin. Migliaia di detenuti vengono interrogati, torturati e portati al patibolo, comprese centinaia di donne. Per questi fatti Raisi è sotto sanzioni americane.

Hassan Rohani

Per questo il ministro degli Esteri israeliano Lapid ieri ha commentato: «È un macellaio estremista».

 

Le esecuzioni sono un' ombra nera che si trascina da oltre tre decenni ma sul fronte interno il nuovo leader iraniano può contare anche su molti sostenitori, in parte ex fan di Mahmoud Ahmadinejad.

 

manifesti con ebrahim raisi

Le sue promesse di lotta senza pietà alla «corruzione» e alle «ingiustizie sociali» attirano il mondo del bazar, soffocato dall' inflazione e dalla burocrazia. La sua prima uscita pubblica, un incontro con il presidente uscente Rohani, è stata nel segno della moderazione: «Spero che possiamo attuare nel miglior modo possibile la pesante responsabilità messa sulle nostre spalle», ha dichiarato con un' aura di umiltà. Ha davanti una montagna da scalare per conquistare la fiducia dei suoi cittadini e del mondo.

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI. LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UNA FRECCIATA-AVVERTIMENTO ALL’AMICO LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)