PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - CI SIAMO: TUTTO QUELLO CHE DOVETE SAPERE PRIMA DEL DIBATTITO DI STASERA. IL COMMENTO DI UN PERFIDO DEMOCRATICO: ''HILLARY, DEVE RISPONDERE A OGNI DOMANDA SENZA ESITAZIONE, NON TOSSIRE, INDOSSARE UN TAILLEUR GUARDABILE, SORRIDERE MA NON RIDERE TROPPO, AVERE PER UNA VOLTA LA PETTINATURA AZZECCATA. DONALD TRUMP DEVE SOLO PRESENTARSI...”
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Primo dibattito ci siamo, questa sera alle 21:00 ora della East Coast, le 3:00 del mattino in Italia.” L'onere e’ tutto su Hillary, deve rispondere a ogni domanda senza esitazione, deve trasudare autorevolezza, non tossire, deve indossare un tailleur guardabile ,sorridere abbastanza , piacere, non ridere troppo, essere in una di quelle giornate in cui il parrucchiere le ha azzeccato la pettinatura. Donald Trump deve solo presentarsi”.
Se lo dice un dirigente Democratico dell'Ohio, e lo trascrive Politico.com, ovvero se la pensano così un membro autorevole del partito della candidata, che per timore ha scelto di restare anonimo, e uno dei giornali che più si è speso per lei, vuol dire che la partita è dura. C'è dentro tutto: la credibilità, la simpatia, e la salute. Uno degli hashtag che circolano di più in queste ore dice che al dibattito #nocoughinbreak, che vuol dire pausa tosse, ma nella pronuncia e’ curiosamente simile a coffeebreak, pausa caffè.
Hillary è quello che e’, ma sarebbe ingiusto attribuire a lei tutti i problemi attuali della candidatura democratica, perché e’ anche la Legacy di Obama quella sotto accusa, e sia pur con colpevole ritardo la consapevolezza che forse il Paese non è quello che pensano le elites di Washington comincia a circolare.
Per un anno intero di campagna elettorale si sono detti che una frangia risibile di cittadini americani si opponeva alle scelte di Obama, alla costosa riforma della Salute all'italiana, alla rischiosa apertura ai rifugiati dal Medio Oriente, ma che queste erano conquiste di progresso delle quali essere molto fieri, e gradite alla maggioranza del Paese. Pochi giorni fa Barack Obama è andato alle Nazioni Unite a ribadire con ostentato orgoglio la sua concezione del mondo politically correct e si è presentato come un campione della pace contro i folli avventurieri, gli amici della guerra.
Il giorno dopo ha scoperto che non una risibile frangia minoritaria ma la maggioranza schiacciante, e il 57% dei democratici pensano tutto il male possibile della politica di accoglienza. Tra i due contendenti dunque quello più nervoso e carico di responsabilità è Hillary Clinton perché era la favorita e favorita non è più, perlomeno non in modo rassicurante.
Donald Trump sembra prepararsi una serata mondana e tra lazzi e frizzi si è inventato la storia di piazzare in prima fila Gennifer Flowers, nota ex amante di Bill Clinton, che ora ci vuole andare veramente al dibattito, insieme a Paula Jones che accusò l'ex presidente di stupro. Così la battuta di Trump e’ che con le ex amanti e le amanti in carica di Bill Clinton si potrebbe riempire l'aula dell'Università. Ma con gli scherzi e il cinismo a un certo punto bisogna fermarsi, e qualcuno lo dovrà ricordare al candidato repubblicano, perché gli americani non sono come noi e delle battute che sostituiscono le cose serie si stufano.
hillary clinton jimmy fallon donald trump
Tra le cose serie: Donald Trump e Hillary Clinton si sono incontrati domenica col primo ministro d'Israele Benjamin Netanyahu. Le pessime relazioni tra Obama e Israele, un'autentica novità nella storia delle Amministrazioni americane, sono arrivate al punto più basso dopo la stipula di un accordo tra Stati Uniti e Iran. La iniziale diffidenza di Netanyahu per Donald Trump, anche grazie ai buoni uffici del genero di Trump, Jared Kushner, si è trasformata in un nascosto endorsement.
A Hillary Clinton toccava ribadire sia pur discretamente che si comporterà in modo diverso rispetto al filo arabismo di Obama. Trump dopo l'incontro di un'ora si è spinto molto in avanti, si è spinto a dire che “Gerusalemme per più di 3000 anni è stata la capitale del popolo ebraico e che gli Stati Uniti sotto l'amministrazione Trump finalmente accetteranno la richiesta che attende tanto tempo al Congresso di riconoscere Gerusalemme come capitale indivisa e indivisibile dello Stato d'Israele”.
Non è una dichiarazione da poco perché, in risposta alla rivendicazione palestinese di Gerusalemme est, Stati Uniti e quasi tutto il resto del mondo di fatto non riconoscono Gerusalemme e le ambasciate sono tutte a Tel Aviv. Molto più prudente la dichiarazione di Hillary Clinton, che a fine incontro ricorda che “ l'accordo con l'Iran è legato all'impegno a non sviluppare il nucleare e afferma il suo impegno a “lavorare per la soluzione del conflitto israelo palestinese con la creazione di due Stati”.
Ora, qui si parla di molti voti degli ebrei d'America, che sono prevalentemente e storicamente democratici. Ma questa volta? Quanto bene ha lavorato Kushner, giovane ebreo ortodosso che adora la politica, che ha sposato Ivanka Trump, la cui famiglia dà il nome a un campus bio-bedico a poca distanza da Tel Aviv? Kushner era presente assieme all'ambasciatore d'Israele all'incontro.
. A poche ore dall'inizio del dibattito si conferma la sensazione che sarà il più importante della storia d'America, almeno dal mitico dibattito che oppose Nixon a Carter, ma qui parliamo di un mondo così mediaticamente diffuso che anche la cifra di 100 milioni di spettatori prevista per questa sera è approssimata per difetto.
ivanka e donald trump jared kushner
Hillary Clinton resta avanti nei sondaggi ma talmente di poco e sempre meno in Stati che dava per certi; il grado di incertezza è molto alto, i margini di errore dei sondaggi dichiarati., ma nell'arco di un mese sembrano invece più favorevoli a Donald Trump. Ancora una volta la divisione tra voto popolare e voto elettorale potrebbe favorire il candidato dell'establishment ovvero la democratica. Significa che Hillary Clinton potrebbe perdere il voto nazionale popolare, quello espresso dai cittadini, ma vincere i 270 voti necessari per entrare alla Casa Bianca che vengono assegnati dai grandi elettori scelti nelle urne.
La situazione generale aiuta lui e non lei. È ancora molto fresco il ricordo degli ultimi due attentati: un musulmano americano originario dell'Afghanistan ha messo le bombe a New York e New Jersey; un somalo americano è stato ucciso la settimana scorsa dopo aver colpito a morte con un coltello numerose persone in un centro commerciale del Minnesota. Ma anche prima di questi due episodi gli americani erano scettici sulle capacità del Governo di prevenire futuri attacchi terroristici.
Gli elettori pensano che Trump farebbe un lavoro migliore della Clinton nel proteggere il Paese dal terrorismo. Non basta, gli elettori si oppongono fortemente al piano del presidente Obama di far entrare nel paese l'anno prossimo 110.000 rifugiati dal Medio Oriente che si sommerebbero agli 85.000 di quest'anno. Nutrono analoga preoccupazione per la sicurezza nazionale sull’ ingresso massiccio di siriani annunciato da Obama, che in tutti e due i casi cita la necessità di agire per ragioni umanitarie e di aiutare gli alleati europei sottoposti a una pressione eccessiva.
Anche i disordini di Charlotte saranno al centro del dibattito: il 60% degli americani pensa che mai le relazioni tra le razze siano peggiorate come dalla elezione di Obama nel 2008, e solo il 31% dice che il Paese si muove nella giusta direzione. La maggior parte degli americani infine si oppone ai costi della legge nazionale per la salute tanto più se stessi estesi ai rifugiati che si prevede di far entrare. La verità è che la riforma della salute non è mai stata popolare nella maggioranza della popolazione che preferisce costi più bassi alla copertura universale e che sostiene che la legge di Obama ha aumentato, non diminuito i costi.
Infine se Trump si giocherà non sappiamo ancora come la carta delle mail trafugate e della salute di Hillary, e qui si vedrà come si comporterà il moderatore, che è Lester Holt, Anchor di NBC Nightly News Hillary Clinton probabilmente userà l’endorsement del vecchio presidente Bush, che è andato a lei invece che al compagno di partito.
Ma siccome per tutta la campagna elettorale l’avversione dello establishment del partito per Trump è stata chiara, non sembra un argomento che possa urtare sensibilità use alla novità di quest'anno. I Bush sono fuori dai giochi, questo è chiaro, e Jeb fuori dalla politica attiva, chi vuol restarci, come Ted Cruz, si è rimangiato le polemiche di un anno intero e ha fatto dichiarazione di voto pro Trump.