BERSANI SI E' DIMESSO - PRODI INSACCATO DA DALEMONI RITIRA LA CANDIDATURA - ROSPY BINDI LASCIA LA PRESIDENZA PD - RITORNA IN BALLO AMATO?

1. BERSANI A CASA

Ansa.it

''Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni. Ritorno dunque serenamente ai programmi della mia vita. Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilita'. Io non posso che prenderne atto''.Questa la dichiarazione con la quale Romano Prodi rinuncia alla candidatura al Quirinale

Pierluigi Bersani si dimettera' da segretario dal momento in cui sarà eletto il nuovo presidente della Repubblica. Lo ha annunciato all'assemblea dei grandi elettori del PD. "Abbiamo prodotto una vicenda di gravità assoluta, sono saltati meccanismi di responsabilità e solidaretà, una giornata drammaticamente peggiore di quella di ieri". Così Pierluigi Bersani all'Assemblea del Pd. 'Al prossimo voto per il capo dello Stato ci asteniamo e faremo un' assemblea, mi auguro che si trovi una proposta con le altre forze politiche.

Noi da soli il presidente della Repubblica non lo facciamo" ha aggiunto."Fra di noi uno su quattro ha tradito" ha attaccato Bersani riferendosi all'ultimo scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica. "Ci sono pulsioni - ha aggiunto Bersani - a distruggere il Pd" 'Nella situazione che si è creata bisogna riprendere contatti con altre forze politiche per impostare la soluzione" per l'elezione del presidente repubblica, ha continuato Bersani.

"Abbiamo preso una persona, Romano Prodi, fondatore dell'Ulivo, ex presidente del consiglio, inviato in Mali e l'abbiamo messo in queste condizioni. Io non posso accettarlo. Io non posso accettare che il mio partito stia impedendo la soluzione. Questo è troppo" ha concluso il segretario.

2-  PRODI E BINDI IN NAFTALINA

La Stampa.it

Romano Prodi non ce l'ha fatta, restando anche molto lontano dal risultato teorico che gli veniva accreditato contando i voti del centrosinistra. A "tradire", dunque, sarebbero stati i dissidenti del Pd. 


LA RESA DEI CONTI NEL PD
Il deludente risultato su Romano Prodi sta provocando un nuovo terremoto nel Pd. I dirigenti del partito sono riuniti nella stanza di Pier Luigi Bersani alla Camera. Con il segretario ci sono Enrico Letta, Dario Franceschini, Anna Finocchiaro e i capigruppo Roberto Speranza e Luigi Zanda.
Facce scure tra tutti i dirigenti del Pd. Nessuno parla, ma la delusione è evidente. L'unica a farsi sfuggire un eloquente `sconforto´ è stata Finocchiaro, a fotografare lo stato d'animo dei vertici del partito.
Ora il segretario dovrà decidere quale strategia adottare, se restare fermi anche domani sul nome di Prodi o cambiare di nuovo candidato.

GRILLO: IL NOSTRO CANDIDATO RESTA RODOTA'

Intanto sembrano tramontare le speranze di un'apertura dei 5 Stelle. Il nome di Romani Prodi era uscito nella rosa dei dieci delle Quirinarie, ma Grillo è stato ancora una volta durissimo: «Non voteremo mai Prodi. Rodotà resta il nostro candidato al Colle». Vani i contatti che ci sarebbero stati da parte di esponenti del Pd con Stefano Rodotà per convincerlo a ritirare la propria candidatura. In un'intervista a Fanpage.it il capogruppo dei "5 Stelle" alla Camera Roberta Lombardi aveva concesso ieri sera una timida apertura: «Il nome di Romano Prodi per il Quirinale «già che rientra nella rosa di nomi votati dal nostro elettorato alle Quirinarie sarebbe una gran cosa».

«Anche se noi siamo compatti sul nome di Stefano Rodotà, perché i nostri elettori ci hanno dato una precisa indicazione». Ma altri deputati avevano chiuso: «Non basterà la conversione sulla via di Capranica a farci cambiare idea». L'ostacolo sembra Grillo e non Rodotà, che ha aperto invece a un suo possibile passo indietro: «Torno a ringraziare i grandi elettori, in particolare quelli del Movimento 5 Stelle e di Sel, e i moltissimi cittadini che in questi giorni mi hanno espresso una grande e per me inattesa fiducia. Ringrazio il Movimento 5 Stelle- afferma Rodotà- che ha confermato l'intenzione di continuare a sostenere la mia candidatura. Per parte mia, non intendo creare ostacoli a scelte del Movimento che vogliano prendere in considerazione altre soluzioni».

 

sntgdo29 romano flavia prodi rosi bindi

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...