provenzano 45

PSICODRAMMA DEMOCRATICO - L’ACCUSA DI PEPPE “ANDROPOV” PROVENZANO: "NEL PARTITO C'È CHI PENSA AI DOSSIERAGGI INTERNI". CON CHI CE L'HA? - IL VICESEGRETARIO DEM FA UN RIFERIMENTO AL CASO DI RAFFAELE LA REGINA, L’ESPONENTE PD LUCANO COSTRETTO A RITIRARE LA PROPRIA CANDIDATURA DOPO LE POLEMICHE PER LE SUE POSIZIONI FILOPALESTINESI – IL MEA CULPA: "ABBIAMO GOVERNATO SENZA CONSENSO" (PECCATO CHE LUI SIA DIVENTATO ANCHE MINISTRO CON IL CONTE 2) – IL MONITO SULLA  "DEGENERAZIONE CORRENTIZIA" DEM (PROVENZANO, TU QUOQUE…)

Marco Leardi per ilgiornale.it

 

È venuto giù tutto. A colpi di critiche, lamentele e recriminazioni post-elettorali, la pericolante impalcatura del Pd si è di fatto disintegrata a terra. A indebobile fortemente la struttura del partito ci avevano pensato le recentissime elezioni, poi è arrivata l'odierna direzione nazionale e a infliggere il colpo di grazia ci hanno pensato gli stessi esponenti dem. Tra gli interventi più duri, quello del vicesegretario Giuseppe Provenzano, che davanti ai compagni ha scodellato una severissima analisi della sconfitta. "Discutiamo di tutto e facciamolo fino in fondo", ha implorato l'ex ministro per il Sud del governo Conte II, mettendo in guardia gli iscritti: "rischiamo di non avere un'altra occasione".

PROVENZANO 34

 

Il mea culpa sulla sconfitta

Davanti al microfono, il vice di Enrico Letta ha intonato un corale mea culpa, riconoscendo le mancanze dem di fronte alla prova del voto. "L'errore più grande che abbiamo compiuto è quello del governo senza consenso, questo ci ha levato forza politica", ha analizzato Provenzano, soffermandosi in particolare sui cali di consensi registrato dal Pd al Sud. "Abbiamo regalato un enorme lavoro fatto in due anni di governo a Conte a M5s, ma se non l'abbiamo comunicato, rivendicato è perché una parte non ci credeva e così l'abbiamo regalato agli altri", ha dichiarato l'ex ministro, di fatto bocciando la strategia scelta in campagna elettorale dal partito di cui è egli stesso dirigente.

 

 

L'accusa di Provenzano al Pd

PROVENZANO 45

"L'identità non è un'astrazione, avevamo il programma più progressivo di sempre ma non eravamo credibili", ha proseguito Provenzano, in parte autoconsolatorio ma anche obbligato a riconoscere il ko. Poi l'attacco più duro al partito, con parole risuonate come una vero e proprio j'accuse. "Chi ci guarda da fuori che cosa vede?

 

PROVENZANO 11

Gente impegnata fare dossieraggi interni per togliere dalla lista un ragazzo di 28 anni?", ha attaccato il vicesegretario dem, probabilmente facendo un implicito riferimento al caso di Raffaele La Regina, il giovanissimo esponente Pd lucano costretto a ritirare la propria candidatura come capolista in Basilicata dopo le polemiche per le sue posizioni filopalestinesi. "Rinuncio alla mia candidatura perché il Pd viene prima di tutto e perchè questa campagna elettorale è troppo importante per essere inquinata in questo modo", aveva affermato il 20enne a seguito della bufera che aveva spinto anche Enrico Letta a gettare acqua sul fuoco. Ora, stando alle interpretazioni, le parole di Provenzano sembrerebbero offrire un'inedita rilettura delle vicenda.

 

La "degenerazione correntizia"

giuseppe conte roberto gualtieri peppe provenzano

In una riunione segnata anche dai rimpianti del segretario Pd per il campo largo, Provenzano ha ammonito gli iscritti sui rischi di eccessive concessioni ai pentastellati e al loro leader anche sul fronte valoriale della sinistra. "Io non voglio regalare questo patrimonio a Conte, così come non voglio regalargli la parola pace che forse avrebbe dovuto affiancare di più le giuste posizioni prese sulla guerra". Così, il vice di Letta ha auspicato un radicali ripensamento delle logiche di partito. "Anche sulle regole facciamo una discussione fino in fondo: non dico no, ma perché con le primarie aperte dobbiamo scegliere anche il gruppo dirigente secondo una degenerazione correntizia?", ha incalzato.

 

Valutazioni forse tardive. Tra i dem, infatti, sembra che il vizio del correntismo abbia già monopolizzato le logiche della corsa per la successione a Letta.

peppe provenzano giuseppe conte compleanno bettini

 

provenzano ultimo saluto a macalusoprovenzano landiniLUIGI DI MAIO PEPPE PROVENZANO GAETANO MANFREDI VINCENZO DE LUCA ROBERTO FICO

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…