E ALLA FINE PURE I GRILLINI CHIESERO “ER DIBBBATTITO” - SI AVVICINA LA MANIFESTAZIONE A ROMA, E DA PARMA SI ALZA IL GRIDO: “BEPPE E CASALEGGIO, SCENDETE DAL PALCO E PARLATE CON NOI DEL MOVIMENTO”
Francesca Schianchi per “La Stampa”
grillo e casaleggio al consolato americano di milano
Alla manifestazione prevista per ottobre a Roma, «vengo se stavolta Beppe e Gianroberto e Luigi e Alessandro e Paola e Vito e tutti i personaggi del blog, invece di arringarci dal palco, si siedono lì ad ascoltare la gente del Movimento e ognuno di noi può tirare fuori due anni di frustrazioni e di errori a cui ha assistito impotente». Firmato, Vittorio Bertola, capogruppo del M5S in consiglio comunale a Torino.
BEPPE GRILLO E CASALEGGIO AL QUIRINALE
E sottoscritto da Marco Bosi, capogruppo dei pentastellati a Parma, che senza nessun timore reverenziale verso la sacra linea del blog, riporta le parole pubblicate su Facebook dal collega piemontese e aggiunge le sue considerazioni, e pure le sue critiche, in una lettera aperta dal significativo titolo «Caro M5S, facciamo esplodere questo dibattito!».
Mentre Beppe Grillo dal suo blog continua ad attaccare governo e maggioranza, mentre il dialogo col Pd sembra oggettivamente naufragato e la linea del M5S tornata quella dura di inizio legislatura, è dai territori, fra quei consiglieri «di cui ci si è scordati troppo in fretta», come denuncia Bosi, che arriva invece la richiesta di discutere, di confrontarsi, anche di cambiare qualcosa nella linea politica.
«Siamo quelli che non parlano con nessuno per paura di essere “contaminati” o siamo talmente sicuri della nostra forza morale da poterci sedere al tavolo con chiunque convinti che saremo noi a contaminare loro?», chiede Bosi, «pensiamo che il compromesso sia sempre sbagliato o che invece quando rappresenti il 20% degli elettori è inevitabile ricordarti che esiste un altro 80%?».
Altro che aventini, altro che dialoghi impossibili: sarà perché lui a Parma è al governo, e ha imparato a sue spese che «le soluzioni facili non esistono e il mondo non si cambia in un mandato», ma Bosi non ha nessuna paura a mandarlo a dire ai fondatori, a Grillo e a Casaleggio, che «il Movimento è cresciuto più nel consenso elettorale che nella maturità, ed è ora di chiederci se vogliamo essere sempre quelli dell’opposizione pura e dura o se vogliamo essere una forza di governo».
Anche discutendo di regole e di organizzazione: «Per esempio, ci vogliamo dare un procedimento standard per decidere i candidati, evitando la gente che si avvicina solo per avere una poltrona?».
Loro, il gruppo di Parma, dal sindaco Pizzarotti in giù, sono stati spesso considerati in odore di eresia. «Non ho paura che mi sbattano fuori dal M5S: se succedesse, io il mio lavoro ce l’ho, tornerò a fare quello. Però, dire che il Movimento è l’unica via d’uscita per questo Paese, ma voglio che cresca, non penso possa farmi vedere come un dissidente». E allora, ribadisce, se l’appuntamento di Roma «sarà uno stadio nel quale tifare per la propria squadra e spellarsi le mani ad applaudirsi a vicenda», beh, allora «rimarrà solo un’occasione persa».
VITTORIO BERTOLA ACCANTO A BEPPE GRILLOMarco Bosi