schlein prodi franceschini

QUANTO DURA ELLY? LA SCHLEIN METTE IL NOME NEL SIMBOLO E I BIG DEL PARTITO SI PREPARANO A DEFENESTRARLA – PRODI AZZANNA: “CON QUALE FACCIA CI BATTEREMO CONTRO IL PREMIERATO SE ELLY METTE IL SUO NOME NEL SIMBOLO ALLE EUROPEE?” – DARIO FRANCESCHINI, GRANDE SPONSOR DELLA SCHLEIN AI TEMPI DELLE PRIMARIE, AVVISA: SI RENDE CONTO A QUALI RISCHI VA INCONTRO?” - PROVENZANO, TRA I PIÙ FURIBONDI, LE CONSEGNA IL FOGLIO DI VIA DANDO APPUNTAMENTO A DOPO LE EUROPEE PER UNA “DISCUSSIONE SUL PARTITO”

1 - SCHLEIN ALLA BATTAGLIA SUL SUO NOME NEL SIMBOLO DEL PD PER LE EUROPEE. NO DA MEZZO PARTITO

Maria Teresa Meli per www.corriere.it - Estratti

 

prodi schlein

Scendere a patti con le correnti per una come Elly Schlein è quasi un calvario. Quindi, quando si accinge a farlo, la segretaria dem decide di lasciarsi comunque una porta aperta. I maggiorenti del Pd non vogliono che si candidi in tutte le circoscrizioni?

 

Prodi, che alle primarie non l'ha votata e le ha preferito Bonaccini, le ingiunge di non candidarsi affatto e la critica perché non ascolta i suoi consigli? Ebbene la segretaria cerca di scartare e di mettere il suo nome accanto al simbolo, anche a costo di finire in minoranza nel suo partito.

 

Solo che Schlein decide di intraprendere questa strada senza avvertire nessuno. O quasi. Lo dice a Bonaccini. Di più, con un’abile mossa invita il presidente pd a proporre lui la novità.

 

Per il resto, silenzio. Quando Prodi viene a saperlo si attacca al telefono e chiama i maggiorenti dem a lui più vicini: «Con quale faccia ci batteremo contro il premierato se Elly mette il suo nome nel simbolo alle Europee?». E quando nella segreteria che precede la Direzione la proposta viene illustrata, Debora Serracchiani si dice contraria, mentre Peppe Provenzano e Marco Sarracino si inalberano.

nicola zingaretti elly schlein

 

I tre esponenti della segreteria non erano stati avvertiti prima.

 

Al contrario di Bonaccini, a cui Schlein aveva spiegato i suoi intenti: «È un modo per ottenere consensi con il mio nome, non è altro». Anche Dario Franceschini non ne sa nulla e la mattina, quando si avvia la Direzione, non nasconde affatto il suo disappunto: «Cos’è questa storia di Elly nel simbolo? Ma vi rendete conto a quali rischi andate incontro?».

 

elly schlein

Comincia la riunione e la notizia si è sparsa, poi Bonacccini la conferma sul palco. Le resistenze aumentano. Le perplessità si moltiplicano. Graziano Delrio è contrario e lo sono anche Cesare Damiano, Susanna Camusso, Laura Boldrini, Annamaria Furlan, Walter Verini, Piero Fassino Marco Meloni, Roberto Speranza.

 

«Elly, tu non sei Meloni, Salvini, non sei Tajani, non sei Renzi, Calenda. Sei meglio di loro e vieni da una cultura diversa», le dicono. «La tua guida è più autorevole e forte senza quella scelta», le obietta Gianni Cuperlo. Le chat dei parlamentari pd vanno in tilt. Anche chi le è vicino, nutre dubbi.

 

Le contestazioni finiscono per coinvolgere pure Bonaccini: «Se vuoi trasformare il Pd in un partito all’americana non puoi dirlo il giorno della presentazione delle liste. Devi fare una discussione interna. Perché così Elly rischia di fare del male ai suoi stessi candidati». Ma Schlein, che pragmaticamente ha accettato certi compromessi con le sue minoranze, non demorde.

 

(...)

2 - SCOPPIA LA RIVOLTA NEL PARTITO MA ELLY: O FACCIAMO COSÌ OPPURE MI PRESENTO OVUNQUE

Francesca Schianchi per “la Stampa” - Estratti

 

prodi schlein

Ora spetta alla segretaria prendere la decisione finale. Dopo lo sbigottimento di molti, svegliati da un messaggio di primo mattino con la proposta choc, la discussione in segreteria conclusa con tre voti contrari, la levata di scudi della successiva Direzione in cui è stata una sfilata di interventi per dirle «non farlo», tocca a una Elly Schlein irritata dall'andamento della riunione decidere se mettere il suo nome nel simbolo del Pd per la corsa alle Europee.

 

Ha tempo fino alle 16 per presentarlo al Viminale: ieri sera una nuova riunione ristretta, stamattina ce ne sarà un'altra, coi fedelissimi, per decidere il da farsi. La Direzione ha approvato all'unanimità le liste dandole anche mandato a completarle: lei non è più sicura di voler tirare dritto, ma se opterà per non toccare il simbolo, probabile che inserirà il suo nome anche nelle tre circoscrizioni in cui non è presente.

 

(...)

schlein tessera pd con berlinguer

 

E non basta nemmeno farla avanzare a Bonaccini, come fosse una scelta condivisa: è proprio dalla maggioranza che partono gli attacchi più duri. A cominciare da Provenzano, tra i più furibondi, che chiede che «la discussione sul partito si faccia dopo le Europee, se qualcuno pensa di cambiare natura del Pd in senso leaderistico dobbiamo parlarne più avanti».

 

Dopo di lui è una lista lunga così di dichiarazioni apertamente contrarie o quantomeno perplesse, da Laura Boldrini a Susanna Camusso, da Marco Meloni a Graziano Delrio.

 

Non interviene Dario Franceschini, uno dei big che sostenne Schlein al congresso, ma tutti lo descrivono arrabbiato anche per essere stato tenuto all'oscuro, come tutti, fino a ieri notte.

 

dario franceschini cerimonia di presentazione dei david di donatello

Chi sottolinea il tentativo di cambiare la natura del partito e chi, compulsando il telefonino, mostra il simbolo del M5S con la scritta "Pace": ma come, si chiede qualcuno, loro scrivono un valore universale e noi il nome della leader? Ci mancava solo che arrivassero le dichiarazioni del padre nobile Prodi, quell'accusa di «ferita alla democrazia» a rendere più pesante il clima.

 

È il fuoco di fila del pomeriggio quello che Schlein non aveva messo in conto. Perlomeno non così compatto. Lei resta convinta di dover segnare la sua presenza ovunque: se non sarà nel simbolo, dovrà essere nelle liste, col rischio però di riaprire una partita già chiusa.

 

provenzano schlein

Per addolcire la pillola, i suoi insistono che non sarebbe un cambio di simbolo – servirebbe intervenire sullo Statuto – ma solo un logo elettorale. Il cambiamento passa inevitabilmente per delle tensioni, predica pazienza chi è intorno a lei. Ma ora la situazione è delicata: fare marcia indietro, significa lanciare un segno di debolezza che non le giova né nel Pd né nella competizione a distanza con Meloni. Allo stesso tempo, andare avanti contro il parere di buona parte del partito è una sfida complicata. Ha meno di ventiquattr'ore per fare la sua scelta: oggi la comunicherà in diretta Instagram.

elly schlein - salario minimo - vignetta by osho

Ultimi Dagoreport

elon musk steve bannon village people donald trump

KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP COI VILLAGE PEOPLE: FARSA O TRAGEDIA? - VINCENZO SUSCA: ‘’LA CIFRA ESTETICA DELLA TECNOCRAZIA È IL KITSCH PIÙ SFOLGORANTE, LOGORO E OSCENO, IN QUANTO SPETTACOLARIZZAZIONE BECERA E GIOCOSA DEL MALE IN POLITICA - MAI COME OGGI, LA STORIA SI FONDA SULL’IMMAGINARIO. POCO IMPORTANO I PROGRAMMI POLITICI, I CALCOLI ECONOMICI, LE QUESTIONI MORALI. CIÒ CHE IMPORTA E PORTA VOTI, PER L’ELETTORE DELUSO DALLA DEMOCRAZIA, TRASCURATO DALL’INTELLIGHÈNZIA, GETTATO NELLE BRACCIA DI TIK TOK, X, FOX NEWS, È EVOCARE NEL MODO PIÙ BRUTALE POSSIBILE LA MORTE DEL SISTEMA CHE L'HA INGANNATO”

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CHI HA CAPITO L’ARIA NUOVA CHE TIRA, E' QUEL “GENIO” DI FAZZOLARI: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO,  QUINDI PERICOLOSO, DI SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA FDI, C’È MARETTA. IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI EDMONDO CIRIELLI HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?