paola de micheli stefano buffagni giuseppe conte ponte morandi

QUEL DISCO ROTTO DELLA DE MICHELI: ''SU AUTOSTRADE IL GOVERNO PRENDERÀ DECISIONI A BREVE''. UNA FRASE PRONUNCIATA ALTRE 400 VOLTE IN DUE ANNI DALL'IMBRANATA MINISTRA DEI TRASPORTI - IL SUO VICE CANCELLERI METTE UNA DATA: ''O SI CHIUDE LA FACCENDA ENTRO L'ANNO O CI SARÀ LA REVOCA''. CON GLI ARRESTI DI CASTELLUCCI E CO., GOVERNO E CDP SPERANO DI STRAPPARE UN PREZZO MIGLIORE - DIBBA: ''DISPREZZO I BENETTON''

1.ASPI: DE MICHELI, GOVERNO PRENDERÀ DECISIONI A BREVE

 (ANSA) - "Sul fronte della trattativa tra Cdp e Aspi il mio ministero non ha competenza, ma posso rappresentarle che tale trattativa si muove su prezzi e valori di mercato in termini prospettici e non incrocia altre decisioni che il governo dovrà prendere a breve". Lo ha detto la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli rispondendo in question time al Senato ad una domanda sulla trattativa per Aspi.

 

paola de micheli question time senato

2.ASPI:CANCELLERI,CHIUDERE VICENDA ENTRO L'ANNO O REVOCA

 (ANSA) - "Ho letto dichiarazioni di parte della maggioranza che sono molto importanti e che mi rassicurano. O si chiude entro quest'anno questa questa vicenda o diversamente si procedere alla revoca. Quell'atto è ancora sul tavolo del presidente del consiglio, non si è mai estinto e non ha mai perso efficacia". Lo ha detto il viceministro delle infrastrutture e trasporti Giancarlo Cancelleri intervistato da Radio24. "Questa trattativa non può andare all'infinito": voglamo una risposta da Aspi, "se fosse per me e per il m5s entro stamattina, ma è chiaro chiaro che un in un governo di coalizione ci facciamo piacere anche i tempi degli altri. Credo che entro quest'anno si debba prendere una decisione anche perché dobbiamo dare una risposta al paese", ha aggiunto.

 

giancarlo cancelleri foto di bacco

"Gli imprenditori seri, capaci e rispettosi dei beni dello stato sono i benvenuti in Italia. Se riusciamo a decidere di far rispettare le regole ad Aspi mandiamo un segnale molto positivo a tutti questi imprenditori seri. Questo deve stare a noi", ha detto Cancelleri. "Se non si metteranno e se non rispettati accordi luglio procederemo con la revoca. La revoca porta al commissariamento della società e alla messa a bando della concessione. Non vogliamo statalizzare 3 mila km, ma avere a che fare con imprenditori privati seri. Se questo avviene, lo Stato fa lo Stato", ha aggiunto.

 

 "Quello che è accaduto ieri è la riprova che mesi e mesi e mesi di M5s e anche il Governo che hanno detto che è venuta meno la manutenzione e la sicurezza hanno avuto la prova definitiva che queste persone agito secondo schemi che nulla hanno a che fare con il buonsenso. Tutto quello che sta venendo fuori è merito di questo governo perché abbiamo fatto delle linee guida per la sicurezza delle autostrade e avviato una serie di controlli asfissianti e questo ha portato alla luce le non corrette azioni che tutti i concessionari hanno fatto", ha detto il viceministro.

salini conte de micheli ponte genova

 

"Oggi però nessuno di loro può venire a fare delle lezioni di moralità - ha puntualizzato, riferendosi al comunicato diffuso ieri da Aspi, in cui si spiegava che l'indagine riguarda solo le barriere anti-rumore su 60 chilometri su 3 mila di rete - Ieri ho letto delle dichiarazioni molto gravi, anche se fosse soltanto un metro, quelle intercettazioni di ieri danno uno spaccato ben chiaro: queste persone si sono intascate per intero il malloppo dei pedaggi e non hanno mollato neanche un euro per fare le manutenzioni e questo non dà possibilità di parola a nessuno: devono stare solo zitti".

 

giuseppe conte paola de micheli ponte genova

 

3.GOVERNO IN PRESSING "ATLANTIA ORA ACCETTI L'OFFERTA DI CDP O CI SARÀ LA REVOCA"

Giovanna Vitale per “la Repubblica

 

Chiudere una volta per tutte la partita su Autostrade, approfittando dell' ultima, pesantissima tegola caduta in testa ai Benetton.

Mettere con le spalle al muro Atlantia, fortemente indebolita dall' inchiesta per frode e attentato alla sicurezza dei trasporti: o entro il 30 novembre accetterà l' offerta per l' acquisizione dell' 88% di Aspi, avanzata da Cdp Equity insieme ai fondi esteri Blackstone e Macquarie, oppure verrà completata la procedura di decadenza della concessione per grave inadempimento.

 

È la linea stabilita dal governo per scrivere la parola "fine" sul drammatico contenzioso che si trascina ormai da 27 mesi: dal crollo del ponte Morandi, che provocò la morte di 43 persone, inaugurando un braccio di ferro senza precedenti tra i privati e lo Stato. Lo dice chiaro, a sera, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: «Il tempo per quanto ci riguarda è scaduto ed è evidente anche a loro.

paola de micheli 1

Quella stagione si è conclusa, spero che ne prendano atto. Siamo alle battute finali: se non si chiude revochiamo ».

 

Unica variabile di questa strategia, che il Tesoro sta valutando insieme ai tecnici di Cassa: il perfezionamento di una nuova proposta, stavolta vincolante, che però non sarebbe migliorativa - come chiesto dalla holding di Ponzano - bensì peggiorativa. A un prezzo cioè più basso rispetto agli 8,5-9,5 miliardi ipotizzati in principio per acquisire la società. In linea con gli accresciuti rischi risarcitori, segnalati dai recenti sviluppi giudiziari.

 

L' offerta iniziale, infatti, già incorporava (sotto forma di sconto sul valore fissato per l' intero pacchetto azionario) i rischi potenziali e indiretti per i danni provocati dalla tragedia di Genova. Ebbene ora quell' offerta potrebbe cambiare, e non a vantaggio di Aspi.

 

IL VIDEO DI TONINELLI SU BENETTON E AUTOSTRADE

Ennesimo capitolo di una estenuante prova di forza che, dopo gli arresti di ieri, il premier Conte e il ministro Gualtieri sono persuasi di poter vincere. Riportando Autostrade sotto l' ombrello pubblico e scongiurando l' opzione più traumatica: la revoca. Per due anni invocata a gran voce dai Cinquestelle e ora non più evocata come unica soluzione possibile. Sostituita, con la sola eccezione di Alessandro Di Battista, da una richiesta più articolata: «Estromettere Atlantia e dare una nuova governance all' azienda concessionaria». In sintonia con la piega imposta dal presidente del Consiglio, costretto in passato a rinviare e traccheggiare - anche a costo di far infuriare il Pd - proprio per evitare di entrare in conflitto col suo partito di riferimento. Che invece ora intravede la fine del tunnel e lo spalleggia.

 

«Abbiamo lottato da soli contro questi colossi del casello, ora più che mai siamo convinti che le autostrade debbano tornare sotto il controllo dello Stato», ha rivendicato l' ex ministro Toninelli. «Per troppo tempo la sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture è stata sacrificata in virtù di altri interessi: quell' epoca va chiusa definitivamente », ha sentenziato il reggente Vito Crimi. «Dobbiamo voltare pagina e farlo al più presto», la preghiera dei deputati grillini in commissione Trasporti. Unica voce fuori dal coro, Di Battista (seguito a ruota dalla senatrice Lezzi): «Io non dimentico e, oggi più che mai, invoco la revoca delle concessioni.

 

Perché i morti non si possono piangere e basta. Vanno onorati con scelte drastiche e rivoluzionarie affinché chi ha sbagliato paghi sul serio ». Probabilmente una carta che domenica giocherà agli Stati generali per cavalcare le origini smarrite dal Movimento.

alessandro di battista

Ma ormai la strada su Autostrade sembra tracciata. E indica come traguardo il 30 novembre. Quando Atlantia dovrà dire se prende oppure lascia l' offerta di Cdp. Su cui influirà anche l' esito della trattativa, parallela e ancora in corso, con il dicastero dei Trasporti sul Pef, il piano economico e finanziario di Aspi. Irrisolto resta, in particolare, il nodo sull' aumento medio delle tariffe, che da 1,75 euro annui dovrebbe scendere a 1,67, così come suggerito dall' Autorità dei Trasporti.

 

Insieme ad altri rilievi «attualmente oggetto di specifici approfondimenti che saranno resi noti non appena definiti», ha precisato la ministra De Micheli. Precisando poi che non sarà colpa sua se il negoziato con Cdp dovesse slittare di nuovo: lo «snodo procedurale» sul Pef, infatti, «risponde unicamente a delle regole tecniche di carattere economico-finanziario e trasportistico e non ha nessuna influenza» sul negoziato relativo al futuro assetto societario del concessionario.

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