“ATTRAVERSA LA STRADA E IL LAVORO LO TROVI, CI SONO BAR E RISTORANTI IN CERCA DI PERSONALE” – L’ULTIMA GENIALATA DI MACRON: PERCULARE UN GIOVANE DISOCCUPATO – MICRON È NERVOSO: BENALLA MERCOLEDI’ POTREBBE PARLARE E DARGLI IL COLPO DI GRAZIA. CHE ARRIVERÀ COMUNQUE DAGLI ELETTORI (GLI ULTIMI SONDAGGI SUL GRADIMENTO DANNO EMMANUEL AL 19%)
1 – MACRON E LO "SCHIAFFO" AL DISOCCUPATO: "ATTRAVERSA LA STRADA E IL LAVORO LO TROVI"
Francesco De Remigis per “il Giornale”
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L'avrà fatto per dare prova di sé, della sua voglia di fare. Di spingere al limite della sopportazione chi è abituato a lavorare con lui, come denunciato spesso da collaboratori esausti che alle due di notte ricevono ancora messaggi dal presidente sul cellulare.
O forse per far evaporare l'idea che il «reddito universale di attività» promesso per il 2020 non sarà un incentivo a starsene a casa con le mani in manoe la certezza che un obolo dallo Stato comunque arrivi a fine mese.
L'ultima uscita pubblica di Emmanuel Macron non sembra però tra le sue più felici: «Se vuoi lavorare basta che attraversi la strada, ci sono bar e ristoranti che cercano personale», ha detto il presidente della Repubblica a un giovane disoccupato in visita all'Eliseo.
Una frase che disturba più per i modi, forse, che non per il principio. Visto che l'ha pronunciata sabato nei giardini del palazzo dove è arrivato a maggio scorso con una fiducia vicina al 45%, dove ha promosso collaboratori senza titolo come Alexandre Benalla che hanno contribuito alla sua caduta nei sondaggi: oggi è al 29%.
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Davanti a cittadini, per la gran parte giovani, il presidente ha fatto il duro. L'Eliseo apre le porte per le giornate del patrimonio e lui, anziché salutare gli ospiti dietro le transenne, si mostra sprezzante. Specialmente nello scambio di battute con un 25enne che ha difficoltà a trovare lavoro: «Di che ti occupi?», chiede Macron, immortalato in un video.
«Orticoltura, ma ho inviato curriculum e lettere di motivazione un po' ovunque senza risultati», spiega il ragazzo. Col solito accento di rimprovero, il presidente ribatte: «Non c'è indirizzo dove vado che non stia cercando personale in questo momento, se sei motivato basta che attraversi la strada, vai in giro a Montparnasse, almeno un ristorante su due cerca qualcuno. Non c'è bar o hotel che non assuma persone motivate».
La risposta è apparsa subito in contraddizione col piano giovani lanciato settimana scorsa, con cui Macron punta a potenziare la formazione dei disoccupati per inseguire il lavoro per cui sono formati.
«Insopportabile», insorgono le opposizioni, non tanto per il principio espresso, ma per i modi con cui il presidente si rivolge ai cittadini in un momento in cui l'emergenza lavoro in Francia registra un picco: 9,2% il tasso di disoccupazione nel primo trimestre dell'anno, cresciuto rispetto al 2017, ricorda l'Humanité.
Già in altre uscite pubbliche, Macron si era rivolto ai cittadini dall'alto in basso. A giugno con una scolaresca, intimando a un tredicenne di rivolgersi a lui con «signor presidente», e non con un semplice «Manu», come fatto ingenuamente dal ragazzo. Neppure stavolta si smentisce: «Se io fossi al tuo posto, e attraversassi la strada, troverei subito un lavoro», ha sentenziato.
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Macron teme che la sua misura anti-povertà passi come assistenzialista, in una Francia che prevede già un reddito minimo garantito, trasformato dai gollisti in Rsa (Revenu de solidarité active) con circa 550 euro mensili per chi non lavora e non beneficia più dei sussidi di disoccupazione.
Il suo nuovo «reddito universale» vuol «garantire una soglia minima di dignità a tutti». Ma la dignità di un presidente che se la prende coi più deboli sembra irrecuperabile.
2 – MACRON NEL PANICO MINACCIA: "IL SENATO NON ASCOLTI BENALLA"
Francesco De Remigis per “il Giornale”
Sarà ascoltato mercoledì alle 8,30, Alexandre Benalla. L'ex bodyguard di Emmanuel Macron accusato di violenze si dice «costretto» a presentarsi davanti alla commissione d'inchiesta del Senato francese che, al contrario di quella dell'Assemblea nazionale, ha scelto di andare «fino in fondo» nonostante la delegittimazione della maggioranza presidenziale.
Parole sprezzanti arrivano anche dal diretto interessato: «Non ho rispetto per la commissione, i suoi membri sono persone piccole», dice Benalla alla vigilia dell'audizione che vedrà protagonista anche Vincent Crase, già dipendente di En Marche, co-autore del pestaggio del 1° maggio.
Il caso potrebbe essere a una svolta. L'inchiesta giudiziaria va avanti in parallelo; tre dossier, relativi al suo intervento illegittimo a Parigi e al furto di immagini di videosorveglianza coinvolgono anche funzionari di polizia e del gabinetto presidenziale.
I tempi si preannunciano lunghi (circa un anno e mezzo per arrivare a sentenza), dunque il Senato rappresenta l'unica sede per tenere accesi i riflettori sull'Eliseo e fornire risposte ai francesi.
Il legale di Benalla non esclude un ricorso per ottenere un'audizione a porte chiuse, anche se gli interrogativi della commissione del Senato si concentrano sulla confusione dei ruoli attribuiti al 26enne e non sulle violenze da lui commesse (argomento riservato alle aule di giustizia).
Ciò che Benalla dirà sotto giuramento potrebbe dare il colpo di grazia all'immagine di Macron, che trema da giorni. Avrebbe anche lanciato un avvertimento al Senato, telefonando al presidente dell'emiciclo, sostanzialmente per chiedergli di intervenire sulla commissione d'inchiesta e mettere un freno alle audizioni.
Il ping pong privato è degenerato nelle ultime 48 ore. Prima con le parole al vetriolo del segretario di En Marche, contro i senatori: «Si arrogano il potere di destituzione del presidente, sono una minaccia per la Repubblica», ha tuonato Cristophe Castaner su Philippe Bas, già segretario generale dell'Eliseo oggi a capo della commissione d'inchiesta, che promette: «Andremo fino in fondo».
La ministra della Giustizia Nicole Belloubet ha rincarato la dose con una lettera a Le Monde: «Il Parlamento non può invadere la sfera giudiziaria». La commissione d'inchiesta «non può prendere di mira ciò che riguarda il presidente né interessarsi a un'indagine giudiziaria in corso.
La separazione dei poteri lo proibisce, il presidente della Repubblica e tutto ciò che riguarda l'ufficio presidenziale non può essere oggetto di una commissione». Pungente la risposta del gollista Bas: «Non sapevo che Nicole Belloubet fosse il legale di Benalla». Perfino François Bayrou, il centrista che sostiene Macron, chiede al governo di smetterla con gli «attacchi» al Senato.
I media continuano a scavare per ricostruire un puzzle che le testimonianze rese sotto giuramento dal capo di gabinetto di Macron e dal segretario generale dell'Eliseo non hanno aiutato a ricomporre. BfmTv pubblica il contratto di Benalla: 4 pagine e 6mila euro netti al mese (7.113 euro lordi) in qualità di consigliere del presidente.
Cifra mai resa nota dai diretti interessati, che si erano limitati a smentire i 10 euro. Dall'interrogatorio reso alla polizia da Benalla il 20 luglio è spuntato un altro ruolo del bodyguard: «Era mia responsabilità la messa a punto di una boutique digitale e il progetto di uno stand fisico per la vendita dei prodotti» con il logo della République, ha spiegato il 26enne.
Magliette con frasi pronunciate da Macron, bracciali d'oro, tazze e borse, che serviranno al restauro del palazzo presidenziale. Tutto in regola. Ma è inevitabile continuare a interrogarsi sul suo effettivo inquadramento all'Eliseo.