“QUESTA NON È ARTE” – PROTESTE IN GERMANIA PER LA STATUA DI ERDOGAN ALTA 4 METRI INSTALLATA PER LA BIENNALE D’ARTE DI WIESBADEN – GLI ORGANIZZATORI SI DIFENDONO: “L’ABBIAMO FATTO PER FAR DISCUTERE”. OBIETTIVO RAGGIUNTO. VANDALIZZATA, DIFESA DAI TURCHI, ALLA FINE È STATA RIMOSSA DOPO 24 ORE – FOTO E VIDEO
Elena Tebano per il “Corriere della Sera”
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Doveva restare tre mesi, ha resistito 24 ore: la figura del presidente turco Recep Tayyip Erdogan divide così tanto la Germania che i tedeschi non riescono a tollerarla neanche in statua.
Quella in questione era alta quattro metri, dorata, pesava due tonnellate e mezzo ed era stata installata lunedì a Wiesbaden, in Assia, nell' ambito della Biennale d' arte cittadina, in un quartiere dove vivono molte persone di origine turca e in una piazza intitolata all' Unità tedesca.
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Gli organizzatori del Teatro statale dell' Assia avevano chiesto l' autorizzazione per una scultura «di forma umana», che si trattasse del presidente turco si è scoperto solo all' inaugurazione. «La sorpresa era parte del concetto artistico - hanno spiegato -. Non volevamo aggirare il Comune».
«Questa non è arte!» hanno commentato invece molti di coloro che hanno presto iniziato ad assieparsi intorno all' opera. Le reazioni sono state opposte ma altrettanto accese. Un uomo di orgine curda è stato ripreso dalla tv pubblica regionale mente sputava sulla statua: «È il peggiore di tutti i dittatori, non può stare qui!» urlava.
«Non lo vogliamo! Sapete come tratta la gente» ha sbottato una signora molto teutonica, per sentirsi rispondere da un giovane padre turco che no, «Erdogan è corretto». Altri hanno mostrato ai giornalisti come uno stendardo la maglia numero 11 del calciatore della Nazionale Mesut Özil, diventato simbolo dei filo Erdogan in Germania (e per questo aspramente criticato).
Col passare delle ore la tensione è salita a tal punto che in serata l' amministrazione cittadina ha fatto portare via l' opera, perché si è rischiato più volte la rissa ed era diventato impossibile «garantire la sicurezza dei cittadini».
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A fine settembre in Germania, dove quasi tre milioni di cittadini hanno origini turche o curde, arriverà anche l' Erdogan in carne e ossa e c' è da aspettarsi che l' opinione pubblica sarà altrettanto polarizzata.
I rapporti tra Berlino e Ankara, da sempre stretti, sono messi a dura prova dalla deriva autoritaria del presidente turco. Ciononostante la Germania starebbe studiando ufficiosamente aiuti alla Turchia piegata dalla caduta della Lira, anche se non finanziari (dato pure che, stando ai sondaggi, il 72% dei tedeschi è contrario a questa forma di sostegno).
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Le banche tedesche sono troppo esposte nei confronti del debito turco e il governo Merkel teme che una crisi economica in Turchia possa destabilizzare anche la Germania, scatenando magari un' altra ondata migratoria.
All' ombra della statua di Wiesbaden si agitava tutto questo. L' autore è rimasto volutamente ignoto ed è probabile che la sua identità riservi sorprese. Intanto la Biennale rivendica la sua scelta: «L' abbiamo fatto per discutere di Erdogan». Non si può dire che non sia stato un successo.