A CIASCUN PARTITO LA SUA RACCOLTA DIFFERENZIATA - PDL E PD NON RINUNCIANO AGLI INQUISITI - IL PATONZA RICANDIDA COSENTINO, ALFONSO PAPA, CESARO, MARIO LANDOLFI E MARCO MILANESE - SAMORI’ SI ACCOLLA ERNESTO SICA - DELL’UTRI CON MICCICHE’? - ANCHE IL PD HA I SUOI “IMPRESENTABILI”: RIVOLTA IN LOMBARDIA PER LA PRESENZA IN LISTA DI BRUNA BREMBILLA - CON BERSANI ANCHE LUDOVICO VICO E VLADIMIRO CRISAFULLI…
Francesco Grignetti per "la Stampa"
C' è ancora troppa polvere nell'aria e nessuno, nemmeno i diretti interessati, sa come andrà a finire la corsa alla candidatura. Eppure Nicola Cosentino, uno dei più noti parlamentari uscenti con guai giudiziari in corso, accusato di concorso esterno ad associazione camorristica, pare strasicuro di essere candidato dal Pdl al Senato e in ottima posizione, subito dopo il capolista Franco Nitto Palma.
A poco sono servite le pesantissime parole del giudice napoletano Eduardo De Gregorio che ha pronosticato «nuove iniziative illecite» per la rielezione di Cosentino, ben conoscendo il sostegno elettorale che gli sarebbe stato garantito dal clan dei Casalesi «in plurime elezioni locali e nazionali».
Se Cosentino mira al Senato, così come Clemente Mastella, impegnato in una strenua trattativa con Gianfranco Micciché per entrare nella lista di «Grande Sud», i cosentiniani mirano a un posto nelle liste Pdl per la Camera. Qui si parla di Alfonso Papa, Luigi Cesaro, Antonio Landolfi, Vincenzo Nespoli e Marco Milanese. Manco a farlo apposta, sono tutti inquisiti ma non condannati e perciò indenni dalle strettoie della legge sulla incandidabilità .
Un altro parlamentare uscente che teoricamente potrebbe ancora candidarsi, e che ha fatto sapere che non se la sente proprio di rinunciare al seggio, è il senatore Marcello Dell'Utri. S'è ipotizzata una candidatura nelle liste di Micciché. «Per loro sarebbe un arricchimento», ha detto un bonario Berlusconi. E Micciché non dice nè sì, ne no. Intervistato dal quotidiano «La Sicilia», lascia aperta la porta: «Dell'Utri ha subito tanto nella sua vita, ma non mi ha mai chiesto la candidatura».
Sempre per restare al tema degli inquisiti napoletani, Ernesto Sica, sindaco di Pontecagnano, ex assessore regionale in Campania per qualche giorno (fu buttato fuori da Stefano Caldoro quando si scoprì che c'era lui dietro un dossier che lo infamava), indagato per associazione segreta assieme a Flavio Carboni e a quelli della P4, s'è guadagnato un posto nella lista del nuovissimo partito di Gianpiero Samorì, "Moderati italiani in rivoluzione", apparentato con il Pdl. Tra parentesi, Samorì in Piemonte accoglierà Franca Biglio, sindaco del piccolissimo comune di Marsaglia (Cuneo), che un anno fa è finita sotto processo per una opaca storia di rimborsi chilometrici.
Sul versante opposto, sta montando la polemica dentro il Pd per la possibile candidatura di Bruna Brembilla, ex sindaco di Cesano Boscone (Milano). La Brembilla non risulta indagata, e perciò ha potuto presentarsi alle primarie del 29 e 30 dicembre, e anche ottenere un certo successo, però sul suo conto i carabinieri hanno un corposo dossier.
E così Nando Dalla Chiesa, Pierfrancesco Majorino e David Gentili hanno scritto una lettera aperta a Bersani per sbarrarle la strada in quanto avrebbe trattato «voti e appoggi elettorali con esponenti dei clan calabresi nell'hinterland sud-milanese, area purtroppo infestata da forti interessi e gruppi di `ndrangheta».
Polemica anche da parte di Legambiente che vede "scaricati" dal Pd alcuni ecologisti doc come Roberto Della Seta e Francesco Ferrante per poi vedere in lizza «personaggi quantomeno equivoci sono le parole di Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - come Ludovico Vico, pesantemente compromesso con la gestione sotto inchiesta dell'Ilva di Taranto, e Vladimiro Crisafulli, più volte denunciato per sospette collusioni con la mafia».
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