virginia raggi in costume

VIRGINIA AI RAGGI X - LA SINDACA FURIOSA CONTRO CRONISTI E FOTOGRAFI: "NON NE POSSO PIU’ DI QUESTO SGUARDO MORBOSO SU DI ME E MIO FIGLIO" - LE OPPOSIZIONE ATTACCANO CHIEDENDO COME POSSA INVOCARE RISERVATEZZA LEI CHE HA ESPOSTO IL FIGLIO IL GIORNO DELL’INSEDIAMENTO - LA MELONI LA DIFENDE

virginia raggi in costumevirginia raggi in costume

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

Vedere la sua immagine rimbalzare da un sito all' altro, con indosso solo un bikini nero e le gambe a mollo nelle acque del lago di Bracciano. Ecco cosa ha scatenato la reazione di Virginia Raggi contro fotografi e giornalisti: gli scatti «rubati» del weekend di relax con il figlio e un' amica alle porte della Capitale. «Cosa c' entra con la politica?

 

È puro voyeurismo - si è sfogata la sindaca con i collaboratori - Non ne posso più di questo sguardo morboso su di me e su mio figlio».
 

Ma il sorprendente video di ieri mattina, in cui per una volta è lei che filma gli operatori dell' informazione che le fanno le «poste» sotto casa, non è il frutto un po' acido di uno scatto di nervi, né una trovata innocente da fanciullino pascoliano.

 

virginia raggi in costume al lago di bracciano 7virginia raggi in costume al lago di bracciano 7

Pare piuttosto una mossa strategica con cui, invocando il rispetto della privacy, la Raggi esaspera la narrazione di una diversità genetica dei Cinquestelle. Ed è persino banale chiedersi se, quando sfotte la stampa che vorrebbe sorprenderla «con le dita nel naso», stia cercando di tenerla lontana dal caos amministrativo che paralizza il Comune.


In fondo, per trasformare il Campidoglio in una torre d' avorio basterebbe serrare le imposte, cacciare le telecamere, costringere i cronisti a chiudere i taccuini e staccare il telefono, concedendosi finalmente la sospirata vacanza.


Ma certo non è un lusso che il primo cittadino di una Capitale allo stremo può permettersi. «Non è una passeggiata governare», scrive tale Giacynto Frenk sulla pagina Facebook della Raggi. Il buongiorno polemico ai cronisti sotto la sua casa nella borgata Ottavia conferma l' ambizione di governare la Città Eterna non da primo cittadino, ma da cittadino qualunque.

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Ecco allora che in questi giorni convulsi la Raggi non mostra imbarazzo alcuno nell' applicare la formula dell'«uno vale uno» all' agenda istituzionale, che a volte passa in secondo piano rispetto a quella domestica. I forfait che hanno innescato frizioni con il Vaticano e la comunità ebraica? «Motivi personali».


A luglio la sindaca interruppe candidamente il cruciale Consiglio comunale sulle linee programmatiche per andare a prendere il figlioletto a scuola: prima la mamma, poi la fascia tricolore. Una scelta che tra i militanti grillini esalta tanti e scontenta alcuni, che vanno postando sui social le loro perplessità. E le opposizioni attaccano, chiedendo come possa la Raggi invocare riservatezza per il piccolo Matteo quando fu proprio lei a esporlo alle telecamere facendolo accomodare, il giorno dell' insediamento, sulla sedia di Argan e Petroselli.

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I suoi la descrivono «stanca e provata», ma non tentata di mollare la spugna. La «voglia di famiglia» c' è e lei non la nasconde, eppure un consigliere di opposizione come Alessandro Onorato (Lista Marchini) parla di Virginia come di una donna politicamente «furba e cattivissima». Sui social i fan la inondano di complimenti per la sua «bellezza», «trasparenza», «competenza» e, se ce ne fosse bisogno, la spronano a fare di testa sua. Ieri è entrata a Palazzo Senatorio alle 10 e ha lavorato per ore ai dossier: i curricula dei papabili assessori al Bilancio, il cronoprogramma e le delibere allo studio dopo 13 giorni di lavori fermi.

 

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All' ora di pranzo si è chiusa nel suo studio per tranquillizzare al telefono il figlio di sette anni, descritto come «molto scosso per i pedinamenti dei fotografi». Nel pomeriggio, con il vicesindaco Daniele Frongia, si è messa all' opera per ricucire con la comunità ebraica e con Oltretevere. «Ci sono stati dei contatti e abbiamo segnali positivi», assicurano in Campidoglio.


Le assessore Flavia Marzano e Linda Meleo le hanno espresso comprensione per lo sfogo contro il «trattamento ossessivo» dei media. E a sorpresa arriva la solidarietà di Giorgia Meloni, che fra poco sarà mamma: «Ha ragione Raggi nel chiedere che il figlio sia lasciato in pace e deve sentirsi libera di stendere i panni in pigiama. Ma deve valere per tutti».

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