NON SONO STATO, IO! – GRILLI: RAGIONIERE, CHE CANZIO DICI?

Osvaldo De Paolini per "Il Messaggero"

Alla fine Mario Canzio, Ragioniere generale dello Stato dal 2005, ha battuto un colpo. Ma chi sperava di scovare nella lunga lettera inviata al Sole 24 Ore qualche lume sull'entità del debito totale dello Stato, è andato ampiamente deluso. Nelle 212 righe tipografiche della missiva inviata al quotidiano per giustificare la grande approssimazione con la quale il ministero dell'Economia tratta il debito della Pubblica amministrazione verso le imprese, molti sono i riferimenti all'articolo 81 della Costituzione (che disciplina le regole essenziali del bilancio dello Stato, affidato appunto alla Ragioneria), ma quanto all'entità degli impegni assunti dalle amministrazioni locali verso i privati nessuna novità.

Anzi, poichè egli accredita la Ragioneria di una funzione «quasi notarile» a fronte di un'attività politica esercitata dal ministero dell'Economia in via esclusiva, più d'uno ha intravisto nelle parole di Canzio il tentativo di prendere le distanze dall'attività del Tesoro, scaricando su questi la responsabilità di una gestione dei numeri del debito nazionale quantomeno avventurosa.

Come avrà reagito Vittorio Grilli leggendo le parole di Canzio, visto tra l'altro che la Ragioneria è una direzione del ministero a lui molto nota avendola guidata per anni prima di diventare direttore generale del Tesoro e quindi ministro? Chi gli ha parlato - peraltro a lato di una triste circostanza che ha toccato profondamente il ministro Corrado Passera - non ha ravvisato segni di disapprovazione palese, ma si può scommettere che l'iniziativa non ha riscosso il suo gradimento.

Non foss'altro per i numerosi distinguo impliciti che costellano la lettera e che messi l'uno in fila all'altro portano a questa sintesi: noi della Ragioneria siamo quelli bravi, quelli che collaborano e sono sempre disponibili, che mettono in ordine i numeri correggendo le eventuali tracimazioni per facilitare il lavoro del grande apparato ministeriale.

E dunque, che colpa abbiano noi se le informazioni che ci vengono fornite sono incomplete? Sono loro che hanno il potere di costringere le amministrazioni periferiche ad essere più sincere e più puntuali nel descrivere gli impegni finanziari che assumono. Non è nostro il compito di monitorare l'intera pubblica amministrazione.

Le parole non sono queste, ma il senso sì. Dunque, secondo Canzio, non è compito della Ragioneria monitorare l'attività della pubblica amministrazione. Eppure, non è solo l'articolo 81 della Costituzione la fonte dalla quale gli uomini della Ragioneria traggono forza per espletare i loro compiti, che invece risultano decisamente più ampi. Per avere un'idea più compiuta, basta leggere il «Chi siamo» stampato nella home page della Ragioneria generale medesima.

Vi si legge per esempio che agli ambiti di competenza tradizionale se ne aggiungono altri. Anzi, «i compiti della Ragioneria sono stati rafforzati per ottenere una maggiore completezza del monitoraggio e dell'analisi degli andamenti di spesa, ai fini degli obiettivi di crescita interna e nel rispetto del Patto di stabilità. Si stanno inoltre sviluppando attività di supporto alla creazione di standard di gestione utili all'intera pubblica amministrazione».

Urge chiarimento tra il ministro dell'Economia e il Ragioniere generale dello Stato.

 

MARIO CANZIO jpegVITTORIO GRILLI FOTO ANSA CORRADO PASSERA E MARIO MONTI ministero economia

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