FRANCIA, RAZZISMO ALLA KYENGE: IL MINISTRO TAUBIRA PARAGONATA A UNA SCIMMIA - L’UNICO GIORNALISTA NERO A CONDURRE IL TIGGÌ DELLA SERA: “IO, GUARDATO COME UN NEGRO”

Anais Ginori per "la Repubblica"

Lei è una guerriera con le treccine venuta dalla Caienna, una donna burbera ma sempre elegante con il vezzo di lunghi scialli portati su una spalla sola. Lui è uno dei mezzibusti più popolari del paese, il primo giornalista di colore a condurre un tiggì della sera, bucando così non lo schermo ma una cortina di silenziosa diffidenza.

Come in tutte le storie, servono dei personaggi, delle facce, per richiamare l'attenzione. E nella favola della nazione meticcia e accogliente, quel sogno black- blanc- beur in formato mondiale, sono Christiane Taubira e Harry Roselmack a scuotere la proverbiale buona coscienza dei francesi.

«Il nostro non è un paese razzista » esordisce la Guardasigilli, uscita finalmente allo scoperto dopo mesi di battute, insulti, offese. L'inizio è volutamente consensuale. Poi Taubira attacca. «Abbiamo rotto la diga, non esistono più freni inibitori, stiamo perdendo la nostra Storia» dice il ministro in una lunga intervista uscita ieri in prima pagina su Libération.

Dalle colonne di Le Monde gli fa eco Roselmack che pubblica una lettera aperta. «Per la prima volta, mi sento guardato come un negro». Detto da qualcuno che entra nelle case di milioni di telespettatori. «La crisi che stiamo vivendo - continua il giornalista - alimenta la xenofobia, la paura del diverso. È una china vertiginosa nella quale stiamo scivolando rapidamente».

L'episodio scatenante risale a qualche giorno fa, davanti al palazzo di Giustizia di Angers. Il ministro trova ad attenderla un gruppo di militanti contro la legge per il matrimonio gay di cui Taubira è stata l'instancabile promotrice. Niente di strano, potrebbe essere una normale manifestazione di dissenso politico. Ecco però gli slogan: «Bertuccia, mangia la banana ». E ancora: «Taubira vattene, puzzi!».

Alcuni cartelli sono issati da bambini. Il fatto viene più o meno ignorato dai media locali. La stessa Taubira, confessa ora, per mesi ha dato ordine ai suoi collaboratori di non rispondere, di evitare azioni giudiziarie. Ma un associazione di diritti civili mette online il video del corteo di Angers.

Le immagini ormai sono lì, alla portata di tutti. Taubira finalmente decide di passare al contrattacco. «Il problema non sono io, ma milioni di francesi che si sentono aggrediti» replica Taubira. Qualche giorno prima, è stato proprio Roselmack a sostenerla. Il giornalista non è stato vittima di offese razziste ma sente riaffiorare un "razzismo profondo", un nuovo clima di odio e intolleranza.

A ottobre, una candidata del Front National ha messo sul suo profilo Facebook una foto di Taubira con il volto di scimmia. Un fotomontaggio simile a quello fatto da un consigliere
della Lega Nord sul ministro Cécile Kyenge. Nel caso francese, Marine Le Pen ha espulso la donna ma senza affrontare il sottobosco culturale del suo partito.

Proprio martedì, una candidata di origine algerina ha stracciato la tessera del Fn dopo che alcuni militanti le avevano detto: «Tu e i tuoi figli dovreste finire nei forni». Più che gli insulti, è l'assenza di reazioni che suscita una leggera inquietudine. Come se ci fosse una lenta assuefazione. «Per fortuna - osserva con paradosso Roselmack - emergono episodi del genere per scuotere le coscienze».

Taubira sottolinea che non ha ricevuto testimonianze di solidarietà bipartisan, è mancato un sussulto civile. Neppure, a dire il vero, l'indignazione degli intellò sempre pronti a firmare appelli. «Gli attacchi contro di me - spiega il ministro - sono un attacco al cuore della République».

Ancora ieri, dopo una giornata di commenti all'intervista, con François Hollande che ha chiesto «fermezza e vigilanza», parte dei deputati dell'Ump non si è alzata durante l'applauso per Taubira nell'emiciclo dell'Assemblée Nationale. Solo Rachida Dati, ex Guardasigilli di origine maghrebine, ha mandato un messaggio al ministro socialista: «Non condivido l'azione politica di Taubira, ma ritengono inammissibili questi insulti razzisti. Sono d'accordo - continua Dati - è un attacco alla République, ai nostri valori e a tutto quello che fa la grandezza del nostro paese».

Nel 2012 ci sono state 1539 denunce - un incremento del 23% - per minacce e atti razzisti, antisemiti e antimusulmani. L'intolleranza, quando monta, colpisce tutti. Secondo la legge, l'incitamento all'odio razziale, se avviene in pubblico, è punito con una multa fino a 45mila euro e un anno di carcere.

Ma la repressione per vie giudiziarie non basta. «È una battaglia culturale, sulle mentalità» aggiunge Taubira. «Cosa sta succedendo alla Francia che una sera di luglio 1998 celebrava il trionfo black-blancbeur ai Mondiali?» si chiede Le Parisien in prima pagina.

Sempre i sondaggi annunciano che il Front National potrebbe diventare il primo partito nazionale alle prossime elezioni europee. La giovane Le Pen, dice la Guardasigilli, veicola un'ideologia "mortifera", che risveglia gli istinti peggiori. La dama della destra le ha risposto ieri sprezzante: «È Taubira che insulta milioni di francesi». È troppo presto per scrivere la parola fine su questa favola.

 

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