BANANA? NO GRAZIA! - RE GIORGIO ATTACKS: “PARLARE DI GRAZIA A BERLUSCONI È INDICE DI ANALFABETISMO E SGUAIATEZZA”

Da "lastampa.it"

Giorgio Napolitano lo dice una volta per tutte, forte e chiaro: anche solo parlare di un'ipotesi di concessione della grazia a Berlusconi, così come ipotizza da giorni il quotidiano "Libero", è «un segno di analfabetismo e di sguaiatezza istituzionale». Si tratta di «speculazioni», aggiunge il Colle, che «danno il senso di una assoluta irresponsabilità politica che può soltanto avvelenare il clima della vita pubblica». E ancora: quanto sostenuto da certi giornali denota «rozzezza e sguaiatezza» che «non meritano alcun commento».

La presa di posizione del Capo dello Stato "sigilla" con parole di fuoco l'ennesima giornata politica dedicata al tema dell'ineleggibilità del Cavaliere che, invece, ostenta tranquillità. Sono sereno, assicura Berlusconi intercettato da Agorà ieri notte vicino al Pantheon, «perché non conoscevo neppure quella vicenda» ma «leggendo le carte non credo che ci possa essere che una mia assoluzione piena».

Lui continuerà a sostenere il governo, avverte, perché ha bisogno di tutto lo stimolo possibile «per fare ciò che serve» al paese. Le due cose, cioè i suoi processi e l'attività dell'esecutivo Letta, devono camminare su due binari differenti perché, sottolinea sono due cose separate.

Ma mentre il Cavaliere si mostra tranquillo, perché non ci si può preoccupare di ciò «che non esiste», nella maggioranza infuria la polemica per un disegno di legge del Pd, primo firmatario Massimo Mucchetti, che affronta lo spinoso tema del conflitto di interessi.

In sostanza, il ddl approdato al Senato il 20 giugno, prevede che la situazione di conflitto d'interessi di persone elette, che siano anche azionisti di controllo, non dia luogo all'immediata decadenza dal mandato parlamentare, ma determini una situazione di incompatibilità. Il che significa che l'«eletto-azionista» avrebbe 30 giorni di tempo per incaricare un terzo di vendere (entro un anno), le partecipazioni azionarie ad altri, che non dovranno essere né parenti o affini, né in rapporti professionali con il venditore. Pena: l'immediata decadenza dal mandato di parlamentare.

Per Grillo e Di Pietro, si tratta di un escamotage del Pd per "salvare" il Cav visto che non si dovrebbe votare subito sulla sua ineleggibilità in quanto si trasformerebbe in incompatibilità e si avrebbe più tempo per decidere se vendere o meno le azioni. Ma nel Pdl si dà un'altra "lettura".

Secondo Lucio Malan il Pd punta di fatto «all' esproprio proletario», mentre per Stefania Prestigiacomo si tratta di una proposta anti-Cav fatta da un partito che «dovrebbe preoccuparsi delle riforme serie per il Paese». Il Pd, invece, non perde l'occasione per spaccarsi: secondo Laura Puppato è un testo che la base non digerirà, mentre Vannino Chiti la riprende: possibile che tra di noi debba sempre esistere la «cultura del sospetto?».

Mucchetti (che ha firmato il ddl anche Luigi Zanda) si dice «sbalordito» per il clamore suscitato dal testo («annunciato mesi fa in varie interviste») e per diverse ragioni: non si farebbe mai in tempo ad approvarlo per aiutare il Cavaliere perché l'esame di un ddl richiede sempre tempo e non è ancora stato assegnato in commissione. Poi si tratta di «una norma che punta solo a riformare la legge del '57 lacunosa e fuori tempo».

Terzo: la decisione della Cassazione sul Mediaset «rischia di arrivare molto prima...». Perché, propongono infine Gianni Cuperlo (Pd) e Pino Pisicchio (Cd), non si affida alla Consulta il compito di decidere sulle ineleggibilità? La politica ne resterebbe fuori. Nell'attesa, anche il leader del Carroccio Roberto Maroni mette le cose in chiaro: la Lega, avverte, vigilerà «perché vicende personali e private di un partito non blocchino l'attività del Parlamento». Nessun'altra sospensione dei lavori, insomma, sarà tollerata

 

NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI Napolitano - BerlusconiBERLUSCONI NAPOLITANO BERLUSCONI E NAPOLITANO Napolitano e Berlusconi addormentato VIGNETTA VINCINO - NAPOLITANO E BERLUSCONI

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