E I CINQUESTELLE MUTI - IL REDDITO DI CITTADINANZA CAMBIA: VERRA’ TAGLIATO A UN MILIONE DI ITALIANI, OVVERO AI COSIDDETTI “OCCUPABILI”, CHE PER ETÀ, ISTRUZIONE, FORMAZIONE, POSSONO RIENTRARE NEL MERCATO DEL LAVORO - PASSATO UN PO' DI TEMPO L'ASSEGNO COMINCIA A DECRESCERE, IN MODO DA "INCENTIVARE" LE PERSONE A CERCARE UN LAVORO O AD ACCETTARNE UNO CON SALARIO ANCHE DI POCO SUPERIORE AL SUSSIDIO: SARANNO FELICI GLI IMPRENDITORI CHE POTRANNO “RIPARTIRE”, CONTINUANDO A ELARGIRE STIPENDI DA 700 EURO AL MESE - ADDIO ANCHE AI NAVIGATOR...
Ilario Lombardo per “la Stampa”
Il Reddito di cittadinanza cambierà. Ma non per tutti. Almeno stando alle ultime indiscrezioni: le modifiche dovrebbero riguardare un terzo dei beneficiari, su per giù 1,2 milioni di italiani. E' la quota dei cosiddetti «occupabili», che per età, istruzione, formazione, possono rientrare nel mercato del lavoro. Ormai tutti nel governo sanno cosa non ha funzionato del Reddito di cittadinanza. Mario Draghi la dice così: «E' mancata l'efficacia della misura nella parte delle politiche attive. Ora dobbiamo trovare il modo di agevolare il reinserimento di chi non ha un lavoro».
reddito di cittadinanza alle poste
Sul tavolo di Palazzo Chigi sono atterrate diverse proposte. Una sembra piacere più delle altre e in queste ore chi ne parla ha imparato a farlo maneggiando un termine francese: décalage. In poche parole, passato un po' di tempo l'assegno comincia a decrescere, in modo da incentivare le persone a cercare un lavoro o ad accettarne uno con salario anche di poco superiore al sussidio.
D'altronde nell'area che conta più destinatari del Rdc, il Sud, gli stipendi a 700 euro sono realtà diffusa. Quella cifra è molto vicina al valore medio dell'assegno di cittadinanza calcolato nelle regioni meridionali, dove il costo della vita, nonostante l'assenza di servizi, spinge molti ad accontentarsi. Il che produce l'effetto di disincentivare la ricerca di un'occupazione più stabile. È una stortura che si somma a molte altre e a una fatalità, la pandemia, che ha impoverito ancora di più l'offerta di lavoro.
La copertura finanziaria del Rdc sarà oggetto della legge di Bilancio. Domani Draghi dovrebbe riunire una cabina di regia o una riunione dei capidelegazione per mettere a punto le prime indicazioni. Sulla carta potrebbe non essere un passaggio semplice, tanto che a Palazzo Chigi prevedono già di inviare il testo della manovra in Parlamento dopo la scadenza del 20 ottobre. Passato il voto, il presidente del Consiglio conta di ripartire in maniera spedita ma i partiti della maggioranza sono pronti a rivendicare le proprie bandiere. Bisognerà giocare di compensazioni.
C'è da capire, per esempio, cosa succederà con le pensioni, visto che su Quota 100 si chiederà un sacrificio politico a Matteo Salvini e se davvero non si tornerà indietro sul cashback, dopo che Draghi ha deciso di destinare altrove gli 1,5 miliardi di euro delle coperture. Se ne parla poco, ma il presidente del M5S Giuseppe Conte non è contento.
Oltre a vigilare sulle modifiche al Rdc, spiegano, è intenzionato «a fare una battaglia» sulla riforma che si era intestato da premier, e già nei prossimi giorni chiederà ufficialmente di riprendere dal cassetto la misura che prevede uno sconto del 10% per chi utilizza le carte elettroniche. Un assaggio di quello che potrebbe accadere c'è stato durante il Consiglio dei ministri di venerdì, tra l'altro su un'altra misura, la più simbolica, del M5S.
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI
L'opposizione del leghista Giancarlo Giorgetti alle coperture previste per il 2021, subito sostenuto dai colleghi di Forza Italia e di Italia Viva, è il primo indizio di quanto il governo rischi di spaccarsi sul Reddito. Com' è normale che sia le risorse a disposizione del Rdc per il 2022 cambieranno se cambierà la formula e il numero delle persone che ricevono l'assegno. Non tutta la platea dei beneficiari però verrà toccata dalle modifiche. Stando alle cifre ufficiali circa due terzi di chi riceve il sussidio non è occupabile. Si tratta di persone con pochissima istruzione o inadatte a essere immediatamente inserite in un percorso lavorativo.
Secondo fonti del Tesoro, la diminuzione progressiva del sostegno toccherà la parte rimanente, poco più di un milione di italiani. Per agevolare questo obiettivo andranno migliorati gli strumenti che il pubblico ha messo in campo per rispondere alla ricerca del lavoro. All'interno della finanziaria, infatti, finirà anche la riforma degli ammortizzatori sociali che includerà la revisione delle politiche attive, un tema che ha molto a cuore il premier e che riguarda il capitolo più fallimentare del Rdc.
In queste ore Draghi sta studiando assieme al consigliere Francesco Giavazzi e al ministro dell'Economia Daniele Franco le soluzioni per migliorare il quadro molto incoerente e inefficiente dei Centri per l'impiego. Dovrebbero essere confermati l'addio ai Navigator, il rafforzamento degli uffici regionali che soprattutto al Centro-Sud sono incapaci di aiutare i disoccupati a cercare un posto di lavoro, e una maggiore collaborazione con i Centri per l'impiego privati.