IL REDDITOMETRO: TANTO FUMO, POCO ARROSTO – LA NUOVA VERSIONE DELLA MISURA, REINTRODOTTA DAL VICEMINISTRO MAURIZIO LEO, RIGUARDAVA QUASI OGNI GENERE DI SPESA (DALLE MEDICINE ALLE PIANTE FINO AI CAVALLI), MA SAREBBE SERVITA A QUALCOSA? MACCHÉ: FU ABBANDONATO NEL 2018 PROPRIO PERCHÉ I RISULTATI ERANO SCARSI – COSA SUCCEDE ORA? SERVE UN NUOVO DECRETO CHE SOSPENDA GLI ACCERTAMENTI E POI…
Francesco Carbone per l’ANSA
La nuova versione del redditometro targata Maurizio Leo non ha avuto gran fortuna: è previsto uno stop in consiglio dei ministri dopo una relazione del viceministro che ha già fatto un passaggio a palazzo Chigi dalla premier, Giorgia Meloni.
Tecnicamente la soluzione individuata sarebbe un ulteriore decreto che dovrebbe sospendere gli accertamenti sui contribuenti che, come noto, riguarderebbero quasi ogni genere di spesa (dalle medicine fino all'acquisto di piante e fiori passando per il mantenimento di un cavallo) per risalire al reddito effettivo del contribuente in casi estremi (dichiarazioni bassissime o nessuna dichiarazione e possesso contestuale di un'auto o una barca di lusso, ad esempio).
Nonostante lo stop alla lente sui redditi però il governo puntualizza l'intenzione di andare avanti contro l'evasione, e in particolare - sottolinea Meloni - di intensificare l'impegno contro i grandi evasori ma senza attivare il 'grande fratello fiscale'.
Questo rinnovato impegno ci sarà anche perché l'evasione nel Belpaese è una vera montagna di soldi: poco più di 85 miliardi, secondo le ultime rilevazioni, che sarebbero utilissimi in questo momento considerato anche l'impegno straordinario al quale è chiamata l'Italia (soprattutto sul debito) dalle nuove regole del patto di stabilità da poco riattivato.
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Ma su questo si andrà avanti grazie anche all'uso sempre più massiccio di tecnologie come l'intelligenza artificiale e l'incrocio delle banche dati già in possesso dell'amministrazione. Si guarda agli 'avatar fiscali' ad esempio, algoritmi capaci di individuare anomalie contabili e fiscali. Sono in grado di navigare in pochi secondi tra miliardi di dati (transazioni) ed individuare con precisione le frodi.
Oltre alla lotta all'evasione si punta però anche sulla compliance, sull'accordo con i contribuenti messo nero su bianco nella delega. Partirà infatti a breve il concordato preventivo biennale con i lavoratori autonomi (a giugno dovrebbero arrivare le prime proposte di accordo per far partire la misura a settembre) che porranno così accordarsi con l'amministrazione su quanto pagare per i due anni successivi mettendosi contestualmente al riparo dai controlli.
Qualche esperto ha osservato che il redditometro potrebbe rappresentare la 'pistola alle spalle' di chi deve aderire o meno al concordato preventivo. Un'arma che comunque non ci sarà e che qualcuno definisce 'spuntata'. Fu infatti abbandonato nel 2018 proprio perché i risultati erano assai scarsi.
Il governo punta dunque sul 'fisco amico' tanto che domani si dovrebbe almeno varare la riforma delle sanzioni fiscali: saranno più leggere. Dalla dichiarazione fiscale omessa o infedele ai casi in cui si comunica al Fisco meno di quanto accertato, finisce l'era delle maxi-multe fino al 240%: al contribuente verrà chiesto non più del 120% dell'ammontare dovuto.
Il nuovo regime, che dovrebbe scattare da settembre, prevede sanzioni amministrative ridotte da un quinto a un terzo. Per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell'Irap oppure la dichiarazione del sostituto d'imposta, la multa sarà del 120%, anzichè dal 120 al 240% previsto ora. Mentre per dichiarazione infedele, si passa da 90-180% al 70%.
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Le sanzioni tributarie riscosse ogni anno ammontano a circa 2,27 miliardi: il taglio delle multe, che vengono ridotte nel complesso di circa il 10%, si spiega nella Relazione Tecnica, avra' necessariamente un "effetto negativo" in termini di entrate da sanzioni; ma con multe più proporzionate, e di minore importo, si scommette su una maggiore adesione all'accertamento. Novità anche per i commercianti: per l'omessa o tardiva trasmissione o con dati incompleti o non veritieri dei corrispettivi giornalieri arriva un tetto di 1.000 euro alle sanzioni, mentre l'omessa, incompleta o infedele comunicazione delle minusvalenze sarà punita con una sanzione massima di 30mila euro (anzichè 50mila).
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