CACCIA AL FANNULLONE - RENZI ANNUNCIA LA NORMA CONTRO I DIPENDENTI PUBBLICI CHE IMBROGLIANO SUL CARTELLINO: “SARANNO LICENZIATI IN 48 ORE” - SARANNO CACCIATI ANCHE I DIRIGENTI CHE NON SANZIONANO - STRETTA SUI FALSI CERTIFICATI - DAL VIGILE IN MUTANDE AI MALATI DEL LUNEDÌ, ECCO L’ESERCITO DEI FURBETTI NASCOSTO NEGLI UFFICI
1 - "GLI ASSENTEISTI LICENZIATI IN 48 ORE"
Rosaria Amato per “la Repubblica”
COMUNE DI SANREMO TIMBRARE IL CARTELLINO IN MUTANDE
"Pugno di ferro" contro gli assenteisti nella Pubblica Amministrazione, verranno licenziati nel giro di 48 ore: lo annuncia al Tg5 il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Di una stretta nei confronti di «chi timbra e se ne va» si parla da mesi, i decreti delegati della riforma della Pa varata l' anno scorso prevedono infatti norme più rigorose di quelle attuali nei confronti di "finti malati" e di tutti i dipendenti da licenziare per motivi disciplinari. Ma adesso il premier accelera nei confronti di chi viene sorpreso in flagrante: «Mercoledì in Consiglio dei ministri ci sarà una proposta di norma nell' ambito della riforma della Pa che prevede il licenziamento per i dipendenti pubblici che timbrano e poi se ne vanno».
COMUNE DI SANREMO TIMBRARE IL CARTELLINO IN MUTANDE
Non solo: «Il dirigente che non procede al licenziamento rischia lui stesso di essere mandato a casa». A motivare il premier probabilmente i fatti di cronaca delle ultime settimane: «Abbiamo visto cose pazzesche, come a Sanremo dove c' era chi timbrava in mutande e anche in queste ore si vedono queste immagini.
Stanno distruggendo la credibilità della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che lavorano bene ». E a questo punto forse diventano troppo lunghi i tempi necessari per la messa a punto di tutta la normativa, che include molte materie, si va dai concorsi al nodo del collegamento con il Jobs Act allo snellimento de i tempi della burocrazia.
COMUNE DI SANREMO TIMBRARE IL CARTELLINO IN MUTANDE
Il provvedimento dovrebbe essere esaminato dal Cdm «in notturna», spiega il presidente del Consiglio, dopo il voto sulle riforme costituzionali al Senato. Ma i sindacati sono perplessi: «Mi sembra un fulmine a ciel sereno. - commenta Michele Gentile, coordinatore del dipartimento Settori Pubblici della Cgil - Potrebbe trattarsi di uno stralcio al decreto delegato che si stava esaminando, ma più che una risposta ai fenomeni dell' assenteismo mi sembra una dichiarazione estemporanea, un intervento fatto con altri fini. Anche perché il licenziamento degli assenteisti è già possibile, e comunque il diritto alla difesa non può essere bypassato: come prevede la Costituzione, anche chi delinque è innocente fino a prova contraria, non credo che si possano usare scorciatoie».
Secondo le ultime rilevazioni della Funzione Pubblica il tempo medio per la procedura di licenziamento è di 102 giorni. Ridurli a 2 è incompatibile sia con il codice civile che con lo Statuto dei lavoratori, spiega l' avvocato Valentina Pomares, responsabile del dipartimento lavoro dello studio Eversheds: «Va garantito il diritto di difesa dei dipendenti, bisogna prima contestare l' assenza ingiustificata, ed eventualmente vagliare la validità del certificato medico se viene presentato come giustificazione».
2 - DAL VIGILE IN MUTANDE AI MALATI DEL LUNEDÌ L' ESERCITO DEI FURBETTI NASCOSTO NEGLI UFFICI
Paolo Griseri per “la Repubblica”
La scena che ha fatto il giro del web è quella del vigile urbano Alberto Muraglia che compare all' improvviso sul pianerottolo del comando di Sanremo.
Nell' immagine in bianco e nero della telecamera nascosta, Muraglia si dirige sicuro verso la macchinetta dove si timbrano le presenze. Ha in mano il cartellino.
È vestito in modo succinto, ben lontano dai canoni della divisa di ordinanza: una maglietta a maniche corte e un paio di mutande. Passa il badge e torna a casa. Il vigile in desabillé è il simbolo di un fenomeno per definizione difficile da quantificare. Uno dei metodi per misurare l' assenteismo è forse quello di considerare sospette le assenze per malattia che durano un solo giorno. In Italia nel 2013 erano l' 11,9 per cento nel settore privato e il 25,9 per cento tra i dipendenti pubblici.
La storia del vigile in mutande ha danneggiato innanzitutto le migliaia di vigili urbani che in tutto il Paese, ogni mattina, vanno regolarmente al lavoro. L' inchiesta di Sanremo si era conclusa con una vera e propria retata: 35 dipendenti comunali finiti agli arresti domiciliari. Un caso clamoroso ma non l' unico. A Palermo nell' ottobre scorso i pm avevano contestato 131 timbrature false in 45 giorni, tre al giorno. Frequenti i casi di mutuo soccorso con colleghi che strisciavano il badge al posto degli assenti.
Non meno clamoroso era stato, a Capodanno 2015, il caso dei vigili urbani di Roma che nella notte più animata dell' anno si erano sostanzialmente dati alla fuga: l' 83,5 per cento si era messo in malattia, una epidemia tanto clamorosa quanto repentina era stata la guarigione di massa nei giorni immediatamente successivi.
I dati più recenti sull' assenteismo in Italia pubblicati dalla Cgia di Mestre si riferiscono al 2013. Dicono che in media si ammalano di più i dipendenti privati (18,1 per cento) di quelli pubblici (17 per cento). Ma il primato delle malattie mordi e fuggi, quelle che durano solo un giorno, spesso «quel giorno» che piace a tutti perché nel bel mezzo di un ponte, è decisamente dei dipendenti pubblici, dove un' assenza di malattia su quattro, il 25,9 per cento del totale, si risolve magicamente all' indomani.
Nel settore privato invece le one day illness sono solo l' 11,9 per cento. E non certo perché l' organismo dei dipendenti pubblici sia più robusto di quello dei loro colleghi privati. Il record delle assenze per malattia veloce spetta alla provincia di Palermo sia nel settore pubblico (42,6 per cento del totale) sia in quello privato (27,8). Nel 2012 il 30 per cento dei certificati di malattia presentato dai lavoratori pubblici e privati italiani giustificava un' assenza il lunedì, giorno pericoloso per i cagionevoli di salute.
Che fare? Il pugno duro sembra essere stata la ricetta invocata a gran voce da ogni schieramento politico e sociale. «Dobbiamo leggere i dati con grande attenzione», premettono prudenti i ricercatori della Cgia. Lo scorso anno l' allora segretario Giuseppe Bortolussi aveva spiegato: «Sarebbe ingiusto e sbagliato generalizzare ma certamente è necessario colpire con maggiore determinazione i furbi che danneggiano l' azienda e, nel caso dei dipendenti pubblici, anche la collettività».
Il polso fermo era stato chiesto anche dall' allora sindaco di Roma Marino all' indomani dell' epidemia del Capodanno 2015 dei vigili urbani: «Il vento deve cambiare - aveva detto chi non ha voglia di lavorare deve accomodarsi alla porta. Questi dipendenti fanno vergognare anche quelli che lavorano». Ora il governo di centrosinistra promette la linea dura contro i furbetti del cartellino. Sembrano lontani i tempi in cui una parte della sinistra proponeva la falsa malattia come rimedio all' alienazione da lavoro: «Viva il compagno assenteismo, terrore dei padroni, fa bene all' organismo ». Erano gli anni Settanta e non c' erano le telecamere nascoste.