CHI SMACCHIA E CHI ASFALTA - RENZI FA COME BERSANI, ANNUNCIA VITTORIA CHE NON HA ANCORA IN TASCA: “SE SI VA AD ELEZIONI ASFALTIAMO IL PDL”

Da "lastampa.it"

Dopo Torino, Sesto San Giovanni. Matteo Renzi cambia la città, ma non il copione: per lui un altro bagno di folla alla festa del Pd con i militanti che regalano applausi convinti al sindaco di Firenze.

Renzi infiamma la platea parlando del caso Berlusconi: «L'ipotesi di salvarlo non esiste. Se anche qualche furbastro ci provasse, ma non credo, il Cavaliere ha una condanna definitiva con l'interdizione». Poi l'affondo: «Se andiamo alle elezioni, li asfalteremo». Attacco che fa andare su tutte le furie il Pdl che lo accusa di voler far cadere l'esecutivo per andare al voto. E che scatena anche la reazione del segretario Pd secondo il quale con il Porcellum, che è come la legge Acerbo, «è difficile stravincere».

Il rottamatore è convinto che «Berlusconi non farà cadere il governo perché al centrodestra conviene restare dove sta e ha paura delle elezioni». «Al massimo - aggiunge - chiederà ai suoi ministri di dimettersi per poi riconfermarli».

Renzi si dice pronto al «confronto con Cuperlo, Civati e Pittella» in vista del congresso Pd per il quale, assicura Epifani, potrebbe esserci «una data entro questa settimana». Poi invita il governo Letta a «non star dietro a ricatti e minacce» di crisi e ad «occuparsi delle cose che ha promesso, come la legge elettorale». Anche perché il centrodestra, osserva, «non farà cadere il governo».

Il sindaco di Firenze prova a giocare due partite in contemporanea: quella per la guida del partito e quella, mai confessata, per la guida del Paese. Deve, però, fare i conti con i malumori dei suoi antagonisti nel partito e con Letta che ieri, pur avendo detto che non appoggerà nessun candidato per la segreteria, ha fatto intendere di non aver gradito «la battuta sulla seggiola» di Renzi a "Porta a Porta". Io non sono offeso, ha detto ieri, ma l'accusa lanciata al primo cittadino di Firenze di essere un «battutista» non l'ha ritirata.

Sul fronte interno si fa sentire il viceministro Stefano Fassina che ha parole dure per il «rottamatore»: «Renzi va di moda ed è sostenuto da media molto rilevanti - afferma - la battaglia congressuale è ancora aperta e molto difficile per chi va controcorrente e cerca di contrastare le mode». Poi la stoccata: «La ricetta che propone non è adeguata alle sfide che abbiano davanti». Insomma una bocciatura, indicativa della lotta intestina in atto nel Pd.

Con l'avvicinarsi dell'Assemblea del 20 e 21 settembre cresce la tensione nel partito: in ballo ci sono date del congresso e regole. Gli sherpa sono al lavoro per trovare una soluzione condivisa. A Cortona per la Scuola politica, Epifani afferma che «entro questa settimana il tema sarà affrontato, discusso e, si spera, anche deciso». Il 7 novembre, come auspicato da Renzi?

«Non saprei dirlo ora, dipende anche dalle regole che si assumeranno», ribatte. Ma il segretario non ha dubbi su un fatto: «Il Pd non corre il rischio di diventare un partito personale per come è fatto e per la sua cultura». Ogni riferimento a Renzi non sembra casuale.

Il fronte più caldo per il sindaco resta quello sulla linea Firenze-Palazzo Chigi. Il «fioretto» fatto da Renzi a Torino di non parlare di Letta dura poco. Lui stesso confida che ogni volta che «apre bocca su Enrico piovono critiche».

Dal palco di Sesto San Giovanni Renzi abbozza delle scuse per quella «seggiola» citata in studio da Vespa («Sono deluso della mia partecipazione a Porta a Porta»), anche se scarica parte delle colpe sui media che avrebbero forzato alcune sue affermazioni. Poi il tono si fa fermo.

«A Letta - osserva - dico la stessa cosa del primo giorno: se fa le cose per bene sono il primo a festeggiare, ma se rinvia dico: "Ragazzi, portate a casa qualcosa". Io considero amico non chi mi dà sempre ragione, ma chi mi dà dei consigli».

L'intervento di Renzi, intanto, scatena le ire del Pdl, soprattutto per l'Opa lanciata sui «delusi di centrodestra» e sulla doppia frase lanciata a Schifani: al prossimo voto «asfalteremo il Pdl» e con le larghe intese non si fa una legge su conflitto di interessi. «Renzi sogna i nostri voti», commenta Anna Maria Bernini. Critico anche Maurizio Gasparri: «Che i delusi del centrodestra possano votarlo è la battuta meglio riuscita di Renzi. Ha un futuro da cabarettista».

 

 

IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI matteo renzi in barca su diva e donna MATTEO RENZI SULLA GRURENATO SCHIFANI ENRICO LETTA PUGNO CHIUSO Maurizio Gasparri

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