BRUSH HOUR/ LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - RENZI AVREBBE IN TASCA UN ACCORDO DI MASSIMA CON FORZA ITALIA SUL MODELLO SPAGNOLO (CON RICCO PREMIO DI MAGGIORANZA E BIPOLARISMO QUASI ASSICURATO)

Francesco Bonazzi per Dagospia

"Aspettiamo tutti che Matteo faccia uno scivolone, così magari per qualche giorno si dà una calmata", confessa un ministro del pd, provato da due settimane di bombardamento renziano sul governo guidato dal premier Enrico Letta. Anzi, dal "sottosegretario Letta", come amano dire i cultori della sovranità di Giorgio Napolitano. Ma il segretario del partito democratico per ora non sbaglia un colpo. Anzi, forse il colpo più importante l'ha già piazzato, solo che ancora non lo si può sbandierare.

E' vero, oggi Renzie ha incontrato Angelino Alfano e hanno lungamente parlato di legge elettorale. Ma sono in molti a essere convinti che l'incontro decisivo sia stato quello di ieri con Denis Verdini. Il Rottam'attore avrebbe in tasca un accordo di massima con Forza Italia sul modello spagnolo (con ricco premio di maggioranza e bipolarismo quasi assicurato) e a questo punto ha soltanto due preoccupazioni.

La prima è quella di tenere la carta coperta fin tanto che non ha ultimato le consultazioni e ha dimostrato tanta buona volontà e disponibilità con tutti i partiti. La seconda è che il Cavaliere, indeciso su quasi tutto, all'ultimo momento faccia saltare il tavolo e lo lasci in mutande.

Non è un caso che da dentro il Pd sia già partito il fuoco di sbarramento contro Renzi sull'eventualità che incontri "il pregiudicato Berlusconi" nella sede del partito. Un buffo divieto, visto che con Berlusconi, i predecessori di Renzi ci hanno fatto un governo.

In ogni caso il sindaco di Firenze ha ribadito via twitter che "le regole si scrivono tutte insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato". Questo tanto per rispondere ad Alfano, che sulla legge elettorale non vuole ultimatum e imposizioni, ma che quando era in Forza Italia si fece ben pochi problemi a imporre il Porcellum a colpi di maggioranza.

Infine il tormentone del rimpasto sul quale, per dirla con Alfano, "c'è grande ipocrisia perché tutti lo vogliono ma nessuno lo dice". Il bersaniano Flavio Zanonato non sarebbe tanto dispiaciuto di lasciare il ministero dello Sviluppo economico se Renzi lo candidasse alla presidenza del Veneto.

Mentre Fabrizio Saccomanni, in arte "Er Gelatina", rimane intoccabile all'Economia per via della suprema protezione di Mario Draghi e Giorgio Napolitano. Ma ogni giorno che passa, analizzando entrate tributarie, andamento del Pil e spesa per interessi sul debito, si chiede che senso abbia stare barricato al ministero con il terrore che a bussare alla porta sia la Troika.

 

DENIS VERDINI RENZI NAPOLITANOAngelino Alfano SACCOMANNI

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